livorno

cronaca

LIVORNO. In cambio di 50 o 100 euro, consegnati direttamente a mano oppure in busta chiusa, ma anche nascosti dentro a una cartellina, era disposto a redigere, utilizzando le credenziali di veri medici, false certificati di malattia ai lavoratori marittimi che di volta in volta si presentavano nella sede del Servizio assistenza sanitaria naviganti, in piazza Micheli 9.

Era questo il sistema corruttivo messo in piedi da Pierluigi Fornaro, 63 anni, professione infermiere, coordinatore e responsabile del medesimo ambulatorio affacciato sul porto Mediceo.

Dal blitz alla sentenza

A distanza di meno di un anno dal blitz della squadra mobile che portò a cinque misure cautelari, si è chiuso il primo capitolo giudiziario di una vicenda che ha smascherato – spiegano gli inquirenti – una procedura dove l’illegalità era diventata un’abitudine. Tanto che le persone finite nel registro degli indagati, tra medici, infermieri e marittimi, sono in tutto trentuno.

La scelta

Proprio Fornaro, considerato dagli inquirenti coordinati dalla pubblico ministero Alessandra Fera il vertice del sistema truffaldino, nei mesi scorsi aveva – attraverso la sua avvocato Laura Formichini – avanzato la richiesta di patteggiare per i reati di corruzione e induzione all’indomani dell’incidente probatorio al quale si è sottoposto (restano le contestazioni per la presunta truffa ai danni dello Stato e i falsi per i quali si procede separatamente).

Il documento

Proprio alla luce – si legge nella sentenza firmata dal giudice Marco Sacquegna – «del positivamente apprezzabile comportamento processuale di natura confessoria e del risarcimento del danno», gli sono state riconosciute «le attenuanti generiche» che hanno portato a una pena complessiva di tre anni e otto mesi di reclusione, la condanna alle spese processuali e l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni.

Scrive il giudice nelle motivazioni della sentenza tratteggiando il profilo dell’infermiere: «Alla luce della comunicazione della notizia di reato e dei relativi allegati – si legge – emerge che l’imputato ha con costante sistematicità, nella sua qualità di coordinatore e responsabile del Sans, e dunque quale incaricato di pubblico servizio, redatto false certificazioni mediche funzionali all’ottenimento da parte di terzi (i marittimi imbarcati) di indennità di malattia corrisposte dall’Inps , ricevendo in cambio denaro o altre utilità, e inoltre induceva Lorella Pratesi a consegnargli denaro per il rilascio di una certificazione medica della quale la donna aveva diritto».

Le contestazioni

È attraverso i ventisette episodi di corruzione che la Procura contesta a Fornaro che è possibile ricostruire sia il periodo, che il sistema che stava dietro al presunto raggiro.

La prima contestazione registrata dagli investigatori, infatti, risale al 9 novembre 2022 quando nell’ufficio del servizio marittimi si presenta Giovanni Sabella, allora dipendente della compagnia “Dalmare” e imbarcato sulla nave Gorgona.

Dalle risultanze dell’indagine il marittimo, in cambio della somma di 50 euro corrisposta al l’infermiere, ha ottenuto un certificato di malattia falso firmato con il timbro di del dottor Giovanni Citti.

L’ultimo certificato taroccato risale a quasi cinque mesi di distanza dal primo. Si tratta di finte malattie – secondo gli investigatori – che l’infermiere ha rilasciato a Maurizio Sandri e alla sua compagna. In mezzo episodi che si ripetevano a cadenza bisettimanale con la medesima sceneggiatura .

Il futuro del processo

Archiviato questo primo stralcio dell’inchiesta, sembra imminente la chiusura delle indagini da parte della pubblico ministero Alessandra Fera.

Sono trentuno, ad oggi, le persone coinvolte a vario titolo tra medici, infermieri e marittimi.

Notificato l’avviso di chiusura indagini, è possibile che – viste le rivelazioni da parte di Fornaro – che diversi indagati possano decidere di chiedere un rito alternativo evitando il processo ordinario.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

QOSHE - Soldi per i falsi certificati medici, tre anni e otto mesi all’infermiere - Federico Lazzotti
menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

Soldi per i falsi certificati medici, tre anni e otto mesi all’infermiere

8 1
28.03.2024

livorno

cronaca

LIVORNO. In cambio di 50 o 100 euro, consegnati direttamente a mano oppure in busta chiusa, ma anche nascosti dentro a una cartellina, era disposto a redigere, utilizzando le credenziali di veri medici, false certificati di malattia ai lavoratori marittimi che di volta in volta si presentavano nella sede del Servizio assistenza sanitaria naviganti, in piazza Micheli 9.

Era questo il sistema corruttivo messo in piedi da Pierluigi Fornaro, 63 anni, professione infermiere, coordinatore e responsabile del medesimo ambulatorio affacciato sul porto Mediceo.

Dal blitz alla sentenza

A distanza di meno di un anno dal blitz della squadra mobile che portò a cinque misure cautelari, si è chiuso il primo capitolo giudiziario di una vicenda che ha smascherato – spiegano gli inquirenti – una procedura dove l’illegalità era diventata un’abitudine. Tanto che le persone finite nel registro degli indagati, tra medici, infermieri e marittimi, sono in tutto trentuno.

La scelta........

© Il Tirreno


Get it on Google Play