PISA. Un 32enne di origine georgiana fermato per la morte di Ilyes Amri, il tunisino di 27 anni ucciso a coltellate sotto il loggiato di piazza Vittorio Emanuele II nella sera di venerdì 5 gennaio. Un altro georgiano portato in caserma dai carabinieri e la cui posizione è al vaglio della magistratura. Sono i primi risultati di un’indagine complessa che il comando provinciale dell’Arma sta portando avanti nel massimo riserbo, analizzando i filmati delle numerose telecamere presenti nella zona dell’omicidio, al confine tra il centro storico e il quartiere della stazione, teatro di frequenti episodi di violenza ormai da anni. L’ultimo, l’ennesimo, è sfociato nella morte cruenta di un giovane. Mentre ci sarebbe un assassino in fuga attorno al quale si starebbe stringendo il cerchio degli investigatori.
Finito in mezzo
E proprio dalla videosorveglianza sarebbe emerso che le coltellate, almeno quattro di cui quelle mortali alla giugulare e al torace, sarebbero state inferte dal 32enne fermato e da un altro connazionale. Il terzo, quello la cui posizione deve essere valutata, si sarebbe limitato a guardare la scena senza intervenire. Elementi che emergono da ambienti investigativi e che disegnano un regolamento di conti negli ambienti dello spaccio di droga. Avvalorando la tesi, emersa fin dalle prime ore tra i frequentatori della strada, secondo cui all’origine di tutto ci sarebbe la vendita di una modica quantità di metadone risultato essere di qualità molto scarsa. Le proteste successive avrebbero dato inizio alla lite sfociata poi in rissa a bottigliate fino a quando non sono spuntati fuori i coltelli. In base a quanto raccolto, Ilyes Amri si sarebbe messo in mezzo finendo per beccarsi i colpi che lo hanno fatto cadere a terra senza vita in una pozza di sangue. I carabinieri stanno indagando nella vita della vittima, controllato varie volte nella zona della stazione ma mai condannato per reati. L’obiettivo dei militari è capire se abbia avuto alterchi con qualcuno per scongiurare la pista di eventuali vendette, anche fin da subito è emerso che non si sia trattato di una morte per un agguato.
L’autopsia
Questa la ricostruzione di quanto avvenuto vicino all’ufficio postale ma che assumerà contorni più marcati a metà settimana, quando sarà effettuata l’autopsia sul corpo del 27enne tunisino. Tra lunedì 8 e martedì 9 gennaio il Tribunale di Pisa conferirà l’incarico al medico legale per effettuare l’analisi sulla salma. Dal suo lavoro si capirà meglio il tipo di coltello e quanti colpi mortali ha ricevuto Amri prima di morire nel fuggi fuggi generale, tra le grida dei partecipanti alla rissa e la paura di chi ha assistito a debita distanza all’ennesimo fatto di criminalità avvenuto in quella porzione di Pisa. Poi l’allarme al 112, l’arrivo dei mezzi del 118 il cui personale ha potuto costatare solo il decesso del giovane, le sirene accese dei carabinieri, responsabili venerdì 5 gennaio di quella zona della città, i quali hanno poi chiesta l’intervento anche di polizia di Stato, municipale ed esercito. Ma a quel punto sul posto c’erano solo cocci di bottiglie di vetro, tanto sangue e poche persone in giro.
Il degrado
Una zona su cui le forze dell’ordine, il Comune, la questura e la prefettura prestano tanta attenzione proprio per cercare di ridurre il livello di degrado e delinquenza e aumentare la sensazione di sicurezza per residenti, commercianti e turisti che proprio da qui passano ogni giorno per raggiungere il centro e piazza dei Miracoli. Un percorso a ostacoli, spesso pericoloso.

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QOSHE - Pisa, morto a 27 anni: Amri non aveva precedenti, ecco perché è stato ucciso a coltellate a due passi dal centro - Andreas Quirici
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Pisa, morto a 27 anni: Amri non aveva precedenti, ecco perché è stato ucciso a coltellate a due passi dal centro

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08.01.2024

PISA. Un 32enne di origine georgiana fermato per la morte di Ilyes Amri, il tunisino di 27 anni ucciso a coltellate sotto il loggiato di piazza Vittorio Emanuele II nella sera di venerdì 5 gennaio. Un altro georgiano portato in caserma dai carabinieri e la cui posizione è al vaglio della magistratura. Sono i primi risultati di un’indagine complessa che il comando provinciale dell’Arma sta portando avanti nel massimo riserbo, analizzando i filmati delle numerose telecamere presenti nella zona dell’omicidio, al confine tra il centro storico e il quartiere della stazione, teatro di frequenti episodi di violenza ormai da anni. L’ultimo, l’ennesimo, è sfociato nella morte cruenta di un giovane. Mentre ci sarebbe un assassino in fuga attorno al quale si starebbe stringendo il cerchio degli investigatori.
Finito in mezzo
E proprio dalla........

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