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Livorno Qualcuno potrebbe aver notato ieri pomeriggio, un po’ di movimento passando all’altezza di piazza della Repubblica. Bastava osservare all’interno dell’area attrezzata a cantiere di quella parte dove c’è il Cisternino per capire che gli “stati generali” per l’inizio dei lavori sulla via Grande, erano tutti lì riuniti. Non c’era il sindaco, fuori sede per impegni personali. Varcata la rete, volti più o meno noti.

Il sopralluogo

Tecnici dell’associazione temporanea delle imprese Frangerini, Edinfra e Lumar incaricata di eseguire l’intervento di restauro, la direttrice dei lavori, architetta Lucia Celle dell’Ipostudio di Firenze vincitore del progetto, l’ingegner Roberto Pandolfi del comune, l’assessora all’urbanistica Silvia Viviani, e quello al turismo e commercio Rocco Garufo. In visione, lastre di spessore e superficie variabile, la scelta che cade subito su quelle più grosse evitando l’effetto “mattonella casalinga” e che hanno bisogno della forza di quattro uomini per essere sollevate. Un campionario steso sul selciato a riempire una discreta porzione in metri quadri, proveniente da alcune di quelle poche aziende in Italia (molte per tradizione sono nelle Marche e nel Veneto, ndr) che riproducono pur conservando una lavorazione artigianale, la “palladiana” in versione moderna. Usando cemento, resine e componenti naturali. Le dimensioni appaiono uguali: 122 centimetri di lunghezza, per 88 di larghezza e con uno spessore di tre. All’interno, ci sono dei triangoli. Si nota subito che alcune presentano il disegno geometrico più grosso, ed alcune fra queste, ne contengono in tutto sei; altri tipi invece, lo hanno più piccolo e ne contengono il doppio. Il colore di questi triangoli, sarà sempre comunque il solito. Chiaro, neutro. Mentre a cambiare sarà lo sfondo nel quale saranno incastonati. Uno sfondo variabile, secondo quanto stabilito in fase progettuale, partendo dal blu mare che si incontrerà da piazza Colonnella (dove ci sono le fontane del Tacca), andando su un grigio in zona Duomo, per ripartire da un rosa fino a un rosso nella parte opposta, quella che guarda verso terra. Sei sfumature che hanno una loro definizione su carta, una simulazione fatta al computer, ma che necessitava di una visione sul posto ed in pien’aria del prodotto finito, con una serie di campioni che le ditte stesse hanno inviato in attesa di sapere su chi cadrà la scelta ed avere il codice corrispondente che eviterà errori in fase di produzione.

I colori

Il colore più complesso da realizzare, è proprio quello che richiama ad un blu marino. In natura non sono disponibili inerti di quella tinta, deve essere individuato l’aggregante giusto, i test stanno dando già buoni risultati e nel giro di alcuni giorni, sarà trovata finalmente la tonalità voluta e della giusta saturazione. Apprezzamento per tutto il materiale ricevuto, ritenuto dagli esperti di alta qualità. Ma ad essere premiata sarà una sola e si dovrà decidere alla svelta, perché chi riceverà l’incarico dovrà andare in produzione senza perdere tempo. La direttrice dei lavori, spiega il formato. «Si tratta di pezzi artigianali, semi industriali, che invece di creare la palladiana come si faceva un tempo, o più correttamente pavimenti seminati veneziani, oggi si producono su misura rispettando le esigenze del committente, direttamente come fossero un tappeto. Il disegno immaginato, è una pioggia di triangoli inseriti su sfondo colorato composto da resina cementizia. Un disegno casuale, che a seconda di come si piazzeranno a terra, manterranno la casualità in maniera armoniosa e non notando i giunti fra una e l’altra. La difficoltà maggiore, semmai è stata quella di prevedere l’inserimento della cornice esterna in travertino, perché i portici anche se non sembra, non sono larghi uguali e anche i colonnati son diversi presentandosi in forma più arrotondata o più quadrata o più rettangolare. Il travertino tagliato su misura, farà da bordo ai pilastri ma anche lungo gli ingressi dei negozi e verso il marciapiede».

Insomma, traspare che con una manutenzione ordinaria, soprattutto legata all’intervento delle macchine che lavano con l’ausilio di potenti spazzoloni, la via Grande che sarà, diventerà dopo tanto degrado, una strada di cui tornare ad essere orgogliosi. Celle, parla di come ha immaginato da subito il progetto. «L’importante, era che fosse un progetto unitario, rispettando la filosofia palladiana, realizzata da cima a fondo con stessi materiali, abbandonando l’idea di un unico colore secondo me un po’ pesante e impattante, partendo invece dal rosso mattone color della terra e della Fortezza Nuova, al blu del mare nella parte vicina al porto. Dargli in fondo anche un significato un po’ poetico. Siamo convinti della validità del concetto che con questa opera vogliamo esprimere e siamo consapevoli che avremo addosso gli occhi di una città intera».

