livorno

cronaca

LIVORNO. Duecentosettanta multe in tre anni per edifici pericolanti. Il destinatario? L’amministratore di codominio. La contestazione? Lo stato di conservazione dell’immobile. Del resto capita spesso, in città, di vedere marciapiedi transennati per caduta calcinacci. L’ultimo caso si è registrato pochi giorni fa all’altezza dei civici 97 e 99 del viale Italia.

L’iter dopo il crollo

Sul posto, come da prassi, sono intervenuti i vigili del fuoco che hanno controllato che non fossero prossimi al distacco altri pezzi di intonaco, avvertendo la polizia municipale che ha attivato a sua volta la protezione civile incaricata di transennare il tratto interessato per circa 25 metri, in attesa della messa in sicurezza alla quale deve provvedere l’amministratore dell’immobile. La procedura, in questi casi, prevede che sia paghino le spese del transennamento. E se entro 30 giorni non si sono effettuati gli interventi finalizzati ad aver eliminato completamente il pericolo, si comincia a pagare il suolo pubblico. L’amministratore dovrà quindi dichiarare sotto la propria responsabilità che si è messo in sicurezza il fabbricato demolendo eventuali altri parti ammalorate. E la dichiarazione dovrebbe essere immediatamente preliminare a un intervento definitivo di ripristino.

90 verbali l’anno

In questi casi la polizia municipale fa una multa all’amministratore del condominio, responsabile in solido di ogni accadimento. Sono 270 i verbali arrivati a destinazione tra il 2021 e il 2023. Novanta nel primo dei tre anni, 94 in quello successivo e 86 nell’ultimo. Si contesta in questi casi l’infrazione dell’articolo 30 del codice della strada: “I fabbricati e i muri fronteggianti le strade devono essere conservati in modo da non compromettere l’incolumità pubblica. Chi non osserva le disposizioni è soggetto alla sanzione amministrativa che va da 422 a 1.697 euro».

La responsabilità

Nei condomini, come detto, i responsabili sono gli amministratori. Marco Vangi, presidente provinciale e coordinatore regionale della Anaip, dice che «la vigilanza è a carico nostro. Dovremmo monitorare periodicamente i fabbricati che affinché certe situazioni siano scongiurate. E nel caso in cui si verifichino anche piccoli cenni di anomalie si deve immediatamente intervenire. A volte forse qualcuno non fa controlli personalmente, aspettando che sia il condomino stesso a segnalare una lesione, una fessura. Una cattiva abitudine, questa, fortunatamente sempre meno frequente grazie alla campagna di sensibilizzazione delle nostre associazioni. Se invece si notano dei piccoli segnali facendo regolari ispezioni, alla prima assemblea si delibera per un controllo approfondito e, nel caso, si avvia subito manutenzione per scongiurare episodi spiacevoli». Sono esami visivi tuttavia e non sempre anche uno sguardo attendo rivela l’esatto stato di salute di una facciata o di un cornicione. E se all’apparenza risultava tutto a posto, l’episodio assume carattere di mera accidentalità. In questo caso la polizza assicurativa certamente non perde di validità. E per l’amministratore non si parla di responsabilità penale alla quale, in caso contrario, è soggetto. Non viene evitata però la multa, che arriva al condominio ma che alla fine, con un rifiuto a pagare da parte di chi ci abita, dovrà pagare l’amministratore. «Non si può mai dire – riprende Vangi – ma un esame periodico approfondito dello stato, sia da parte nostra che raccomandandoci ai residenti, lascia moderatamente sereni. Anche credere di essere tranquilli perché una facciata è stata fatta da un anno, può non bastare. Basta che una ditta abbia lavorato peggio, ed ecco che certi parametri decadono».

Le fatalità

Mirella Campidonico, presidente provinciale Anaci, da parte sua sottolinea che «si deve dare incarichi immediati, là dove si vede un pericolo. Specialmente se un cornicione si affaccia sulla pubblica via. Chiamando con sollecitudine la prima ditta che può intervenire. Quando si verifica la famosa accidentalità, è una grana, ma evento imprevedibile. Accadde recentemente ad un mio condominio sugli Scali del Monte Pio. Una persona chiamò i vigili del fuoco avendo notato che si stavano staccando dei pezzi di pietra serena dalle cornici sotto le finestre. Il giorno stesso ecco transenne, ponteggio a protezione del portone di ingresso e gli acrobati per evitare l’uso delle piattaforme che avrebbero significato chiusura della strada. Tutto in sei ore. Dalla messa in sicurezza alle protezioni anti sgretolamento. Quattordicimila euro e per fortuna, senza danni a cose e persone». Disperata, Campidonico. Perché, per evitare il più possibile certi rischi, occorrerebbe almeno una ispezione di esperti che con l’ausilio di autoscale battessero centimetro dopo centimetro le facciate. «Impossibile, ma anche oneroso per i condomini. E poi, c’è sempre la situazione che non si può prevedere. E che dire di una persiana che magari cade? È considerata pertinenza dell’appartamento ma alla fine, si cerca sempre l’amministratore. A volte passa la voglia di continuare con questa professione. Molte responsabilità, guadagni relativi».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

QOSHE - Cornicioni e intonaci pericolanti, a Livorno negli ultimi tre anni 270 sanzioni: di chi sono le responsabilità? - Flavio Lombardi
menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

Cornicioni e intonaci pericolanti, a Livorno negli ultimi tre anni 270 sanzioni: di chi sono le responsabilità?

20 1
02.02.2024

livorno

cronaca

LIVORNO. Duecentosettanta multe in tre anni per edifici pericolanti. Il destinatario? L’amministratore di codominio. La contestazione? Lo stato di conservazione dell’immobile. Del resto capita spesso, in città, di vedere marciapiedi transennati per caduta calcinacci. L’ultimo caso si è registrato pochi giorni fa all’altezza dei civici 97 e 99 del viale Italia.

L’iter dopo il crollo

Sul posto, come da prassi, sono intervenuti i vigili del fuoco che hanno controllato che non fossero prossimi al distacco altri pezzi di intonaco, avvertendo la polizia municipale che ha attivato a sua volta la protezione civile incaricata di transennare il tratto interessato per circa 25 metri, in attesa della messa in sicurezza alla quale deve provvedere l’amministratore dell’immobile. La procedura, in questi casi, prevede che sia paghino le spese del transennamento. E se entro 30 giorni non si sono effettuati gli interventi finalizzati ad aver eliminato completamente il pericolo, si comincia a pagare il suolo pubblico. L’amministratore dovrà quindi dichiarare sotto la propria responsabilità che si è messo in sicurezza il fabbricato demolendo eventuali altri parti ammalorate. E la dichiarazione dovrebbe essere immediatamente preliminare a un intervento definitivo di........

© Il Tirreno


Get it on Google Play