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LIVORNO. Nove partite – dieci in caso di approdo in finale di Coppa Italia – in 42 giorni; da domenica 10 marzo a domenica 21 aprile, giorno del derby, la madre di tutte le sfide. La Akern Libertas si appresta ad entrare nella centrifuga di fine stagione con un paio di buoni propositi in testa: alzare la Coppa (impresa ardua) e cercare di mettere le mani su una delle prime due posizioni al termine della regular season. E anche questa non è un’operazione semplice, vista la concorrenza. Tastiamo il polso alla truppa amaranto.

Che cosa va

Al netto dei sanguinosi scivoloni di Cassino e Rieti, la squadra è solida e ‘resiliente’ perché è sempre riuscita a tirarsi fuori da situazioni scabrose. È accaduto a ottobre quando dopo tre sconfitte consecutive - di cui due interne – gli Andreazziani inanellarono un filotto di otto vittorie di fila. La storia si è ripetuta a febbraio. La sconfitta di Rieti avrebbe potuto minare le certezze amaranto. E invece Fantoni e compagni nelle successive due – durissime – partite interne sono riusciti a piegare la strenua resistenza di Gema Montecatini e – in rimonta – di Lissone Interni Brianza. Merito di un carattere d’acciaio forgiato e temprato con il lavoro quotidiano in palestra, buono anche per cementare un gruppo unito e tosto come il granito. Questa è la Libertas. Non aspettatevi la pallacanestro con le bollicine, ma gente che lotta su ogni pallone e che si sbuccia gomiti e ginocchia. Un esempio? Amos Ricci. Nell’ultimo quarto del derby si danneggia pesantemente una caviglia. È costretto a lasciare la trincea nel momento in cui sale l’onda piellina, ma c’è un ma grande come il suo cuore e i suoi attributi: rientra e nel finale si butta a pesce su un pallone vagante, immagine simbolo di una vittoria epica. E pensare che quell’infortunio poi lo ha condizionato per i due mesi successivi.

Ieri il popolare esterno di Vasto è stato visitato dal professor Zini a Pesaro e ha avuto il placet per riprendere l’attività dopo due partite saltate (Gema e Salerno). Adesso la LL ha pure un Terenzi in più nel motore. Il ragazzo ex Vicenza è un ottimo collante, allungherà le rotazioni e darà una mano.

Che cosa non va

Tra gli aspetti che la Libertas deve migliorare meritano una menzione gli… strappi. Per fortuna non intesi dal punto di vita muscolare. Nel contesto di una singola partita la Libertas alterna fasi in cui è irresistibile, ad altre in cui fa più fatica: certo in questo giochino ci sono anche gli altri, ma certe rimonte incassate (a prescindere dalla forza degli avversari) con Pielle, Cassino, Desio (in parte) e Rieti consigliano di spalmare l’intensità per tutti i 40’ come peraltro è accaduto a Treviglio, Salerno e Crema, trasferte vinte con margine amplissimo. Al di là di questo aspetto, la Libertas talvolta dà la sensazione di gestire le proprie energie e questo – in senso assoluto – non è un aspetto negativo perché può consentire ai ragazzi di presentarsi al rush finale con il serbatoio delle energie ancora sufficientemente pieno e non in riserva come l’anno scorso quando Vigevano eliminò gli amaranto.

Il calendario

Un aspetto basilare è proprio costituito dal calendario. Da qui al 21 aprile la Libertas non riposerà mai (stessa cosa accadrà ad Herons parimenti impegnata nella Final Four di Coppa Italia) e anzi, deve recuperare la trasferta di San’Antimo rinviata due settimane fa per l’impegno di Williams con la Nazionale olandese. Su otto partite la LL ne giocherà 5 in trasferta e una con il fattore campo azzerato (il derby), per cui questo è un punto a sfavore degli Amaranto. Non solo. Ad aprile sarà una tonnara, visto che in una settimana la squadra di Andreazza giocherà tre volte fuori: il 7 a Caserta - che per fortuna è vicina a Sant’Antimo dove la LL sarà di scena il 9 – e il 14 a Legnano che sarà in lotta per i playoff. Senza contare, appunto, la chiusura con la Pielle. Non solo. La Libertas – che molto della sua posizione finale nella regular season capirà la sera di Sabato Santo al PalaMacchia con Herons – deve affrontare squadre in lotta per i loro obiettivi. Oltre ai viaggi a Fiorenzuola e Piacenza, infatti, ci sarà la durissima partita interna con Avellino. Insomma: sulla carta l’unica partita meno difficile è quella di Caserta, che però ha battuto Herons ed è andata vicina a vincere in casa PL.

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Nove partite in 42 giorni il tour de force della Libertas

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07.03.2024

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LIVORNO. Nove partite – dieci in caso di approdo in finale di Coppa Italia – in 42 giorni; da domenica 10 marzo a domenica 21 aprile, giorno del derby, la madre di tutte le sfide. La Akern Libertas si appresta ad entrare nella centrifuga di fine stagione con un paio di buoni propositi in testa: alzare la Coppa (impresa ardua) e cercare di mettere le mani su una delle prime due posizioni al termine della regular season. E anche questa non è un’operazione semplice, vista la concorrenza. Tastiamo il polso alla truppa amaranto.

Che cosa va

Al netto dei sanguinosi scivoloni di Cassino e Rieti, la squadra è solida e ‘resiliente’ perché è sempre riuscita a tirarsi fuori da situazioni scabrose. È accaduto a ottobre quando dopo tre sconfitte consecutive - di cui due interne – gli Andreazziani inanellarono un filotto di otto vittorie di fila. La storia si è ripetuta a febbraio. La sconfitta di Rieti avrebbe potuto minare le certezze amaranto. E invece Fantoni e compagni nelle successive due – durissime – partite interne sono riusciti a piegare la strenua........

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