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LIVORNO. «L’impegno profuso dalla Regione per dare a Livorno un ospedale moderno è pari a quello messo in strutture universitarie come Careggi a Firenze, le Scotte a Siena, Cisanello a Pisa per avere risultati efficaci anche sui costi». Lo ha detto Eugenio Giani intervenendo agli stati generali della sanità organizzati nel salone di palazzo Granducale dal Comune di Livorno.

Un ospedale moderno, le cui basi devono essere gettate da chi ha competenza. «Si deve avere la capacità di vivere, progettare, ideare spazi. Ma non lasciamo questo compito ai politici e nemmeno agli architetti. Deleghiamo a chi un ospedale lo usa e sa bene cosa serve e come organizzare i reparti: sono i medici e tutto il resto del personale. Una partecipazione attiva di queste figure è necessaria per fare le cose fatte bene», ha detto il presidente della Regione a metà di una giornata densa di interventi che ha visto la partecipazione anche dei sindacati Fials, Cgil e Cisl che promettono di non abbassare la guardia sul numero di personale da integrare e la disponibilità a collaborare ad un tavolo se l’interlocutore continuerà l’impegno a privilegiare la struttura sanitaria pubblica, senza fare regali a quella privata. «Una garanzia dalla quale non si prescinde», ha detto il consigliere regionale del PD Francesco Gazzetti.

Sarà il primo di una serie di altri incontri di questo tipo, è stato assicurato dal sindaco Luca Salvetti. «Il prossimo appuntamento sarà a inizio aprile».

Giani ha ricordato «le difficoltà all’interno delle quali ogni Regione deve muoversi tenendo conto dei tagli e di una deriva che tende a destinare il 6 per cento del Pil alla sanità, in controtendenza rispetto al 7,5 della media europea. Spendere pensando ad investire in tecnologia, serve quindi non solo per migliorare il servizio al cittadino, ma anche per ottimizzare le spese che con le strutture vetuste invece strangolano sempre più il sistema».

Integrarsi con Pisa

«Sono qui per rassicurare che dal momento in cui sarà terminata la fase di progettazione, il nuovo ospedale per noi rappresenta una priorità, senza dimenticarci di come poter utilizzare gli spazi da riqualificare. Livorno si dovrà inoltre integrare con Pisa e mantenere degli equilibri. Questo non significa non mantenere qui delle eccellenze. L’intento è diverso. Stiamo allestendo fra Livorno e Cisanello due portaerei e serve armonia. Si tratta di due grossi investimenti della Toscana per i prossimi dieci anni, per la cura della salute pubblica».

L’ospedale nuovo serve

Luca Carneglia, direttore del presidio ospedaliero livornese, lo dice chiaramente: «A una evoluzione della società, necessita l’evoluzione di una struttura».

Le cose evolvono in fretta, e Carneglia rammenta l’epoca Covid, quando al pronto soccorso si utilizava un’area di 800 metri dove andavano pazienti sospetti ma non tutti necessariamente contagiati. Per garantire il distanziamento, e in attesa di un test che dava risposta dopo 13 ore, serviva molto spazio. «Ma con l’arrivo dei tamponi veloci, in 5 minuti si aveva la risposta e non c’era più bisogno di grandi spazi. Ecco cosa si intende nel dire che l’evoluzione della tecnologia sanitaria implica esigenze diverse. Il nostro ospedale attuale è del 1931, epoca pre-antibiotica. Ancora si pensava a soffitti alti e grandi finestre per dare molto ricambio di aria. Una stratificazione di 300 anni di medicina, in cui si credeva che le malattie infettive si potessero trasmettere per miasmi e umori presenti nell’aria. Ecco l’esigenza di questi ampi locali. Una modalità architettonica ormai sorpassata. Oggi, con un impianto di ventilazione si raggiungono risultati migliori di grandi finestre ed alti soffitti. Il nostro è un ospedale superato che ci obbliga a mettere attività e funzioni al servizio della struttura, quando invece deve essere al contrario. Si lavora in minore sicurezza, e non si rende onore alla professionalità dei molti medici e infermieri bravi che ci sono».

C’è bisogno di personale

Le statistiche e gli studi parlano di una popolazione destinata ad essere sempre più anziana. Christian Galatioto primario di chirurgia generale spiega: «Dobbiamo essere pronti a gestire questa parte di popolazione, interagendo con altre figure come cardiologi, geriatri, pronto soccorso dove spesso si deve prima stabilizzare un paziente. Abbiamo eseguito molti interventi nell’ultimo anno, 1.600 ricoveri ordinari, oltre 2.000 operazioni. Ma non riusciamo ad abbattere i tempi di attesa soprattutto per le priorità di tipo B e di tipo C. Non sono ancora adeguati e dobbiamo risolvere il problema. Dobbiamo però, in attesa di un nuovo ospedale, investire anche in personale sanitario».

Il progetto urbanistico

È l’assessora all’urbanistica Silvia Viviani a illustrare ai medici, la visione di uno spazio sanitario nuovo, inserito nel tessuto della città. Una visione, senza entrare nella organizzazione del numero di stanze o posti letto, argomento che spetta ad altri, all’insegna di una città che nelle intenzioni andrà a migliorare. Non solo perché avrà l’ospedale nuovo, ma perché si migliorerà la qualità della vita e la bellezza urbana in zone che sembrano lontane ma che a raggio distano solo poche centinaia di metri da dove sorgerà la nuova struttura. «Ospedale e erogazione di servizi, certo. Ma questo sarà un progetto di amministrazione e incremento di patrimonio pubblico, materiale come gli immobile e immateriale come servizi – dice Viviani –. La città non è una sommatoria di edifici o progetti ma è la forma migliore per convivere. Introducendo spazi di qualità con azioni immediate ma anche con piani che guardano avanti. Cura della città e della persona, si uniscono individuando ambienti strategici per la nostra rigenerazione dedicati alla salute, alla casa, al lavoro, immersi in parchi e giardini. Questo è il nuovo ospedale, occasione per ampliare un parco nel cuore della città, occasione per migliorare la mobilità, per incrementare nei vecchi ambienti spazi da dedicare alla salute, alla solidarietà sociale e fare formazione diventando città attrattiva».

