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LIVORNO. Palasport Flaminio di Rimini, stasera ore 20,30. Va in scena Rimini-Cividale, per la seconda di ritorno del campionato di A2. Una partita come tante? No, una partita eccezionale, destinata a finire sugli almanacchi comunque vada e che odora tanto di livornese.

Sulla panchina di Rimini (7 vittorie e 4 sconfitte da quando è arrivato lui) Sandro Dell'Agnello, nel quintetto base di Cividale il figlio Giacomo. Un solo precedente nella storia del basket italiano, a livello di serie A: quando l'anno scorso si sfidarono, dopo una vita passata insieme a fare le fortune di Sassari, i due Sacchetti. Coach Meo sulla panchina di Cantù, il figlio Brian in campo per Treviglio.

Sandro Dell'Agnello, chi l'avrebbe mai detto...

«E' vero, fino a qualche anno fa era una cosa difficile da ipotizzare. Anche perché da bambino mi sembrava che Giacomo facesse fatica. Non credevo che potesse arrivare alla serie A. Ce l'ha fatta a forza di lavoro e sacrifici e ne sono orgoglioso. Oltre che molto contento per lui, ovviamente»

Che emozione sarà...

«No. Io, lui e Tommaso (l'altro figlio di Sandrokan, n.d.r.) come tutti sanno siamo molto legati, ma stasera per quelle due ore Giacomo è un nemico, sportivamente parlando si intende. É una partita fondamentale, fra due contendenti dirette e non c'è spazio alcuno per i sentimenti».

Senta, già che ci sentiamo. Una domanda su una cosa che riguarda da vicino la PL. Domani arriva Rieti con il rinforzo Roderick, che è sbarcato nel campionato di serie B cambiando gli equilibri come forse mai nessun giocatore aveva fatto. Lei lo ha allenato...

«Parecchio. Lo ho avuto con me sia a Bergamo che a Forlì».

Ma è davvero così forte come le tre partite giocate in maglia Rieti sembrerebbero aver dimostrato?

«Non voglio creare allarmismi nel clan PL, ma quando ha voglia di giocare, sì. All'epoca era se non il miglior straniero della A2, come minimo uno dei primi tre. Capace di partite eccezionali ma anche di far lievitare il rendimento dei compagni. Ora forse comincerà a sentire anche lui il tempo che passa (36 anni a giugno, n.d.r.) ma posso capire che l'impatto con la serie B sia stato devastante».

Un carattere non facile, a quanto si dice.

«Questo è vero. Anche perchè da giovane ha avuto un'esistenza non delle più semplici. Ma quando è sereno e ha voglia sono dolori per ogni avversario».

La telefonata si chiude e ne comincia un'altra. Il destinatario è l'altro attore livornese della “storica” partita di stasera.

Giacomo, buon giorno. Domani (oggi per chi legge, n.d.r.) una partita non come le altre...

«In effetti...».

Lo sa che babbo Sandro, a precisa domanda, ha detto che per le due ore della partita lei sarà solo un nemico?

«Se lei avesse fatto a me la stessa domanda avrei risposto nello stesso modo».

Ma come, e tutti gli uno contro uno insieme, le ore spese in palestra d'estate per farla migliorare...

«Gliene sarò per sempre grato, ma stasera devo pensare solo a Cividale e a vincere questa partita. Sono due punti importantissimi, In pratica ci giochiamo l'ottavo posto, che è l'ultimo utile per i play-off, il settimo è ormai troppo lontano».

Lui però sa bene, come nessuno, quali sono i suoi punti deboli.

«Lui sì, bisognerà vedere se i suoi giocatori saranno in grado di farlo».

Questo sarà un derby in famiglia. Ma quello di Livorno di domenica scorsa lo ha visto?

«Certo, in televisione. Spettacolo unico fra due squadre che si sono equivalse. Alla fine la differenza l’ha fatta la maggiore esperienza dei senatori Libertas: loro certe partite le avevano già giocate, gli altri no. Due squadre comunque molto forti che penso e sperosiano destinate a arrivare fino in fondo. Il che non vuol dire vincere il campionato, anche nel girone sud ci sono squadre molto forti oltre al fatto che mi sembra sia cominciata la corsa al rinforzo».

QOSHE - Papà Sandro contro il figlio Giacomo: chi vince il derby in casa Dell’Agnello? - Francesco Parducci
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Papà Sandro contro il figlio Giacomo: chi vince il derby in casa Dell’Agnello?

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13.01.2024

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LIVORNO. Palasport Flaminio di Rimini, stasera ore 20,30. Va in scena Rimini-Cividale, per la seconda di ritorno del campionato di A2. Una partita come tante? No, una partita eccezionale, destinata a finire sugli almanacchi comunque vada e che odora tanto di livornese.

Sulla panchina di Rimini (7 vittorie e 4 sconfitte da quando è arrivato lui) Sandro Dell'Agnello, nel quintetto base di Cividale il figlio Giacomo. Un solo precedente nella storia del basket italiano, a livello di serie A: quando l'anno scorso si sfidarono, dopo una vita passata insieme a fare le fortune di Sassari, i due Sacchetti. Coach Meo sulla panchina di Cantù, il figlio Brian in campo per Treviglio.

Sandro Dell'Agnello, chi l'avrebbe mai detto...

«E' vero, fino a qualche anno fa era una cosa difficile da ipotizzare. Anche perché da bambino mi sembrava che Giacomo facesse fatica. Non credevo che potesse arrivare alla serie A. Ce l'ha fatta a forza di lavoro e sacrifici e ne sono orgoglioso.........

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