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Livorno Le volte a botte. E quelle a crociera. Gallerie e stanze che non ti aspetti là sotto. Muri alcuni con decorazioni riaffioranti e archi originali vecchi secoli che sono ancora là a raccontare una storia per tanti sconosciuta.

E chiudendo gli occhi si prova a immaginare le suore cappellone intente a pulire il bucato su quel lavatoio che ancora resiste. Oppure a pregare su quei marmi, magari vecchi altari. Perché “in superficie” tutto è chiaro, documentato, conosciuto ai più: c’è l’istituto Geometri, c’è l’attiguo complesso Gherardesca col prestigioso conservatorio Mascagni e il liceo Cecioni. Ma il viaggio è un altro. Datato sempre Ottocento.

Giù nei sotterranei dell’istituto Buontalenti c’è un mondo sommerso. Di oltre 600 metri quadri. Che finisce con una scala, che in minima parte conserva ancora scalini in pietra serena che poi diventano moderni e salgono su. «Si raggiunge l’istituto Mascagni da lì», a fare da cicerone virtuale è Riccardo Ciorli, ex direttore dell’Archivio di Stato e uno dei massimi cultori della storia di Livorno che di libri anche sulla Livorno sotterranea ne ha scritti e trattati.

Gli studenti delle classi terze e quarte dell’anno scolastico 2022-2023 Geometri Buontalenti nel progetto “In and out” cercarono proprio di dar “voce” a quegli spazi seminterrati dell’edificio (e anche della sua area esterna in comune col Cecioni). Effettuarono il rilievo completo delle aree interne restituendolo graficamente anche alla Provincia, a mo’ di documentazione del mondo là sotto. E mentre proposte e idee sono rimaste sulla carta, là sotto si racconta una storia tutta livornese firmata da Alessandro Gherardesca e che comincia con l’architetto che l’ha disegnato che realizza quel grandioso edificio in stile neoclassico come casa di accoglienza per poveri, orfani e anziani con il nome Casa Pia di Sant’Andrea, popolarmente conosciuto con il toponimo Il ricovero.

«Quei sotterranei li ho visitati tutti perché ai tempi, e parlo del 1980, 1985 ci doveva essere spostato l ’Archivio di stato, operazione che saltò e per me fu un peccato: mi ricordo che ero con Pierobon e abbiamo percorso quelle gallerie al buio» racconta Ciorli, frugando nei suoi cassetti dei ricordi e degli aneddoti, lui che conosce a menadito ville e palazzi cittadini. Ne ha scritto. Ne condivide aneddoti, storie, leggende. È appassionato e curioso Ciorli. E spiega che là sotto, in quel mondo polveroso e dimenticato, oggi, pieno di tubazioni legate al funzionamento degli impianti vari legati alla scuola, in realtà c’era la lavanderia dell’ex Pascoli. «Là sotto da una parte c’era la lavanderia con i lavatoi e con gli spazi dove asciugare - racconta - La parte con quei resti nel muro che possono sembrare altaru, in realtà era l’obitorio».

Poi viene il bello. Perché negli anni ’80 lò sotto, quelle grandi e inquietanti stanze che si vedono oggi, erano il luogo di contenzione. C’erano letti e catene e qui legavano i malati. «Negli anni Ottanta io là sotto ci ho visto le reti metalliche e le catene», sgorgano i dettagli di un passato remoto terribile. «Le volte a crociera che vedi - continua - sono quelle in corrispondenza a quella che sopra, un tempo, era la chiesa che adesso è diventata l’auditorium del conservatorio Mascagni». Ciorli spiega pure il costante rumore di acqua che si sente là sotto.

«Me lo ricordo anche io. era forte e costanze e c’è una semplice spiegazione, lì accanto passa il fiume sotterraneo che corre a fianco del Cisternone, via Palestro, via Galilei, che corre lungo corso Amedeo e che alla fine finisce alla Bellana, questo fiume ha la sua polla nella zona di via dell’Antimonio». E chiude: «Livorno per sua conformazione geologica ha pochi sotterranei: quindi i rari casi esistenti come questo sono testimonianze storiche importanti da non abbandonare».l


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Livorno, nei sotterranei dell'istituto Geometri spunta un tesoro: lavanderia, obitorio e celle

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07.03.2024

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Livorno Le volte a botte. E quelle a crociera. Gallerie e stanze che non ti aspetti là sotto. Muri alcuni con decorazioni riaffioranti e archi originali vecchi secoli che sono ancora là a raccontare una storia per tanti sconosciuta.

E chiudendo gli occhi si prova a immaginare le suore cappellone intente a pulire il bucato su quel lavatoio che ancora resiste. Oppure a pregare su quei marmi, magari vecchi altari. Perché “in superficie” tutto è chiaro, documentato, conosciuto ai più: c’è l’istituto Geometri, c’è l’attiguo complesso Gherardesca col prestigioso conservatorio Mascagni e il liceo Cecioni. Ma il viaggio è un altro. Datato sempre Ottocento.

Giù nei sotterranei dell’istituto Buontalenti c’è un mondo sommerso. Di oltre 600 metri quadri. Che finisce con una scala, che in minima parte conserva ancora scalini in pietra serena che poi diventano moderni e salgono su. «Si raggiunge l’istituto Mascagni da........

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