L’incapacità di reagire, sulla base delle rinnovate esigenze, a quanto l’era Covid ci aveva sbattuto di fronte, in primo luogo la necessità di potenziare l’assistenza sanitaria sul territorio. La carenza di medici specializzati e infermieri. Le liste d’attesa che non accennano ad accorciarsi.

Il sistema di prenotazione che assomiglia sempre di più a una giungla (pochi giorni fa il nuovo numero telefonico dell’Asl nord-ovest ha costretto gli utenti a rimanere in linea per ore). Convenzioni ed esternalizzazioni destinate ad aumentare sensibilmente.

Il Sistema sanitario nazionale rischia davvero di scivolare verso la privatocrazia (meccanismo istituzionale e politico-economico con cui si amministra il pubblico tramite il privato)? E con esso rischia di fare la stessa fine la nostra Toscana? La risposta, purtroppo, è sì. I pericoli concreti ci sono tutti. È quindi dalla Toscana, regione negli anni scorsi assurta a modello europeo, che la tendenza deve essere velocemente invertita. E non solo programmando l’apertura di case e ospedali di comunità. Pensando anche a potenziare in quantità e qualità la platea dei camici bianchi a disposizione, impedendone prima di tutto la fuga. Altrimenti è inutile incensarsi di soddisfazione nel vedere i cantieri a pieno ritmo del nuovo Santa Chiara a Pisa. Quello che sarà uno dei più grandi policlinici del continente dovrà essere ben “arredato” da personale altamente qualificato e specializzato in grado di rispondere alla “fame” di cure del territorio.

QOSHE - La sanità toscana scateni la guerra alla privatocrazia - Cristiano Marcacci
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La sanità toscana scateni la guerra alla privatocrazia

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07.04.2024

L’incapacità di reagire, sulla base delle rinnovate esigenze, a quanto l’era Covid ci aveva sbattuto di fronte, in primo luogo la necessità di potenziare l’assistenza sanitaria sul territorio. La carenza di medici specializzati e infermieri. Le liste d’attesa che non accennano ad accorciarsi.

Il sistema di prenotazione che assomiglia sempre di più a una giungla........

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