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LIVORNO. La Libertas vuole riprendere il cammino spedito. A Roma, infatti, non è caduta. Ha solo rallentato il passo. La Coppa Italia è sfuggita negli ultimi 3’ della finale, ma negli occhi dei tifosi amaranto è rimasta l’immagine di una squadra di granito, dura a morire e disposta a lottare su ogni pallone pur di raggiungere l'obiettivo finale. Non è andata bene, ma ci saranno altre occasioni perché ormai il processo virtuoso che condurrà il club ad alti livelli è innescato e non è più arrestabile. Lo sanno per primi i dirigenti amaranto.

E poi i tifosi che oggi (palla a due alle 18, arbitri Giordano di Chivasso e Spinello di Marnate) accoglieranno la squadra con affetto, riconoscenza e soprattutto con la voglia di sospingerla verso una vittoria di importanza capitale. Sì, perché dopo le fatiche romane, Avellino è il peggior cliente che potesse capitare dalle parti del vecchio e glorioso PalaMacchia.

Pericolo Del Fes

Per certificare la forza degli Irpini, basta ricordare che la scorsa estate, al momento di stilare una ipotetica griglia di partenza, i biancoverdi erano considerati dagli addetti ai lavori al pari di Pielle, Herons e Libertas. Le cose poi sono andate diversamente: una lunga sequela di partite (per lo più casalinghe) perse in volata, il cambio di allenatore in autunno (via Crosariol, dentro Crotti) e il motore che ha stentato per mesi a prendere i giri giusti. Giri che adesso però ci sono e fanno tremare chi incontra la Del Fes, che in trasferta è una sentenza: 9 vittorie su 15 le ha ottenute dopo aver viaggiato e nelle ultime 4 partite giocate lontano dall’Irpinia ha sempre vinto. Quella di Crotti è squadra completa: forte sugli esterni (Santucci che tira con il 51% da 2, ma anche Vasl che ha una media punti superiore ai 13). Attenzione anche all’ex Omegna Chinellato (52% da 2, 50% da 3) e soprattutto al totem Bortolin, ex Mestre che di media sfiora ogni domenica la doppia doppia (13,8 punti+8,2 rimbalzi). Avellino appena un mese fa ha espugnato il PalaTerme in versione Herons e questo è un altro dato che induce la Libertas a fare attenzione.

Amaranto alla carica

É quindi acclarato che questa è una partita dall’alto coefficiente di difficoltà. La Libertas – che sarò ancora prima di Lucarelli – dovrà trasformare il dispiacere per la sconfitta in finale di Coppa Italia in furore agonistico, senza però eccedere e mantenendo la giusta dose di lucidità, perché talvolta – dopo una delusione – la voglia di strafare può portare su un binario morto.

L’esperienza di Fratto, Fantoni e Ricci, da questo punto di vista è una garanzia. Data la conformazione fisica della Del Fes, la partita può essere vinta con una difesa asfissiante sul perimetro e con un superlavoro di Fantoni, Fratto e Buca atto a limitare Bortolin. Certo, è più facile a dirsi che a farsi, ma se la Libertas vuole togliersi il peso di Roma e proseguire la corsa nelle parti altissime della classifica è necessario che giochi una partita di acume e pazienza.

Le parole di Andreazza

Il Coach di Montebelluna ha presentato così la sfida: «La Del Fes è una squadra in fiducia che ha cambiato roster nel corso della stagione e che ora ha trovato i suoi equilibri di compagine di vertice come era stata accreditata alla viglia». Andreazza conosce molto bene gli avversari: «Hanno una grande dote: sanno giocare molto bene fuori casa. Hanno un record migliore in trasferta. Hanno espugnato campi difficli come Legnano, Montecatini sponda Herons, Piombino. Va affrontata con attenzione e grande energia cercando di far fruttare l’aspetto positivo di aver partecipato alla Finl Four di Coppa Italia mentre gli irpini hanno avuto 15 giorni per recuperare e preparare la partita. Ora, però, sono tutte finali e vanno affrontate con lo spirito della partita secca per arrivare a fine girone di ritorno nel miglior posizionamento possibile in classifica e giocare i playoff da protagonisti». © RIPRODUZIONE RISERVATA

QOSHE - Libertas una fame da Lupi - Fabrizio Pucci
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Libertas una fame da Lupi

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24.03.2024

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LIVORNO. La Libertas vuole riprendere il cammino spedito. A Roma, infatti, non è caduta. Ha solo rallentato il passo. La Coppa Italia è sfuggita negli ultimi 3’ della finale, ma negli occhi dei tifosi amaranto è rimasta l’immagine di una squadra di granito, dura a morire e disposta a lottare su ogni pallone pur di raggiungere l'obiettivo finale. Non è andata bene, ma ci saranno altre occasioni perché ormai il processo virtuoso che condurrà il club ad alti livelli è innescato e non è più arrestabile. Lo sanno per primi i dirigenti amaranto.

E poi i tifosi che oggi (palla a due alle 18, arbitri Giordano di Chivasso e Spinello di Marnate) accoglieranno la squadra con affetto, riconoscenza e soprattutto con la voglia di sospingerla verso una vittoria di importanza capitale. Sì, perché dopo le fatiche romane, Avellino è il peggior cliente che potesse capitare dalle parti del vecchio e glorioso PalaMacchia.

Pericolo Del Fes

Per certificare la forza........

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