Le prove

Nel frattempo, un tecnico, fa alcune prove. Appoggia delle piastrelle 10x10 sulle grosse lastre, cercando fra la moltitudine di campioni. Colori e tonalità, per “indovinare” quelli ritenuti giusti e sui quali gettare le basi per quello che dovrà diventare l’ok definitivo. Anche l’assessora Viviani e lì che osserva. Ed appare soddisfatta di ciò che vede. Per esempio, indica una lastra che per una metà ha ricevuto un trattamento di lunga vita e che tra l’altro contribuisce a rendere un rosa più intenso da quello che si può riscontrare rispetto a quella parte che si presenta così come è uscita dalla rustica produzione. È chiamata “spinta colore”. Non sarà l’unico trattamento che ogni lastra riceverà prima di essere parte della nuova pavimentazione. Ci dovrà essere anche applicato un prodotto anti sdrucciolevole per la sicurezza dei pedoni. «Abbiamo sempre detto di fare una sostituzione della palladiana - dice Viviani -, rimanendo nella logica che ha contraddistinto via Grande così come la conosciamo e come fu realizzata nel dopo guerra. Noto che i materiali sono molto belli e direi che abbiamo un piacevole imbarazzo della scelta. Pochi giorni per decidere, per avere il tempo di coordinarci con la Soprintendenza, alla quale spetta il parere definitivo e l’approvazione di questo effetto scenico con i colori che dal mare verso piazza della Repubblica, mano mano cambiano, fondendosi con gli elementi della città. Direi che in quindici o venti giorni, si dovrebbe arrivare alla definizione. Lastre importanti, belle e solide con i triangoli di travertino affogati a mano. Appena deciso il tipo di lastra, partirà l’ordine. Occorrerà del tempo prima di avere i quantitativi che servono a iniziare i piccoli lotti, ma intanto si lavorerà sul resto. Tutti lavori propedeutici e che vanno fatti prima. Che riguardano gli impianti di illuminazione sotto tutti i loggiati. A quel punto, le lastre cominceranno ad arrivare e si potrà cominciare a rimuovere la vecchia pavimentazione e posizionare quella nuova». Sorride anche Garufo. «Una operazione di riqualificazione urbana importante e che avrà ricadute positive anche sul commercio». l

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Livorno, in via Grande portici a colori: ecco l'effetto rosa e blu

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10.01.2024

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Livorno Qualcuno potrebbe aver notato ieri pomeriggio, un po’ di movimento passando all’altezza di piazza della Repubblica. Bastava osservare all’interno dell’area attrezzata a cantiere di quella parte dove c’è il Cisternino per capire che gli “stati generali” per l’inizio dei lavori sulla via Grande, erano tutti lì riuniti. Non c’era il sindaco, fuori sede per impegni personali. Varcata la rete, volti più o meno noti.

Il sopralluogo

Tecnici dell’associazione temporanea delle imprese Frangerini, Edinfra e Lumar incaricata di eseguire l’intervento di restauro, la direttrice dei lavori, architetta Lucia Celle dell’Ipostudio di Firenze vincitore del progetto, l’ingegner Roberto Pandolfi del comune, l’assessora all’urbanistica Silvia Viviani, e quello al turismo e commercio Rocco Garufo. In visione, lastre di spessore e superficie variabile, la scelta che cade subito su quelle più grosse evitando l’effetto “mattonella casalinga” e che hanno bisogno della forza di quattro uomini per essere sollevate. Un campionario steso sul selciato a riempire una discreta porzione in metri quadri, proveniente da alcune di quelle poche aziende in Italia (molte per tradizione sono nelle Marche e nel Veneto, ndr) che riproducono pur conservando una lavorazione artigianale, la “palladiana” in versione moderna. Usando cemento, resine e componenti naturali. Le dimensioni appaiono uguali: 122 centimetri di lunghezza, per 88 di larghezza e con uno spessore di tre. All’interno, ci sono dei triangoli. Si nota subito che alcune presentano il disegno geometrico più grosso, ed alcune fra queste, ne contengono in tutto sei; altri tipi invece, lo hanno più piccolo e ne contengono il doppio. Il colore di questi........

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