Il 2023 di viale Alfieri

Maria Letizia Casani, direttrice generale dell’Asl, ha dato i numeri dell’ultimo anno. «Abbiamo incrementato più degli altri la produzione chirurgica, e nel 2023 siamo a un + 28% rispetto all’anno precedente, per non parlare del trattamento delle patologie oncologiche – ha evidenziato –. Un grazie a tutti perché senza dedizione queste cose non si raggiungono. Da quando sono arrivata ho nominato 18 primari, anche se manca ancora qualcuno. Puntiamo alla qualità e alle eccellenze, anche nei servizi come l’assistenza domiciliare. Abbiamo investito tanto in tecnologia e dobbiamo andarne orgogliosi perché gli sforzi ci danno un ospedale che nonostante tutto funziona e dà risposte al cittadino. Siamo in sofferenza sulle cure intermedie. Certo, c’è da fare ancora, ma ci arriveremo».

La prima pietra

«Abbiamo un percorso che ci aspetta adesso sul nuovo ospedale che progettiamo condividendo idee coi professionisti, cioè i dottori e tutto il resto del personale – ha detto Casani –. A breve comincerà il dibattito pubblico regionale a cui seguirà la conferenza dei servizi preliminare e la verifica del progetto vincitore. Praticamente, con la fine di gennaio, si procederà con lo sviluppo del progetto definitivo. Chi ha vinto il primo bando avrà 9 mesi di tempo per consegnare il lavoro».

A ottobre nuovo passaggio. «Si avvierà la fase in cui dovremo attendere il parere del Consiglio Superiore dei lavori pubblici sulla base del progetto definito. Ci vorranno 45 giorni». Sotto l’albero, si troveranno gli ultimi due step che viaggeranno in contemporanea. Il progetto esecutivo e quello dell’affidamento dei lavori, per giungere a luglio 2025. Ma per la prima pietra ci vorrà tempo. «Dicembre 2025, per una durata stimata di mille giorni, cioè a dire, agosto 2028. Altri due mesi per asfaltature, installazione di attrezzature e collaudi strutturali, il nuovo ospedale sarà operativo per dicembre dello stesso anno. Salvo ricorsi e imprevisti», garantisce Casani.

Le demolizioni

Solo dopo l’inaugurazione del monoblocco in via della Meridiana, comincerà l’abbattimento degli edifici non sottoposti a vincolo (malattie infettive, nefrologia, farmacia, laboratori, pronto soccorso). Ma inizierà, come abbiamo spiegato altre volte, anche la costruzione del parcheggio sotterraneo e poi anche quella del nuovo parco che collegherà il Parterre con via Gramsci. «Quattro mesi per demolire, tre per il parcheggio e altri tre per il verde. Diciamo che il sogno diventerà realtà definita e completa per la fine del 2029».




QOSHE - Nuovo ospedale di Livorno, Casani fissa la data della prima pietra. Dal progetto alla costruzione: tutte le tappe - Flavio Lombardi
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Nuovo ospedale di Livorno, Casani fissa la data della prima pietra. Dal progetto alla costruzione: tutte le tappe

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24.01.2024

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LIVORNO. «L’impegno profuso dalla Regione per dare a Livorno un ospedale moderno è pari a quello messo in strutture universitarie come Careggi a Firenze, le Scotte a Siena, Cisanello a Pisa per avere risultati efficaci anche sui costi». Lo ha detto Eugenio Giani intervenendo agli stati generali della sanità organizzati nel salone di palazzo Granducale dal Comune di Livorno.

Un ospedale moderno, le cui basi devono essere gettate da chi ha competenza. «Si deve avere la capacità di vivere, progettare, ideare spazi. Ma non lasciamo questo compito ai politici e nemmeno agli architetti. Deleghiamo a chi un ospedale lo usa e sa bene cosa serve e come organizzare i reparti: sono i medici e tutto il resto del personale. Una partecipazione attiva di queste figure è necessaria per fare le cose fatte bene», ha detto il presidente della Regione a metà di una giornata densa di interventi che ha visto la partecipazione anche dei sindacati Fials, Cgil e Cisl che promettono di non abbassare la guardia sul numero di personale da integrare e la disponibilità a collaborare ad un tavolo se l’interlocutore continuerà l’impegno a privilegiare la struttura sanitaria pubblica, senza fare regali a quella privata. «Una garanzia dalla quale non si prescinde», ha detto il consigliere regionale del PD Francesco Gazzetti.

Sarà il primo di una serie di altri incontri di questo tipo, è stato assicurato dal sindaco Luca Salvetti. «Il prossimo appuntamento sarà a inizio aprile».

Giani ha ricordato «le difficoltà all’interno delle quali ogni Regione deve muoversi tenendo conto dei tagli e di una deriva che tende a destinare il 6 per cento del Pil alla sanità, in controtendenza rispetto al 7,5 della media europea. Spendere pensando ad investire in tecnologia, serve quindi non solo per migliorare il servizio al cittadino, ma anche per ottimizzare le spese che con le strutture vetuste invece strangolano sempre più il sistema».

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«Sono qui per rassicurare che dal momento in cui sarà terminata la fase di progettazione, il nuovo ospedale per noi rappresenta una priorità, senza dimenticarci di come poter utilizzare gli spazi da........

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