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LIVORNO. Da un lato i dati oggettivi. Il primo riguarda il via libera della Regione, avvenuto al termine della conferenza dei servizi, sul rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale al termovalorizzatore del Picchianti per dodici anni (l’arco temporale andava da dieci a sedici). Il secondo, contenuto nel medesimo documento, dice che lo struggino – la richiesta vincolante era del Comune di Livorno che controlla il 100% di Aamps – non potrà comunque restare aperto oltre il 31 dicembre 2027. In mezzo ci sono incognite legate alla reale possibilità di riaprire l’impianto chiuso da quattro mesi e per tutto il 2024, i costi legati alla rimessa in funzione e la polemica politica collegata alla mancata chiusura definitiva.

Spiega il sindaco Luca Salvetti: «Noi abbiamo lavorato in una certa direzione, gli elementi che avevano inserito nella conferenza dei servizi sono tutti accettati e inseriti nel percorso futuro e di questo siamo contenti. Sappiamo che l’impianto sarà superato e c’è già una data (fine 2027 ndr) , poi verrà valutato dai tecnici se ciò può avvenire anche prima». Detto in soldoni, i vertici di Retiambiente, di cui Aamps fa parte, dovranno valutare se è economicamente sostenibile (e vantaggioso) spendere circa 15 milioni di euro per riattivare il termovalorizzatore e se questo investimento può essere ammortizzato entro la data chiusura. O se invece è meglio bruciare i rifiuti altrove.

L’analisi di Gabriele Volpi (Europa Verde) e Marco Guercio (Sinistra Italiana) allenati di Salvetti alle prossime amministrative è chiara: «Non ci stiamo e ci impegneremo affinché non vengano destinati fondi pubblici a un progetto obsoleto e dannoso ambientalmente ed economicamente come l’inceneritore di Livorno. Chiediamo che venga data priorità alla raccolta differenziata con tariffa puntuale e agli impianti di trattamento meccanico-biologico, moderni e efficienti, che rappresentano il futuro della gestione dei rifiuti. Ha fatto bene il sindaco di Livorno a imporre una data limite al 2027. Con quella data non ci sono le condizioni economiche per far rientrare un investimento di più di 15 milioni di euro senza rischiare di fare danni economici e erariali di cui i responsabili risponderanno nella dovute sedi».

Attacca Carlo Ghiozzi, consigliere della Lega: «Salvetti ancora una volta ha preso in giro i livornesi. Come la Lega aveva più volte dichiarato che sarebbero stati stanziati fondi per il revamping del termovalorizzatore di Livorno e che questo sarebbe rimasto aperto ancora per anni, così è stato». E aggiunge: «Se si fosse fatta un’operazione verità, come la Lega sostiene, ovvero che non si può chiudere un impianto strategico come questo termovalorizzatore senza avere una valida, concreta e imminente alternativa, ma che si doveva invece investire gradualmente per la ristrutturazione e l’ammodernamento dello stesso, le spese sarebbero state diluite negli anni per una corretta manutenzione ordinaria senza avere numerosi ingenti danni all’impianto, senza ritrovarsi a sborsare cifre così esose tutte insieme e senza dover ricorrere alla chiusura di un anno per i malfunzionamenti. Chi pagherà questi ritardi? Ovviamente ancora una volta i livornesi», conclude.

Critico anche il candidato della “Coalizione del Rinnovamento”, Alessandro Guarducci: «Ora l’amministrazione Pd deve decidersi e smettere di raccontare favole. Se davvero c’è un vincolo di chiusura entro il 2028, è impossibile pensare che si spendano 20 milioni di euro dei cittadini per il revamping dell’impianto. Una somma enorme che non può essere ammortizzata in tre anni: se si vuole davvero spegnare il termovalorizzatore, allora facciamolo subito. Altrimenti è necessario procedere a creare un centro che, nel rispetto di tutti i più stringenti parametri ambientali, gestisca i rifiuti abbattendo costi di lavorazione e creando lavoro come si fa nel nord Italia (Brescia, Bergamo) e nel Nord Europa. I cittadini e le imprese – conclude – hanno bisogno di risposte chiare non di promesse smentite dagli atti».

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Inceneritore a Livorno, permessi rinnovati: «Ma sarà chiuso entro fine 2027»

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15.04.2024

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LIVORNO. Da un lato i dati oggettivi. Il primo riguarda il via libera della Regione, avvenuto al termine della conferenza dei servizi, sul rinnovo dell’autorizzazione integrata ambientale al termovalorizzatore del Picchianti per dodici anni (l’arco temporale andava da dieci a sedici). Il secondo, contenuto nel medesimo documento, dice che lo struggino – la richiesta vincolante era del Comune di Livorno che controlla il 100% di Aamps – non potrà comunque restare aperto oltre il 31 dicembre 2027. In mezzo ci sono incognite legate alla reale possibilità di riaprire l’impianto chiuso da quattro mesi e per tutto il 2024, i costi legati alla rimessa in funzione e la polemica politica collegata alla mancata chiusura definitiva.

Spiega il sindaco Luca Salvetti: «Noi abbiamo lavorato in una certa direzione, gli elementi che avevano inserito nella conferenza dei servizi sono tutti accettati e inseriti nel percorso futuro e di questo siamo contenti. Sappiamo che l’impianto sarà superato e........

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