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LIVORNO. Alla fine ci sono volute undici ore, fino all’alba: alle 5 e 19 minuti del mattino del 22 dicembre il consiglio comunale ha votato e approvato le controdeduzioni alla variante generale al Piano strutturale, un passo avanti verso il varo definitivo della nuova manovra urbanistica. Favorevoli 19 (tutta la maggioranza), contrari 10 (tutte le opposizioni).

Che fosse una lunga notte, quella di ieri, lo immaginavano tutti. Ma a rendere più plastica questa previsione, nell’aula di consiglio strapiena (copiosa dalle 21,15 la partecipazione dei No Cubone), è stato Carlo Ghiozzi capogruppo della Lega che sui banchi di minoranza indossava un berretto rosso con nappa. Molto festivo, il cappellino. Un avvertimento, quello di Ghiozzi, alla platea: «Qui ci si fa Natale». Del resto solo il M5S aveva presentato 106 emendamenti dei 108 totali, da illustrare uno ad uno, in un orario non certo felicissimo (seduta iniziata alle 18,30). E per l’occasione il gruppo aveva organizzato addirittura una “staffetta”: una trentina di emendamenti a testa tra Sorgente, Grassi e Vecce.

E lunga notte è stata. Notte in cui si è consumato lo scontro sull’urbanistica, lo scozzo annunciato, atteso, confermato sulla Variante al Piano Strutturale dopo che in una commissione “durata un giorno e mezzo” come ricordava l’assessora Viviani, erano state esaminate ben 135 osservazioni, quasi tutte (127) respinte. Variante che col Piano Operativo che si discuterà a fine gennaio rappresenta l’album della pianificazione della Livorno che verrà.

Oggetto dello scontro, acceso dall’opposizione soprattutto di M5S e Buongiorno, la “cementificazione della città” , concetto che questa giunta con la sua maggioranza ha sempre respinto al mittente. Ma che si è tradotto ieri sera nel balletto dei numeri che ha avuto per oggetto il cosiddetto perimetro del territorio urbanizzato. Per capire, il PTU, comprende le aree edificate (residenziali, produttive, commerciali, a servizi...), le dotazioni territoriali, le infrastrutture viarie. In sostanza l’opposizione a sinistra accusa la giuta Salvetti di “aver allargato il perimetro” per costruire di più, “cementificare la città”. «Oltre 133 ettari di urbanizzazioni in più», ha detto Stella Sorgente, capogruppo M5S, «state stravolgendo il Piano Strutturale del 2019». Ma l’assessora all’Urbanistica Silvia Viviani, illustrando le controdeduzioni in apertura di seduta, aveva smentito questo allargamento. «Oggi abbiamo gli strumenti per avere dati aggiornati. E posso dire con certezza che sono 103 gli ettari entrati a far parte del territorio urbanizzato, di questi 73 sono aree già urbanizzate, il resto è a verde. Solo 5mila metri sono soggetti a edificazione». Niente da fare, la frattura è stata ancora netta. E il cosiddetto “cubone” – l’impianto polivalente di via San Marino, osteggiato dal comitato di residenti – è stato il principale oggetto dei copiosi emendamenti pentastellati e del clima surriscaldato in aula. Gli stessi “No Cubone” avevano chiesto l’estromissione dell’area tra via San Marino e via di Popogna dal perimetro urbano, rendendola di fatto area agricola. Osservazione già bocciata e riproposta negli emendamenti 5 Stelle.

In tarda serata cominciava però a circolare la voce di un documento, il piano di alienazioni della giunta M5S del 2018 in mano alla giunta Salvetti – in cui si sarebbe prevista da parte del governo pentastellato la cessione di un’area di 28.600 mq in via Spagna in diritto di superficie a un privato per realizzare una palestra per basket e pallavolo. E un campo di calcio o rugby in via San Marino. Proprio dove oggi realizzerebbe un soggetto pubblico col cosiddetto Cubone. Materiale pronto ad accendere una nuova polemica in una notte di battaglia sul futuro urbanistico della nostra città.l

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QOSHE - A Livorno la lunga notte dell'urbanistica: scontro in aula e poi il via libera - Andrea Rocchi
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A Livorno la lunga notte dell'urbanistica: scontro in aula e poi il via libera

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22.12.2023

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LIVORNO. Alla fine ci sono volute undici ore, fino all’alba: alle 5 e 19 minuti del mattino del 22 dicembre il consiglio comunale ha votato e approvato le controdeduzioni alla variante generale al Piano strutturale, un passo avanti verso il varo definitivo della nuova manovra urbanistica. Favorevoli 19 (tutta la maggioranza), contrari 10 (tutte le opposizioni).

Che fosse una lunga notte, quella di ieri, lo immaginavano tutti. Ma a rendere più plastica questa previsione, nell’aula di consiglio strapiena (copiosa dalle 21,15 la partecipazione dei No Cubone), è stato Carlo Ghiozzi capogruppo della Lega che sui banchi di minoranza indossava un berretto rosso con nappa. Molto festivo, il cappellino. Un avvertimento, quello di Ghiozzi, alla platea: «Qui ci si fa Natale». Del resto solo il M5S aveva presentato 106 emendamenti dei 108 totali, da illustrare uno ad uno, in un orario non certo felicissimo (seduta iniziata alle 18,30). E per........

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