Mi chiamo Cristina e abito in una frazione di Cascina, in una via al termine della quale c’è un giardino condominiale, ma aperto al pubblico, originariamente con alberi il cui mantenimento, in base alla convenzione dell’ormai lontano 2008, spetta esclusivamente al Comune. Passati gli anni, tutti gli alberi sono morti e, nonostante i successivi solleciti, non è stato possibile ottenere il rispetto degli impegni a questo proposito. Essendo aperto al pubblico, il giardinetto è frequentato da bambini, mamme e anziani della zona che, a parte il degradato aspetto estetico, si vedono deprivati anche dell’ombra con notevole disagio durante l’estate. Non tutti possono andare in vacanza! Chiedo se esista una procedura per ottenere il rispetto degli impegni da parte del Comune, al fine di discuterne in una prossima riunione e difendere, in tal modo, l’interesse anche collettivo, e non solo quello dei condomini.

L’esistenza di spazi verdi comuni, fruibili per il cittadino, è una concezione da sempre presente nell’idea stessa di città. Già esistente nelle epoche passate, è quasi scontata nell’età moderna. Questi luoghi, infatti, oltre a rispondere all’esigenza di preservare porzioni di natura nello spazio urbano, consentono ai cittadini di dare sfogo al comune desiderio di socialità. La concezione dello spazio verde urbano come diritto, invece, non solo non è affatto scontata ma si è sviluppata solo negli ultimi trent’anni. In questo senso, un ruolo fondamentale è stato svolto dalle conferenze internazionali che si sono succedute nel tempo, da quella di Rio del 1992 in poi. In Italia, prima di questi stimoli internazionali, esisteva già un obbligo per gli enti territoriali di destinare alcune aree a verde pubblico grazie alla legge n.1150/1942. Nel 1992, con la legge n.113, invece, è stato imposto ai Comuni di piantumare un albero per ogni nuovo nato, obbligo esteso anche ai minori adottati con la legge n.10/2013. Si può dire, quindi, che in forme più o meno timide, si è andato formando sempre più un vero e proprio diritto collettivo ad uno spazio verde urbano.

Il punto posto dalla lettrice de Il Tirreno, tuttavia, sembra riguardare la manutenzione di uno parco aperto al pubblico e gli eventuali strumenti in capo al cittadino in caso di inerzia da parte del comune. È bene precisare subito che la modalità attraverso cui il Comune decide di gestire i beni pubblici è parte di quel potere discrezionale che resta in capo alla pubblica amministrazione, pertanto, finché l’incuria di un bene pubblico non arreca un danno diretto al singolo cittadino, questo non può rivolgersi al giudice amministrativo per ottenere giustizia. Per dirlo con le parole del Consiglio di Stato “l’interesse di ogni cittadino a che gli enti territoriali provvedano alla diligente manutenzione e custodia di tutti i beni pubblici non è tutelabile in via amministrativa, né giurisdizionale, trattandosi di un mero dovere imposto in capo alla pubblica amministrazione per il vantaggio della collettività non soggettivizzata. Non si è, pertanto, in presenza di interesse legittimo differenziale perché, semmai, si è al cospetto di interesse semplice e di fatto, rientrante nell’area del giuridicamente irrilevante”.

Sebbene, quindi, non è possibile individuare una procedura giudiziale in grado di imporre al Comune il rispetto della manutenzione ordinaria dei parchi pubblici, è pur vero che la vivibilità dello spazio verde è uno degli indicatori che il Comitato per lo sviluppo del verde pubblico prende in considerazione per valutare il rispetto degli obblighi imposti ai Comuni con la legge n.10/2013 e degli impegni presi altresì con la Agenda Onu per lo sviluppo sostenibile e la Strategia Europea per la Biodiversità al 2030.

Dato quanto sopra, una valida iniziativa potrebbe essere quella di coinvolgere il Comitato in parola che, fra gli altri, ha come compito anche quello di verificare le azioni poste in essere dagli enti locali a garanzia della sicurezza delle alberature e dei singoli alberi posti in aree pubbliche e promuovere tali attività per migliorare la tutela dei cittadini.

Servizio sportello legale: Il Tirreno si avvale della competente e qualificata collaborazione dello studio legale Depresbìteris-Scura (via Nino Pisano 6, Pisa). I professionisti di questo studio rispondono settimanalmente ai quesiti che arriveranno a sportellolegale@iltirreno.it.

QOSHE - Manutenzione dei parchi, un aiuto dal Comitato per il verde pubblico - Biagio Depresbíteris
menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

Manutenzione dei parchi, un aiuto dal Comitato per il verde pubblico

19 0
15.04.2024

Mi chiamo Cristina e abito in una frazione di Cascina, in una via al termine della quale c’è un giardino condominiale, ma aperto al pubblico, originariamente con alberi il cui mantenimento, in base alla convenzione dell’ormai lontano 2008, spetta esclusivamente al Comune. Passati gli anni, tutti gli alberi sono morti e, nonostante i successivi solleciti, non è stato possibile ottenere il rispetto degli impegni a questo proposito. Essendo aperto al pubblico, il giardinetto è frequentato da bambini, mamme e anziani della zona che, a parte il degradato aspetto estetico, si vedono deprivati anche dell’ombra con notevole disagio durante l’estate. Non tutti possono andare in vacanza! Chiedo se esista una procedura per ottenere il rispetto degli impegni da parte del Comune, al fine di discuterne in una prossima riunione e difendere, in tal modo, l’interesse anche collettivo, e non solo quello dei condomini.

L’esistenza di spazi verdi comuni, fruibili per il cittadino, è una concezione da sempre presente nell’idea stessa di città. Già esistente nelle epoche passate, è quasi scontata........

© Il Tirreno


Get it on Google Play