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ROMA Gli ultimi cinque minuti e mezzo senza fare un canestro su azione condannano la Libertas a una sconfitta dolorossissima nel giorno più importante. La Coppa Italia la alza Montecatini con merito. La finale si chiude con uno scarto di 12 punti, ancor più pesante di quello del derby di campionato, un risultato bugiardo, beffardo dopo una battaglia bellissima, che ha visto gli amaranto giocarsela fino al 38’ prima di schiantare a pochi metri dal traguardo.

Le lacrime di Francesco Fratto e Dorin Buca nel tunnel degli spogliatoi raccontano la delusione, la rabbia, ma anche la passione, l’attaccamento, l’amore di questo gruppo per una maglia che è stata onorata per davvero in questi due giorni romani. La Libertas perde un’altra finale, ma potrà raccontare per sempre di averla giocata, non di averla vista alla tv.

Da oggi si volta pagina. Ripartendo dagli applausi dei settecento, forse ottocento tifosi arrivati nella capitale per sostenere la squadra, che – loro sì – hanno stravinto per distacco la Coppa Italia del pubblico, non solo rispetto a quello di Herons ma anche in confronto alle tifoserie di A2 viste al PalaTiziano.

Sulle maglie amaranto è disegnata la Terrazza Mascagni, la grande bellezza dell’orizzonte che il nostro mare ci regala ogni giorno. Ecco, l’orizzonte che vedono i tifosi libertassini dopo queste finals è fatto di speranza e soprattutto di consapevolezza: questa squadra ha ancora importanti margini di crescita, come sottolinea in sala stampa Marco Andreazza, ma potrà divertirsi ai playoff e giocarsela davvero con le grandi.

Ci sono non poche cose belle da trovare dentro la nuvola dell’incazzatura di questa notte: la solidità di Tommaso Fantoni, che ieri ha letteralmente annullato il gigante Radunic, la crescita di Bargnesi, tornato terminale offensivo importante, e di Allinei, sempre più sicuro nel ruolo di titolare e autore di tre triple pesanti, ma soprattutto la scoperta di Dorin Buca, premiato come giocatore rivelazione delle final four, che rivelazione è stato anche per chi lo conosce da tempo come i tifosi livornesi. La sua lievitazione nell’apporto in attacco è incredibile, l’intesa con Bargnesi è perfetta, i giochi a due con i piccoli producono schiaccioni terrificanti ma creano anche squilibri negli assetti difensivi degli avversari, aprendo all’attacco Libertas un ventaglio di soluzioni nuove e liberando i tiratori. Senza considerare che anche ieri ha rifilato due stopponi, uno a Chiera e uno a Sgobba.

La difesa è stata ancora una volta l’arma principale degli amaranto e non è un caso che fino al 35’, prima del black out, le bocche da fuoco di Herons siano state tenute sotto i 60 punti. Ma l’attacco non ha girato come sabato con Ruvo.

Vien da chiedersi come sarebbe finita con Lucarelli in campo, ma recriminare sugli assenti sarebbe da perdenti e infatti nessuno, né dello staff né della società, ne parla.

Montecatini ha condotto a lungo, sempre con vantaggi minimi e ha strappato solo nel finale: il merito della squadra di Barsotti – che rimane, oggi a maggior ragione, la favorita per l’A2 insieme alla capolista PL – è stato quello di non perdersi mai durante la partita, neanche nell’unico momento davvero propizio per la Libertas, al rientro dall’intervallo quando gli amaranto sono balzati sul più 5 (40-45) con tripla di Allinei e canestro dall’angolo di Williams. Lì i livornesi non hanno affondato la lama, regalando una palla persa (Williams), due tiracci (Allinei e Fratto) e un’azione da tre punti a Dell’Uomo (canestro e fallo di Fratto) ai termali che sono rientrati in fiducia e con un parziale di 8-0 sono balzati sul 48-45.

Livorno ha sofferto la fisicità degli esterni di Barsotti, Benites (ancora lui), Chiera e Dell’Uomo. E ha concesso troppi secondi tiri (e punti) su rimbalzi d’attacco (14, un’enormità). Poi nel finale si è spenta d’improvviso, colpita dal braccino del tennista, quasi avesse paura di vincere, ma anche dalla bravura e dal sangue freddo dei termali: al 34’24” Williams segna il 60 pari in penetrazione. Da quel momento la Libertas va in tilt: sbaglia 4 tiri facili, mentre Chiera colpisce da tre (63-60) dopo due quarti in letargo, seguito da Arrigoni e dalla tripla pesantissima di Dell’Uomo al 38’29” sullo scadere dei 24” che vale il 68-61 e consegna la Coppa a Montecatini. l

QOSHE - La maledizione della finale ma la Libertas esce a testa alta - Dall’Inviato Giulio Corsi
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La maledizione della finale ma la Libertas esce a testa alta

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18.03.2024

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ROMA Gli ultimi cinque minuti e mezzo senza fare un canestro su azione condannano la Libertas a una sconfitta dolorossissima nel giorno più importante. La Coppa Italia la alza Montecatini con merito. La finale si chiude con uno scarto di 12 punti, ancor più pesante di quello del derby di campionato, un risultato bugiardo, beffardo dopo una battaglia bellissima, che ha visto gli amaranto giocarsela fino al 38’ prima di schiantare a pochi metri dal traguardo.

Le lacrime di Francesco Fratto e Dorin Buca nel tunnel degli spogliatoi raccontano la delusione, la rabbia, ma anche la passione, l’attaccamento, l’amore di questo gruppo per una maglia che è stata onorata per davvero in questi due giorni romani. La Libertas perde un’altra finale, ma potrà raccontare per sempre di averla giocata, non di averla vista alla tv.

Da oggi si volta pagina. Ripartendo dagli applausi dei settecento, forse ottocento tifosi arrivati nella capitale per sostenere la squadra, che – loro sì – hanno stravinto per distacco la Coppa Italia del pubblico, non solo rispetto........

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