PRATO. «Ho sentito un tremolio e dopo qualche secondo il palazzo ballava, letteralmente». Sono le 8 del mattino e Alessandro Zeta, 52 anni, insegnante di inglese di Prato, è nell’appartamento a New Taipei City in cui dalla scorsa estate vive con la compagna dopo 20 anni trascorsi negli Stati Uniti.

La terra trema forte a Taiwan. I pensili della cucina si aprono: i bicchieri volano e si frantumano nel pavimento. Dall’armadio si stacca un’anta, cadono i ripiani. La coppia si trova al quinto piano e deve prendere una decisione, in fretta: trovare un riparo in casa o uscire per strada. «È stata la prima volta in cui ho avuto davvero paura – racconta – ero appena rientrato dopo aver accompagnato mio figlio alla fermata dell’autobus per andare a scuola e insieme alla mia compagna ci stavamo preparando per andare al lavoro quando c’è stata questa fortissima scossa. Il palazzo oscillava in maniera impressionante, avevo la sensazione che stesse per venire giù. Ci siamo detti: “Che si fa? Scendiamo o no? Andiamo sotto al tavolo?” Istintivamente siamo corsi verso la porta d’ingresso e ci siamo messi sotto l’architrave pensando che fosse il posto più sicuro. Nella zona in cui viviamo ci sono palazzi molto alti e quindi non ci sembrava il massimo andare per strada…».

Sono attimi lunghissimi per la coppia, che in quel momento spera solo che passi il più velocemente possibile. I due ancora non sanno di essersi ritrovati nel bel mezzo della scossa più forte degli ultimi 25 anni a Taiwan: magnitudo 7.2 scopriranno poco dopo. «Intanto mio figlio era sul bus diretto a scuola – racconta ancora l’insegnante – appena tutto è passato abbiamo saputo che il mezzo si era fermato per strada e che tutti stavano bene. Poi siamo andati a cercare su internet notizie della scossa – racconta ancora Zeta – e vedendo la magnitudo così alta abbiamo pensato che avessero sbagliato a calcolarla: non potevamo crederci. E invece era proprio così. Bisogna anche considerare che noi ci troviamo a 200 chilometri di distanza dall’epicentro, che è stato nella contea di Hualien e comunque si è sentito bene, bene. In casa si sono rotti tutti i bicchieri, si è staccata l’anta dell’armadio ma nulla di più».

Un terremoto che è stato 30 volte più forte di quello dell’Aquila del 2009 ma che a Taiwan ha provocato tutto sommato danni contenuti grazie soprattutto alle strutture antisismiche. «Il nostro palazzo, pur non essendo di recente costruzione, non ha avuto danni – spiega Zeta – e nemmeno quelli intorno. Qualche danno in più c’è stato nella contea dell’epicentro ma vista l’intensità del sisma mi aspettavo che il bilancio potesse essere di gran lunga peggiore. Nel 1999 a Taiwan ci fu un sisma disastroso di magnitudo 7.6 che causò la morte di oltre 2.400 persone, questa volta per fortuna non è stato così».

Dopo la scossa più forte ce ne sono state altre durante la giornata (un centinaio nella notte con intensità massima di magnitudo 4, ndr) ma a Taipei le attività non sono state interrotte e le persone sono andate regolarmente al lavoro. «Io nel pomeriggio ne ho contate almeno 6 mentre ero a fare lezione ai miei studenti – spiega – e per quanto fossero meno forti ti fanno comunque paura anche perché pensi: “Chissà come sarà la prossima...” Con i ragazzi – continua – siamo rimasti in classe ma loro mi hanno raccontato che quando c’è stata la scossa forte erano già a scuola e sono stati evacuati in giardino. Erano tranquilli, non spaventati ma qui sono abituati a convivere col terremoto».

Non si può dire lo stesso per Alessandro che a poco più di 24 ore dalla scossa – mentre a Taiwan hanno già iniziato a demolire i palazzi danneggiati - ha ancora ben chiari quei terribili momenti. «La sensazione che ho avuto in quel momento – dice – è che non puoi fare niente, puoi scegliere se andare sotto la porta o per strada ma per il resto sei impotente».

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Un toscano nel dramma del terremoto a Taiwan: «Il palazzo oscillava, pensavo crollasse. Dopo la scossa? Sono andato al lavoro»

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04.04.2024

PRATO. «Ho sentito un tremolio e dopo qualche secondo il palazzo ballava, letteralmente». Sono le 8 del mattino e Alessandro Zeta, 52 anni, insegnante di inglese di Prato, è nell’appartamento a New Taipei City in cui dalla scorsa estate vive con la compagna dopo 20 anni trascorsi negli Stati Uniti.

La terra trema forte a Taiwan. I pensili della cucina si aprono: i bicchieri volano e si frantumano nel pavimento. Dall’armadio si stacca un’anta, cadono i ripiani. La coppia si trova al quinto piano e deve prendere una decisione, in fretta: trovare un riparo in casa o uscire per strada. «È stata la prima volta in cui ho avuto davvero paura – racconta – ero appena rientrato dopo aver accompagnato mio figlio alla fermata dell’autobus per andare a scuola e insieme alla mia compagna ci stavamo preparando per andare al lavoro quando c’è stata questa fortissima scossa. Il palazzo oscillava in maniera impressionante, avevo la sensazione che stesse per venire........

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