FIRENZE. Febbre, tosse, mal di gola, naso chiuso. Sono i tipici sintomi provocati dai virus respiratori che in queste settimane stanno colpendo tanti bambini anche in Toscana. Ma quand’è che bisogna davvero preoccuparsi? Cosa fare se il bambino ha la febbre alta che non scende? Quando è necessario andare al pronto soccorso? Sono solo alcune delle domande che si pongono i genitori alle prese con i figli che stanno male e a cui risponde il responsabile del pronto soccorso dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze, Stefano Masi dove il giorno di Santo Stefano – complice anche l’assenza per le feste natalizie dei pediatri di famiglia – c’è stato un picco di 220 accessi, quasi tutti per febbre, sintomi influenzali e respiratori.

Dottor Masi, quali sono i virus respiratori più diffusi tra i bambini in questo periodo?

«A oggi predomina l’influenza mentre sono in calo il virus respiratorio sinciziale e il Covid che invece nelle scorse settimane erano più diffusi. Il picco dell’influenza è atteso nei prossimi giorni e poi la curva dei casi comincerà a scendere».

Che sintomi hanno i pazienti che arrivano al pronto soccorso?

«Soprattutto la febbre che non scende che poi è la condizione che spesso spaventa i genitori ma in realtà è un sintomo di difesa che di per sé – quindi se non è associata ad altri sintomi – non dovrebbe destare preoccupazione. Mediamente chi arriva da noi non ha una condizione tale da richiedere il ricovero in terapia intensiva mentre il 15-20% dei bambini necessita dell’ossigeno per aumentare la saturazione. Ma mi concentrerei di più sul restante 80% che non ne ha bisogno...».

Quando è davvero necessario portare il bambino al pronto soccorso?

«Rispondere a questa domanda non è semplice perché dipende da tante variabili. In primis l’età del bambino che più è piccolo e più è fragile dal punto di vista respiratorio e quindi più a rischio di sviluppare difficoltà respiratorie importanti. Quindi è molto importante valutare l’attività respiratoria: ad esempio nel caso di un bambino che ha meno di un anno e fa più di 50 “atti respiratori” in un minuto non può reggere questa frequenza troppo a lungo perché non ha tanta riserva quindi va visitato».

Ci sono altri sintomi “di allarme”? Se sì, quali?

«Se il bambino oltre alla febbre alta è mogio, dorme tanto, si alimenta poco o è ipotonico va visitato. Il primo attore dovrebbe essere il pediatra di famiglia ma non è sempre semplice trovarlo perché magari il bambino si sente male il fine settimana o come succede in questo periodo natalizio in un giorno di festa. Noi dovremmo essere l’ultimo anello della catena ma non è così».

Ma cosa fare se la febbre non scende?

«La febbre è un fenomeno difensivo quindi non è che abbassarla sia un bene in toto. Se la febbre è alta ma il bambino sta bene e non manifesta altri sintomi come cefalea, vomito, pianto, anche il ricorso all’antifebbrile – come ad esempio paracetamolo o ibuprofene – può non essere immediato. Meglio aspettare per non correre il rischio di eccedere nella somministrazione».

Quando durano i sintomi dell’influenza?

«Diciamo che dipende da bambino a bambino ma in media ci vuole una settimana fra febbre e altri sintomi. Questo nel caso di un decorso senza complicazioni. Se invece subentrano polmoniti o grave stress respiratorio con la necessità di un ricovero in terapia intensiva ovviamente i tempi si allungano».

Quanti accessi avete avuto al pronto soccorso del Meyer nel periodo natalizio?

«Nella settimana di Natale, dove in pratica se il bambino stava male si poteva andare solo al pronto soccorso, abbiamo avuto una media di 180-200 accessi con il picco di Santo Stefano con 220 accessi. In questi primi giorni dell’anno invece sono un po’ diminuiti e la media è stata di 130-140 accessi che non è poco comunque».

E nei reparti com’è la situazione?

«Con questi numeri del pronto soccorso, se 15-20 bambini in media hanno bisogno del ricovero, i reparti sono inevitabilmente pieni. Poi ci sono i pazienti che vengono trasferiti dagli ospedali periferici dove non c’è la terapia intensiva. Diciamo che siamo un po’ con “l’elmetto in testa” ma è una condizione che si verifica tutti gli anni in questo periodo in cui i bambini si ammalano di più».

Lei consiglia il vaccino antinfluenzale per i bambini?

«Certo, andrebbe fatto anche perché è assolutamente sicuro. Il vaccino serve per due motivi: serve a chi si vaccina per non ammalarsi e alla comunità per limitare la circolazione del virus».

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Bambini e virus respiratori, il primario Stefano Masi (Meyer): «In tanti al pronto soccorso per le feste, quali sono i sintomi da non sottovalutare»

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04.01.2024

FIRENZE. Febbre, tosse, mal di gola, naso chiuso. Sono i tipici sintomi provocati dai virus respiratori che in queste settimane stanno colpendo tanti bambini anche in Toscana. Ma quand’è che bisogna davvero preoccuparsi? Cosa fare se il bambino ha la febbre alta che non scende? Quando è necessario andare al pronto soccorso? Sono solo alcune delle domande che si pongono i genitori alle prese con i figli che stanno male e a cui risponde il responsabile del pronto soccorso dell’ospedale pediatrico Meyer di Firenze, Stefano Masi dove il giorno di Santo Stefano – complice anche l’assenza per le feste natalizie dei pediatri di famiglia – c’è stato un picco di 220 accessi, quasi tutti per febbre, sintomi influenzali e respiratori.

Dottor Masi, quali sono i virus respiratori più diffusi tra i bambini in questo periodo?

«A oggi predomina l’influenza mentre sono in calo il virus respiratorio sinciziale e il Covid che invece nelle scorse settimane erano più diffusi. Il picco dell’influenza è atteso nei prossimi giorni e poi la curva dei casi comincerà a scendere».

Che sintomi hanno i pazienti che arrivano al pronto........

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