FIRENZE. I pomeriggi con il papà al Giardino di Boboli, le corse lungo i corridoi degli Uffizi, piazza del Duomo e piazza Santa Croce, Ponte Vecchio nel suo splendore. E ancora, la cupola del Brunelleschi vista da piazzale Michelangelo e la chiesa di San Miniato al Monte.

Scorrono come cartoline le immagini di Firenze (ma le riprese sono state fatte anche in provincia di Pistoia e Prato), recapitate nelle case di oltre quattro milioni di telespettatori. Come quei fotogrammi contenuti nelle macchinette fotografiche souvenir, destinate ai turisti a ricordare le bellezze di un territorio, di una regione che mantiene integro da secoli tutto il suo appeal. Scorrono, mentre accompagnano la vita di Margherita Hack, anzi “Margherita delle stelle”, l’astrofisica fiorentina a cui la Rai ha dedicato il film con Cristiana Capotondi, andato in onda martedì sera per la regia di Giulio Base.

Scorrono, e mettono all’angolo per una sera il campo di calcio del Bayern Monaco per lasciare spazio al campo sportivo dove Margherita Hack raccoglieva successi anche nello sport, tanto da diventare la portabandiera della squadra del Giglio rosso in occasione dei Littoriali. Tanto brava, quanto ambiziosa. Tanto caparbia, quanto competitiva. Tanto sfrontata, quanto libera. Libera, come le hanno sempre insegnato i suoi genitori, così poco inquadrati ai dettami della società e così tanto anticonformisti. Una casa e una famiglia costruita sui valori essenziali, sul rispetto per l’uomo e per gli animali (tanto da essere vegetariani), per la giustizia e per la solidarietà umana.

Ribelle fin da piccola mentre con pantaloncini e scarponi maschili si arrampica sugli alberi del “Bobolino” con Aldino, suo futuro marito, senza temere il fango e l’erba sui vestiti. Ribelle al liceo classico Galilei, rischiando l’espulsione da scuola per aver osato criticare il Duce. Ribelle nel lavoro, per non voler abbassare la testa di fronte ai colleghi maschi, non esitando a sottolinearne mancanze e difetti. Competitiva fino alla punta di quei capelli scompigliati, lasciati svolazzare al vento mentre in sella alla sua bici si muove per la sua Firenze. La città che le ha dato i natali in un giorno di metà giugno, nell’anno della Marcia su Roma e che – complice quell’universo di cui la Hack sosteneva di essere vera figlia – nel reticolo delle sue antiche strade, aveva scelto per lei un portone di via Centostelle, dove appendere un fiocco rosa. Davvero un destino scritto in quel firmamento che per anni l’astrofisica ha indagato, scrutato, scandagliato, vivendo di notte negli osservatori con l’occhio incollato al telescopio, senza smettere di stupirsi ogni volta. «Non ho mai visto nulla di così bello!», fu la frase che riuscì a pronunciare dopo la prima osservazione e – da quella notte e per tutta la vita – non ha più staccato lo sguardo dalle stelle, dal cielo di Firenze, poi da quello di Berkeley e di tutti i luoghi dove la sua voglia di scoprire, di ricercare e di imparare l’hanno condotta fino al cielo di Trieste, la città dove ha insegnato e ha diretto, prima donna in Italia, un Osservatorio astronomico.

Pioniera, grintosa, sicura di sé, senza peli sulla lingua come è tipico dei toscani, a tratti irriverente, fiorentina nell’animo, la Hack ha respirato l’aria di una terra colta e vivace, crescendo sotto lo sguardo altrettanto fiero e superbo di un antenato illustre. Non è un caso che per più di una volta, la macchina da presa di Giulio Base si sia soffermata sulla statua di Dante Alighieri in piazza Santa Croce, posta a custodia dei sepolcri dei grandi della cultura. Un modello in quanto a genialità, coerenza, superbia, curiosità, sete di conoscenza, ricerca di risposte ai grandi perché della vita. Con o senza Dio. Non poteva che nascere a Firenze Margherita Hack. Non poteva, pur da atea, lasciarsi trasportare da quell’«amor che move il sole e l’altre stelle».


QOSHE - “Margherita delle stelle”, dal Giardino di Boboli a San Miniato: la Toscana protagonista della fiction sulla Hack. Ecco dove è stata girata - Cristina Bulgheri
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“Margherita delle stelle”, dal Giardino di Boboli a San Miniato: la Toscana protagonista della fiction sulla Hack. Ecco dove è stata girata

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07.03.2024

FIRENZE. I pomeriggi con il papà al Giardino di Boboli, le corse lungo i corridoi degli Uffizi, piazza del Duomo e piazza Santa Croce, Ponte Vecchio nel suo splendore. E ancora, la cupola del Brunelleschi vista da piazzale Michelangelo e la chiesa di San Miniato al Monte.

Scorrono come cartoline le immagini di Firenze (ma le riprese sono state fatte anche in provincia di Pistoia e Prato), recapitate nelle case di oltre quattro milioni di telespettatori. Come quei fotogrammi contenuti nelle macchinette fotografiche souvenir, destinate ai turisti a ricordare le bellezze di un territorio, di una regione che mantiene integro da secoli tutto il suo appeal. Scorrono, mentre accompagnano la vita di Margherita Hack, anzi “Margherita delle stelle”, l’astrofisica fiorentina a cui la Rai ha dedicato il film con Cristiana Capotondi, andato in onda martedì sera per la regia di Giulio Base.

Scorrono, e mettono all’angolo per una sera il campo di calcio del........

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