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LIVORNO. Il caos in consiglio comunale di venerdì scorso verso la procura della Repubblica. Attraverso un’informativa che sarà inviata in via Falcone e Borsellino dalla polizia municipale intervenuta in aula per allontanare i due consiglieri – Alessandro Perini (Fratelli d’Italia) e Carlo Ghiozzi (Lega) – che poco prima avevano occupato il posto del presidente Pietro Caruso in segno di protesta per «il mancato rispetto del regolamento comunale», impedendo di fatto il prosieguo dei lavori.

Al centro dello scontro politico il sistema scelto per la votazione delle oltre settecento osservazioni agli emendamenti al Piano operativo da parte dello stesso Caruso. «Comportamento irregolare», secondo le opposizioni. Tanto che le minoranze hanno poi abbandonato l’aula per chiedere – senza ottenerlo – l’intervento del prefetto.

È la ricostruzione di questi fatti su cui la polizia sta lavorando per completare un documento circostanziato. Che non si tratta, però, di una notizia di reato, ma appunto di una informativa che adesso dovrà essere visionata dal magistrato al quale spetta il compito di valutare se ci sono gli estremi per aprire un fascicolo iscrivendo una ipotesi di reato e nel caso anche indagare uno o più soggetti. Magari delegando alla polizia giudiziaria stessa l’acquisizione dello streaming del consiglio.

Le ipotesi

Come detto, toccherà al pubblico ministero analizzare l’informativa e decidere quale strada prendere. Per semplificare le cose, le opzioni possibili sono tre. La più semplice è quella di non ravvisare illeciti e cestinare l’informativa. La seconda è contestare ai due consiglieri ribelli il reato di interruzione di pubblico servizio. Una possibilità che implica due verifiche: se la seduta era sospesa al momento dell’occupazione e se il presidente, anche con lo scranno occupato, fosse o meno nelle condizioni di proseguire i lavori.

Ha raccontato al Tirreno Caruso: «Ho sospeso la seduta nel momento in cui la situazione non si sbloccava e non potevo proseguire con il consiglio, a partire dal non poter gestire la strumentazione».

Infine, c’è l’altra faccia della medaglia. Secondo le opposizioni il comportamento del presidente su «pressione della maggioranza» è stato «contrario ai doveri di ufficio», tanto da rilevare delle «omissioni». In questo caso torniamo al rispetto (o meno) del regolamento. «Se il regolamento dice una cosa - spiegava Perini – si fa dichiarazione di voto di tre minuti su ciascun emendamento, senza individuare altre alternative, vuole dire che quella è la disciplina per tutti i casi». Al contrario - come ha spiegato lo stesso Caruso - difendendo la bontà della scelta «il presidente del consiglio può decidere, d’accordo con i due vice presidenti e sentendo il segretario generale di portare avanti la funzionalità del consiglio comunale. E in questo caso non è normato il fatto che vengano presentati 1.600 emendamenti. A quel punto devi trovare un modo per garantire a tutti un’ampia possibilità di discussione e dall’altra garantire – conclude – i lavori e un programma. E così è stato».

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Livorno, caos in consiglio comunale: informativa verso la Procura

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11.04.2024

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LIVORNO. Il caos in consiglio comunale di venerdì scorso verso la procura della Repubblica. Attraverso un’informativa che sarà inviata in via Falcone e Borsellino dalla polizia municipale intervenuta in aula per allontanare i due consiglieri – Alessandro Perini (Fratelli d’Italia) e Carlo Ghiozzi (Lega) – che poco prima avevano occupato il posto del presidente Pietro Caruso in segno di protesta per «il mancato rispetto del regolamento comunale», impedendo di fatto il prosieguo dei lavori.

Al centro dello scontro politico il sistema scelto per la votazione delle oltre settecento osservazioni agli emendamenti al Piano operativo da parte dello stesso Caruso. «Comportamento irregolare», secondo le opposizioni. Tanto che le minoranze hanno poi........

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