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LIVORNO. Con i suoi 216 centimetri è l’Everest del campionato di serie B. Dorin Buca – 21 anni compiuti lo scorso 23 agosto – lotta, difende, stoppa, schiaccia ed è uno dei giocatori preferiti dai giovani tifosi della Libertas.

Lui, romeno di nascita, ma umbro a tutti gli effetti, all’indomani dei due slam dunk esibiti contro Caserta si racconta: «Sono venuto in Italia all’età di quattro anni insieme a mia madre – ricorda – e ci siamo stabiliti a Narni, una cittadina vicino Terni».

E infatti di romeno, la sua cadenza, non ha proprio nulla. Anzi. A sentirlo parlare, sembra un ternano purosangue.

Alla prima esperienza nel basket semiprofessionistico si sta rivelando una pedina importante a disposizione di coach Andreazza: sono i numeri a parlare per lui, 14 punti contro Brianza, 9 a Salerno, 7 con Rieti, 4 l’altro giorno con Caserta, con due schiaccioni che hanno esaltato il PalaMacchia. Alla faccia del debuttante di 21 anni arrivato per farsi le ossa e fare un po’ da sparring in allenamento...

Dorin, perdoni la domanda banale, ma com’è che è cresciuto così tanto?

«Ma guardi, non so. È successo tutto all’epoca della scuola media: dagli 11 ai 14 anni. In tre anni sono cresciuto di 40 centimetri: davvero un’enormità. A quel punto è stato inevitabile darmi concretamente alla pallacanestro anche se nel frattempo ho continuato a studiare. Dopo le medie mi sono iscritto all’Istituto per Geometri e ho conseguito il diploma».

Quindi in casa amaranto c’è pure un geometra…

«Sì, ma non intendo praticare. L’anno prossimo vorrei iniziare gli studi per diventare fisioterapista».

Non dica che sta già pensando al futuro extrabasket…

«Ma no. Diciamo che penso alla mia vita. È normale che faccia così».

Ha scelto la maglia numero 1. Inedita a Livorno. Agli appassionati più anziani ricorda Gus Williams di Seattle. Perché proprio la 1?

«Sinceramente non c’è un motivo particolare. Mi andava di prenderla e l’ho scelta».

Lo sa che la sua 1 va a ruba? Tutti – specie i giovani tifosi amaranto la desiderano!

«Questa cosa mi fa molto piacere. So che è molto richiesta tra i bambini. Per la verità mi ero accorto di essere simpatico ai giovani perché alla fine di ogni partita casalinga sono in tanti a venire a salutarmi, a chiedermi foto e autografi».

Veniamo al campo. Dopo qualche anno nelle minors, ecco la chance Libertas. Come si trova in questo gruppo collaudato?

«Molto bene. Fin dai primissimi giorni i ragazzi mi hanno messo a mio agio. Mi hanno fatto sentire subito accettato dal gruppo e non smetterò mai di ringraziarli per questa accoglienza che è stata fondamentale anche perché sono molto giovane e alla prima esperienza in un campionato tosto come la serie B».

Lei ha enormi margini di miglioramento. A suo avviso su che cosa deve lavorare?

«Beh, senza dubbio su alcuni aspetto del mio gioco, ma anche sulla mentalità».

Vale a dire?

«Devo essere più attento in quello che faccio».

E invece la specialità di casa Buca qual è?

«L’atletismo e l’energia che metto e che posso dare. E poi la voglia. Non mi tiro mai indietro».

Dorin, proviamo a fare le carte alla sua Libertas. Dove potete arrivare?

«Dal mio punto di vista molto in alto».

Beh, detto da lei…

(sorride) «Penso che possiamo giocarci le nostre possibilità ai playoff. Questo è un gruppo molto forte dal punto di vista tecnico e assai coeso. Non mi voglio esporre troppo, ma è chiaro che dobbiamo sperare e aspirare al meglio per questa squadra e questa società che tanto bene sta lavorando e per i nostri tifosi che sono super».

QOSHE - Dorin Il più amato dai baby tifosi. «Alla Libertas un ambiente top» - Fabrizio Pucci
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Dorin Il più amato dai baby tifosi. «Alla Libertas un ambiente top»

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19.12.2023

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LIVORNO. Con i suoi 216 centimetri è l’Everest del campionato di serie B. Dorin Buca – 21 anni compiuti lo scorso 23 agosto – lotta, difende, stoppa, schiaccia ed è uno dei giocatori preferiti dai giovani tifosi della Libertas.

Lui, romeno di nascita, ma umbro a tutti gli effetti, all’indomani dei due slam dunk esibiti contro Caserta si racconta: «Sono venuto in Italia all’età di quattro anni insieme a mia madre – ricorda – e ci siamo stabiliti a Narni, una cittadina vicino Terni».

E infatti di romeno, la sua cadenza, non ha proprio nulla. Anzi. A sentirlo parlare, sembra un ternano purosangue.

Alla prima esperienza nel basket semiprofessionistico si sta rivelando una pedina importante a disposizione di coach Andreazza: sono i numeri a parlare per lui, 14 punti contro Brianza, 9 a Salerno, 7 con Rieti, 4 l’altro giorno con Caserta, con due schiaccioni che hanno esaltato il PalaMacchia. Alla........

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