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LIVORNO. Alle 8 della sera del 22 ottobre la Libertas era in fondo al pozzo delle insicurezze. Crema aveva appena inferto la terza coltellata dopo quelle di Desio e Piombino. Tre ko consecutivi – di cui due in casa, roba mai vista da diversi anni a questa parte – buoni per sbattere la doppia L sul lettino dello psicanalista. Possibile che gli amaranto si fossero già smarriti dopo i primi tornanti del campionato? La notte dopo Crema fu buia e tempestosa. La sera dopo ci pensò il presidente Roberto Consigli a sgombrare il cielo amaranto dalle nuvole. In una intervista al Tirreno tolse la graticola da sotto la panchina di Andreazza. Sì, perché in quella fase di scoramento, se fosse mancata la dovuta lucidità, il primo a pagare sarebbe stato l’allenatore.E magari sarebbe stato buttato a mare il lavoro di un anno e mezzo che aveva prodotto una (insperata) qualificazione ai playoff (2022) e la finale del giugno scorso. Il primo mattone, sulla strada della rinascita, quindi l’ha messo la società. Così, alle 8 della sera del 12 novembre, appena tre settimane dopo lo psicodramma con la Logiman, la Libertas grazie a quattro vittorie consecutive si è ritrovata lassù, nelle alte sfere della classifica alle spalle soltanto di Pielle ed Herons Montecatini, le favorite per la vittoria finale fin da luglio.

Rinascita: le cause

In principio fu il successo contro il fanalino di coda Rieti: un brodino come fu definito dallo stesso Andreazza. Poi però sono arrivate due trasferte toste (Montecatini sponda Gema) e Treviglio con Lissone. Vinta la prima con la garra delle grandi squadre, la seconda è stata trasformata in una passeggiata da +37. Infine la ‘nuova’ Libertas sotto le vetuste volte del PalaMacchia ha schiantato alla distanza Sant’Antimo che il parquet di Via Allende in versione Pielle aveva violato un mese prima.

Questo è ciò che dice la cronaca che è figlia di almeno tre fattori. Il primo è di natura tattica e quasi “fisica”. Andreazza ha concesso un minutaggio maggiore ad Allinei che (lungi da noi dare a questo ragazzo di appena 19 anni tutti i meriti della resurrezione amaranto) ha portato in dote energia, freschezza, difesa e mani educate in attacco. A partire da Montecatini Greg è entrato nello starting five e le sue cifre sono germogliate. I punti di media che erano 2.6 nelle prime cinque giornate sono stati 10 nelle successive 4. I minuti da 43 (in 5 gare) sono diventati 93 in 4. Migliorate anche le percentuali: da due è saluto dal 40 al 53 e da e dal 33 al 67%.

A tutto questo si aggiunga che grazie a Williams (peraltro non entrato per i postumi di un’influenza contro Sant’Antimo) la squadra è più da corsa, ecco spiegata la lievitazione del rendimento amaranto.

La seconda causa della rifioritura dell’amaranto è da ricercare nella solidità del gruppo. Le tre sconfitte consecutive avrebbero steso un toro, ma non questo spogliatoio.

I ragazzi si sono guardati negli occhi, si sono chiusi in palestra e hanno lavorato con ancora maggiore lena di prima. E questo ha fatto tutta la differenza del mondo. Il terzo fattore alla base del ritorno in quota della Libertas è il pubblico. Inutile girarci attorno. Qualche mugugno dopo la sconfitta di Crema, apice della crisi, lo si era avvertito anche al PalaMacchia. Non una contestazione vera e propria, ma un mormorio fitto, denso di preoccupazione e di sgomento dati dall’incapacità di dare una spiegazione a quei ripetuti rovesci. Non ci sono stati, però isterismi. Nessuna reazione scomposta. Anzi. Tre giorni dopo la vittoria con Rieti i libertassini hanno affollato il settore ospiti del PalaTerme e altri tre giorni più tardi, di sabato sera alla 8 e mezzo anziché guardare la partita su Lnp Pass, si sono sorbiti diverse centinaia di chilometri per assistere al +37 di Treviglio.

Infine domenica scorsa contro Sant’Antimo hanno regalato il primo sold out stagionale. Biglietti finiti – ovviamente in rapporto all’attuale capienza del PalaMacchia – già mezz’ora prima della partita.

Continuità

Adesso la Libertas, certificato il suo buono stato di salute ha da fare una sola cosa: dare continuità ai questi risultati. Domenica prossima gli amaranto sono attesi al Pala Caruso di Salerno e non sarà per niente facile. L'Arechi, infatti, se non fosse azzoppato da 3 punti di penalizzazione, si troverebbe serenamente a centro classifica e sul suo campo ha lasciato le penne anche una delle due capolista: Herons Montecatini.

E a proposito di tifosi. Non è di certo la trasferta più lunga del campionato a scoraggiare gli Sbandati e gli altri sportivi. Da giorni infatti sta andando avanti l'organizzazione del viaggio verso il capoluogo campano. Tra mezzi propri e pulmini, dovrebbero essere una cinquantina i libertassini presenti sugli spalti di Salerno per sostenere la squadra di Coach Andreazza.


QOSHE - LL. Una rivoluzione in 20 giorni - Fabrizio Pucci
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LL. Una rivoluzione in 20 giorni

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16.11.2023

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LIVORNO. Alle 8 della sera del 22 ottobre la Libertas era in fondo al pozzo delle insicurezze. Crema aveva appena inferto la terza coltellata dopo quelle di Desio e Piombino. Tre ko consecutivi – di cui due in casa, roba mai vista da diversi anni a questa parte – buoni per sbattere la doppia L sul lettino dello psicanalista. Possibile che gli amaranto si fossero già smarriti dopo i primi tornanti del campionato? La notte dopo Crema fu buia e tempestosa. La sera dopo ci pensò il presidente Roberto Consigli a sgombrare il cielo amaranto dalle nuvole. In una intervista al Tirreno tolse la graticola da sotto la panchina di Andreazza. Sì, perché in quella fase di scoramento, se fosse mancata la dovuta lucidità, il primo a pagare sarebbe stato l’allenatore.E magari sarebbe stato buttato a mare il lavoro di un anno e mezzo che aveva prodotto una (insperata) qualificazione ai playoff (2022) e la finale del giugno scorso. Il primo mattone, sulla strada della rinascita, quindi l’ha messo la società. Così, alle 8 della sera del 12 novembre, appena tre settimane dopo lo psicodramma con la Logiman, la Libertas grazie a quattro vittorie consecutive si è ritrovata lassù, nelle alte sfere della........

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