PISA. Quattro coltellate. Quelle fatali alla giugulare e al torace con un’ampia ferita ben visibile ai soccorritori del 118 intervenuti alle 23 della serata prima di Befana. Una notte macchiata dal sangue di Ilyes Amri, 25enne tunisino, già noto alle forze dell’ordine, da anni a Pisa dove viveva nel quartiere popolare di Sant’Ermete col fratello più piccolo, ieri sotto choc e chiuso nel silenzio.

Il luogo

Piazza Vittorio Emanuele II, vicino all’ufficio centrale delle Poste. Pochi passi dal mercatino di Natale e da corso Italia e confine del quartiere della stazione ferroviaria, dove da tempo ormai forze dell’ordine, questura e Comune combattono contro spaccio, illegalità e degrado. E dove abitanti e commercianti non ce la fanno più a sopportare i tantissimi episodi di violenza che si verificano da anni, quasi quotidianamente. Il loggiato sotto cui è morto il 25enne è uno dei luoghi di ritrovo di chi non ha un tetto o è senza lavoro, oppure cerca droga o compagnia per farsi ingoiare dal buio e dimenticare tutto per qualche ora. Scenario di una rissa finita in omicidio che può far pensare a situazioni simili del recente passato. Rivalità e scontri (senza morti ma con feriti da armi da taglio) fra bande per il controllo del territorio in cui vendere stupefacenti. Gli episodi più eclatanti la scorsa estate, uno in piazza delle Vettovaglie e l’altro di fronte allo scalo ferroviario.

Le voci di strada

Saranno le indagini dei carabinieri a stabilire se quest’ultima circostanza sia da inserire nella guerra tra pusher. O se, come si sta dicendo in strada, tutto sia nato da 20 euro di metadone di scarsissima qualità venduto a quello che poi è tornato alle Poste per protestare. Una lite tra tunisini e georgiani cominciata al semaforo tra via Gramsci e viale Bonaini e proseguita nella rissa sotto il loggiato dov’è avvenuto l’omicidio. Un gruppo di persone, le urla di una donna, come riferito da testimoni, e un fuggi fuggi dopo l’uccisione di Amri che si sarebbe messo in mezzo finendo ammazzato.

Il giorno dopo

Sono i militari dell’Arma, responsabile l’altra sera della zona di città in questione, a occuparsi dell’episodio dopo una chiamata al 112 che avvertiva di una rissa a bottigliate. Ieri mattina le copiose tracce di sangue erano state già pulite. Alla luce del sole nessun segnale della rissa. Solo gruppetti dei soliti frequentatori del loggiato. Tutti informati sommariamente di quanto accaduto. Nessuno in grado (o disposto) a fornire dettagli. Sull’area dell’uccisione di Amri c’è una telecamera che punta verso l’ufficio postale. E intorno molte altre, compresa una all’incrocio tra viale Bonaini, viale Gramsci e piazza Vittorio Emanuele II. Dai video e dalle testimonianze partono le indagini per capire cosa sia successo e individuare il responsabile e i partecipanti alla rissa.

Le indagini

L’altra notte in giro c’era poca gente. Pioveva e attorno alla vittima i carabinieri hanno trovato i soccorritori e un capannello di persone. A quel punto hanno allertato questura, municipale ed esercito. A terra cocci di bottiglia e poco altro. Dell’arma insanguinata non si sa nulla. Ma le ricerche continuano. Impossibile ignorare un fatto così efferato e lasciare a piede libero l’autore di un omicidio.




QOSHE - Pisa, ucciso a 25 anni con quattro coltellate. La prima ipotesi: rissa finita in omicidio - Andreas Quirici
menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

Pisa, ucciso a 25 anni con quattro coltellate. La prima ipotesi: rissa finita in omicidio

5 0
07.01.2024

PISA. Quattro coltellate. Quelle fatali alla giugulare e al torace con un’ampia ferita ben visibile ai soccorritori del 118 intervenuti alle 23 della serata prima di Befana. Una notte macchiata dal sangue di Ilyes Amri, 25enne tunisino, già noto alle forze dell’ordine, da anni a Pisa dove viveva nel quartiere popolare di Sant’Ermete col fratello più piccolo, ieri sotto choc e chiuso nel silenzio.

Il luogo

Piazza Vittorio Emanuele II, vicino all’ufficio centrale delle Poste. Pochi passi dal mercatino di Natale e da corso Italia e confine del quartiere della stazione ferroviaria, dove da tempo ormai forze dell’ordine, questura e Comune combattono contro spaccio, illegalità e degrado. E dove abitanti e commercianti non ce la fanno più a sopportare i tantissimi episodi di violenza che si........

© Il Tirreno


Get it on Google Play