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cronaca

LIVORNO. Ci ha lasciati all’età di 55 anni, dopo una malattia con la quale ha combattuto dal 2020, Marco Barani. Camionista sin da quando aveva terminato gli studi per ottenere il diploma, sali’ così su una motrice della ditta Catastini di cui poi sarebbe diventato titolare assieme al fratello Luca e consorziata nella Cora trasporti di cui proprio Luca ricopre un ruolo nel consiglio di amministrazione.
La sua vita terrena è terminata quando sul cielo di Livorno, qualcuno alle 3 sparava ogni tanto ancora qualche petardo; un’ora in cui in molte case si fa sempre festa per dare il benvenuto al nuovo anno. E subito al mattino, quando la città ha cominciato a risvegliarsi, si è sparsa la voce. Con tanti amici che hanno inteso dargli l’ultimo saluto alla camera mortuaria dell’ospedale.

È stato un continuo pellegrinaggio anche di molti lavoratori e dirigenti dell’ambito portuale, perché Marco era ben voluto da chiunque avesse con lui un rapporto. Accompagnandolo fino al cimitero dei Lupi dove ieri pomeriggio è stato cremato e dove le ceneri riposeranno. “Se n’è andata un bella persona - dice il fratello - sempre col sorriso sulle labbra, sempre disponibile per gli altri e che amava stare in compagnia dei molti amici che aveva. Non ha mai discusso con nessuno. Si era comprato anche una moto per fare dei bei giri fuori porta. Un carattere espansivo, molto più di me, che amava anche fare i viaggi. L’ultimo, a New York in agosto. Al suo ritorno, però, il quadro clinico è peggiorato, dovendo interrompere l’attività lavorativa che ha sempre svolto sin da giovane perché non poteva più fare molte delle cose che appaiono normali per chiunque abbia uno stato di salute buono. Già una sconfitta, per uno che non appariva indebolito nemmeno dalle terapie e faceva viaggi pure all’estero, guidando il suo mezzo”.

Sul suo profilo fb, un numero incalcolabile di messaggi da parte di chi lo conosceva bene, un numero che ha commosso i familiari che non si aspettavano che questa notizia suscitasse una simile reazione. “Era un buono, un generoso, non rifiutava certo un favore se poteva. Per questo era impossibile non volergli bene. Non particolarmente amante dello sport, il suo hobby era, compatibilmente agli impegni di lavoro, quello appunto di viaggiare. Scoprire nuovi posti, curioso di usi e costumi. Era una persona solare ed allegra alla quale piaceva stare in mezzo agli altri”.

Senza moglie e figli, Marco nell’ultimo mese si era trasferito proprio a casa dal fratello, dove grazie anche all’assistenza di alcuni fraterni amici, ha potuto affrontare la sua personale battaglia con spirito battagliero e senza mai perdere il gusto di una battuta. Fino al peggioramento che il 28 dicembre, fece propendere per il ricovero in ospedale alle cure palliative. «Dei veri angeli ai quali va tutta la mia ammirazione ed il mio ringraziamento - riprende Luca -; per tutto ciò che ogni giorno la dottoressa Cardone e tutti gli altri fanno. Come famiglia, abbiamo già deciso di organizzare una raccolta fondi in favore del reparto, invitando tutti gli amici di Marco che leggeranno il giornale a fare altrettanto. In via autonoma, oppure contattandoci».