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Livorno Prendete le Leggi Livornine, quelle per le quali “levantini, ponentini, spagnuoli…” ed altre mille nazionalità abbiano potuto godere a Livorno di “libero salvacondotto... per stare, trafficare, passare, abitare con famiglie…”.

Fra le cose che i granduchi concedevano mancherebbe negli storici papiri il “cucinare” ma si dà per scontato che ogni straniero in città abbia portato seco pure le ricette delle propria originaria patria. E gli uomini e le donne dell’Ufficio Stato Civile del Comune di Livorno hanno avuto la sensibilità di declinare in senso gastronomico lo spirito delle Leggi Livornine con la pubblicazione dell’opuscolo “Ricette di cittadinanza”, ovvero una sorta di almanacco culinario che riporta molti piatti tipici (oltre a quelli livornesi) dei popoli rappresentati in città. Il volume (80 pagine) si può scaricare a questo indirizzo: www.comune.livorno.it/pubblicazioni-soggetto/altre-edizioni/ricette-cittadinanza

Lo stato civile e le ricette

Perché l’opuscolo è stato redatto dallo Stato Civile? Perché è l’ufficio che più di altri si è sempre rapportato con chi viene ad abitare da noi e perché dalla semplice conoscenza burocratica spesso è nato con gli stranieri un rapporto che andava oltre le carte bollate.

Curatrici della pubblicazione le tirocinanti Eleonora Giannetti e Gaia Milano e Laura Colombi e Federica Falchini della Coop Itinera che hanno curato le immagini. Michela Fatticcioni, Elena Bertelli ed Elena Morelli per il compito di redazione.

Dall’Albania al Bengala

In onore ai gusti alimentari dei livornesi, in genere poco “light”, possiamo cominciare a studiare per prima una tipica ricetta albanese in onore alla folta comunità che vive in città: il Thave Deu altrimenti detto Fargese Tironse ovvero cipolla soffritta con carne o fegato bollente aggiunti a pomodorino, aglio e peperoncino. Magari mangiamolo a pranzo, suggeriamo noi, e non per cena per evitare una notte agitata. Saltiamo dall’Adriatico al Golfo del Bengala con una ricetta offerta dai concittadini del Bangladesh: il Biryani di Pollo ovvero pezzettini del pollo stesso con yogurt bianco, chiodini di garofano, peperoncino verde, zafferano, anice, alloro e cardamomo.

Gli amici bengalesi assicurano sia meglio della carbonara e noi faremo loro sapere. Passiamo all’Africa con la ricetta camerunese del Kondre. Il primo ingrediente è il platano sbucciato e già qui il livornese rimarrà legittimamente perplesso. Poi però si unisce carne, olio e cipolla e allora possiamo provare con cautela ad assaggiare.

Gli amici croati ci suggeriscono di provare il Risotto di Skradin ovvero vitello, l’omnipresente cipolla, manzo, verdure e ovviamente il riso. Solo per i buongustai alla fine è possibile aggiungere ricotta di pecora e sopratutto una camminata sul mare prima di addormentarsi.

Il riso caraibico

Poteva mancare una pietanza caraibica? Il Riso Congrì cubano condito con fagioli neri “punzecchiati” con una forchetta al fine di schiacciarli perché non dovranno essere completamente cotti. Poi sale, peperoncino, aglio e cipolla. Vista la “vivacità” degli ingredienti potremmo definirlo riso al Merengue. Particolare poi la preparazione della Tanjia marocchina per la quale necessita un apposito contenitore a forma di tamburo.”Pigiarci” dentro tutti gli ingredienti (carne di manzo, zafferano, olio d’oliva, aglio) e far cuocere per quattro ore. Dalla Moldavia arriva una “pietanza” che “spegne i sentimenti negativi”: lo “Zeama cu Tàetei”. l

F.M.

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Certificati anagrafici ma pure ricette multietniche: a Livorno il libro dello Stato Civile sulla cucina di cittadinanza

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03.01.2024

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Livorno Prendete le Leggi Livornine, quelle per le quali “levantini, ponentini, spagnuoli…” ed altre mille nazionalità abbiano potuto godere a Livorno di “libero salvacondotto... per stare, trafficare, passare, abitare con famiglie…”.

Fra le cose che i granduchi concedevano mancherebbe negli storici papiri il “cucinare” ma si dà per scontato che ogni straniero in città abbia portato seco pure le ricette delle propria originaria patria. E gli uomini e le donne dell’Ufficio Stato Civile del Comune di Livorno hanno avuto la sensibilità di declinare in senso gastronomico lo spirito delle Leggi Livornine con la pubblicazione dell’opuscolo “Ricette di cittadinanza”, ovvero una sorta di almanacco culinario che riporta molti piatti tipici (oltre a quelli livornesi) dei popoli rappresentati in città. Il volume (80 pagine) si può scaricare a questo........

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