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LIVORNO. «Era il più grande talento del basket che abbia mai visto: per me è andato via un fratello». Marco Giunti è livornese, fa l’avvocato a Milano e piange la morte di un amico, ex compagno di squadra e di vita Luca Malaguti. Il mondo del basket tutto - da Livorno a Bologna, passando da Rosignano, Pescia, Montecatini, Casale Monferrato - è in lutto per lui che se ne va all’età di 68 anni. Lui, l’ex playmaker-guardia di Coteto cresciuto nel vivaio del Don Bosco (quando era allenato da coach Giannoni) che spicca il volo. Con la sua palla spicchi che lo porta a vestire, nel ’72, la maglia del Sinudyne Bologna, l’attuale Virtus. Ai tempi i suoi compagni di squadra erano Marco Bonamico, Pietro Generali, Piero Valenti e tanti altri campioni.

«Fu il primo ragazzo livornese a trasferirsi per il basket in un’altra città - continua Giunti - a Bologna viveva a casa del mitico avvocato Porelli, allora presidente Virtus».

Malaguti, classe ’56. Quel cestista dal sorriso stampato. Leale. Amicone di tutti. Se lo porta via un brutto male scoperto nel gennaio 2023. «Giovedì scorso con un fil di voce mi ha chiesto aiuto, io gli ho stretto la mano più che potevo», continua lui che ha seguito l’amico per tutta la malattia.

Malaguti lascia il fratello Marco e la sorella Anna e i suoi nipoti. E lascia un vuoto in tutti quei compagni di avventura e di parquet che vogliono ricordarlo. Ne ripercorrono la carriera. Con orgoglio e affetto.

Una carriera in parte sfortunata a causa di un brutto infortunio quando aveva 26 anni. Finita la carriera a spicchi Malaguti per una vita ha lavorato a Camp Darby, fino alla pensione.

Così Giuseppe Iardella: «Luca era una figura, un vero leader. In campo andava in trance agonistica e solo al suono della sirena si rilassava ma non perdeva mai la sua grande sportività. Se volessimo paragonarlo a un giocatore americano nella leggenda viene in mente John Stockton, grande visione di gioco, gran tiro da qualsiasi mattonella. Ricerca sistematica dell'assist e della palla rubata. Un grande amico che lascia un vuoto immenso. Addio vecchio mio». Nel 1982 Malaguti riprese l'attività agonistica a Rosignano. Quell'anno il circolo giovanile Solvay - sotto l'occhio di Camillo Bargelli, si attrezzò per fare il balzo in serie D rinforzando la rosa locale con i livornesi Malaguti, Luca Martini, Iardella e il coach Giannoni. «Nel 1983 - continua - la stessa squadra targata Overmar, con l'aggiunta di Mezzacapo da Piombino, si gettò nella bolgia del torneo amatori Uisp che a Livorno esprimeva una qualità sovrapponibile alla serie D se non alla C. La fase provinciale la vincemmo a testa bassa, a Firenze per le final four regionali ci aggiudicammo il titolo regionale, poi le finali nazionali a Pesaro. L'anno successivo il Cg Solvay, mancato il bersaglio grosso, smobilitò e noi rompemmo le righe. Quella stagione fu memorabile perché cementò un gruppo di ragazzi che rimasero amici per sempre». La fase di Pescia. In campo con Maurizio Vortici, ex dirigente Meloria basket e amico. «Sempre sorridente e giocatore leale: con lui siamo arrivati fino in B». Grande tristezza nelle parole di Marco Mori, allenatore di Us Livorno e bimbo di Coteto, come Malaguti: entrambi cresciuti al campino dietro la chiesa e al Bar Ughi a parlare di basket: «Era un talento, un mago del palleggio: abbiamo fatto un sacco di tornei al campino».

Chi vuole può dare l’ultimo saluto a Luca Malaguti oggi al cimitero del Lupi: la salma è esposta alle cappelle della Svs. Poi alle 15 la cremazione.


QOSHE - Livorno, addio a Luca Malaguti talento del basket cresciuto nel Don Bosco - Francesca Suggi
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Livorno, addio a Luca Malaguti talento del basket cresciuto nel Don Bosco

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08.04.2024

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LIVORNO. «Era il più grande talento del basket che abbia mai visto: per me è andato via un fratello». Marco Giunti è livornese, fa l’avvocato a Milano e piange la morte di un amico, ex compagno di squadra e di vita Luca Malaguti. Il mondo del basket tutto - da Livorno a Bologna, passando da Rosignano, Pescia, Montecatini, Casale Monferrato - è in lutto per lui che se ne va all’età di 68 anni. Lui, l’ex playmaker-guardia di Coteto cresciuto nel vivaio del Don Bosco (quando era allenato da coach Giannoni) che spicca il volo. Con la sua palla spicchi che lo porta a vestire, nel ’72, la maglia del Sinudyne Bologna, l’attuale Virtus. Ai tempi i suoi compagni di squadra erano Marco Bonamico, Pietro Generali, Piero Valenti e tanti altri campioni.

«Fu il primo ragazzo livornese a trasferirsi per il basket in un’altra città - continua Giunti -........

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