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Livorno Nella folto gruppo di allenatori livornesi che da anni lavorano lontano dalla città che li ha visti nascere e muovere i primi passi da coach, Luca Bechi, 53 anni, è uno di quelli che ha girato più di tutti: da nord a sud, da Biella a Brindisi, da Torino a S.Severo, con in mezzo Cento, Roma (due volte), Bologna. E poi l'Europa, Ucraina e Ungheria. Senza mai scendere al di sotto della A2.

Quest'anno il treno si è fermato a Cremona. Lui è alla Ju.Vi, storica squadra che già battagliava con Libertas e PL in serie B alla fine degli anni '70: inguardabili magliette grige, ma dentro fior di giocatori come Gregorat, Cinciarini, Giommi. La Ju.Vi. È in A2, ma al piano di sopra c'è un'altra squadra, venuta in città qualche anno fa dopo il trasferimento da Soresina. Un'altra piazza di derby, come Livorno, dunque. «Sì, ma niente a che vedere con quello che accade a Livorno – chiarisce lui -, un po' di rivalità c'è, ma non è che la domenica sera uno come prima cosa chieda cosa ha fatto l'altra squadra sperando che abbia perso. Anche perché le due squadre hanno giocato nello stesso campionato solo l'anno scorso e una vera e propria rivalità non si è ancora sedimentata».

Si sente dire che quella di quest'anno sia una A2 molto dura?

«Terribilmente dura. Pensate che su 24 squadre ben 6, una su quattro, retrocederanno e l'idea non attira nessuno perché quando la riforma sarà completata e la A2 diventerà a un solo girone, salire sarà sempre più difficile. E sono molte le squadre che hanno messo come loro obiettivo la promozione, anche se ci sono soltanto due posti disponibili. Quindi tutte le squadre hanno cercato di prendere italiani di buon livello e extracomunitari forti. Ma al momento nessuno è più indiziato di un altro per retrocedere».

E quanto a voi?

«Obiettivo salvezza, senza dubbio alcuno».

Contratto annuale o biennale?

«Annuale. Da un po' preferisco così e poi ormai siamo vicini alla pensione».

Non scherziamo, a 53 anni. Troppo comodo. E poi non vorrà mica ritirarsi prima di aver allenato una delle squadre della sua città, ora che il basket a Livorno è tornato quello di quando lei era ragazzino.

«Mah (ridacchia, n.d.r.) per ora mi sembra che né Libertas né PL abbiano bisogno di cambiare. In futuro chissà, mai dire mai».

Trova il tempo anche per occuparsi di quello che accade anche al piano di sotto? Magari per le livornesi...

“Certo. La B è un ottimo serbatoio per le squadre del nostro campionato, bisogna conoscerne il più possibile».

La classifica attuale dice PL, Herons e Libertas in fila e poi Piombino che da gennaio dovrebbe ritrovare il suo leader Venucci. Il girone A della serie B più dura di sempre rischia di trasformarsi in un feudo toscano...

«Mi farebbe solo piacere. Quanto alle livornesi mi sembra che la Libertas abbia trovato ora un migliore equilibrio fra i giocatori più esperti e i giovani e... ».

La interrompo. Intanto alla Libertas è scoppiata la Allinei-mania...

«Giocatore fortissimo e si sapeva. Bravissimi ad aver battuto la concorrenza, suppongo, di tante altre squadre. Ma non sottovaluterei nemmeno Dorin Buca: a Cremona abbiamo anche una società satellite di B interregionale e in estate abbiamo provato a prenderlo per farlo stare un po' con noi e un po' con la B. Purtroppo non ci siamo riusciti».

E la PL?

«Nucleo di giocatori forti, grande carattere, mentalità. Lo Biondo ho provato a prenderlo in estate, secondo me era già pronto per l'A2. Pagani lo conosciamo tutti, Chiarini lo hanno cercato molte squadre di A2. Anche qui complimenti a chi è riuscito a prenderlo. In più c’è il prossimo rientro di Loschi, se avrà recuperato appieno da un infortunio che è uno dei peggiori che possano capitare a un giocatore».

Resta Montecatini, un ambiente che lei conosce bene.

«Squadra già forte, che lo diventerà ancora di più se a gennaio come si sente dire, inserirà uno straniero e lo indovinerà. Società già ben strutturata con un presidente manager come Andrea Luchi che sa bene cosa si deve fare. Ma attenzione: chi sale in A2 troverà in un mondo nuovo: Vigevano e Luiss stanno soffrendo».l

QOSHE - Il coach livornese in A2: «Lo Biondo-Allinei gli uomini chiave di PL e Libertas» - Francesco Parducci
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Il coach livornese in A2: «Lo Biondo-Allinei gli uomini chiave di PL e Libertas»

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17.11.2023

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Livorno Nella folto gruppo di allenatori livornesi che da anni lavorano lontano dalla città che li ha visti nascere e muovere i primi passi da coach, Luca Bechi, 53 anni, è uno di quelli che ha girato più di tutti: da nord a sud, da Biella a Brindisi, da Torino a S.Severo, con in mezzo Cento, Roma (due volte), Bologna. E poi l'Europa, Ucraina e Ungheria. Senza mai scendere al di sotto della A2.

Quest'anno il treno si è fermato a Cremona. Lui è alla Ju.Vi, storica squadra che già battagliava con Libertas e PL in serie B alla fine degli anni '70: inguardabili magliette grige, ma dentro fior di giocatori come Gregorat, Cinciarini, Giommi. La Ju.Vi. È in A2, ma al piano di sopra c'è un'altra squadra, venuta in città qualche anno fa dopo il trasferimento da Soresina. Un'altra piazza di derby, come Livorno, dunque. «Sì, ma niente a che vedere con quello che accade a Livorno – chiarisce lui -, un po' di rivalità c'è, ma non è che la domenica sera uno come prima cosa chieda cosa ha fatto l'altra squadra sperando che abbia perso. Anche........

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