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Livorno «Mia madre non riusciva a capire come la mia potesse essere considerata una professione finché non trasecolò vedendo il grosso nome di un marca di abbigliamento che mi aveva commissionato un lavoro»: a parlare è Jessica Manzella la nostra concittadina che da poco è entrata a far parte del consiglio direttivo dell’ associazione Italiana Copywriter (Icopy) la cui presidente è la napoletana Daniela Montieri. Cos’è un copywriter? «Ha presente l’ultima pubblicità che ha visto in tv ? Oppure in ospedale un manifesto a favore della prevenzione, o uno spot di un partito in campagna elettorale? Ebbene non nascono da soli dietro c’è un’intelligenza “non artificiale” ma umana che li crea. Anzi due: quella dell’art director che crea le immagini e quella del copywriter che cura i testi». E spiegano come si fa questo mestiere. «Non esiste ancora un albo della professione con regole precise – interviene ancora la presidente - ma certo è che bisogna possedere quelle qualità legate ad una solida cultura di base, di conoscenza del mondo che ti sta attorno, estro, fantasia e curiosità». Continua Manzella: «Il nostro mestiere è anche una “missione” di lotta contro il burocratichese che ancora imperversa nel linguaggio della pubblica amministrazione. Quando curiamo spot di pubblica utilità lo facciamo con criteri legati a un linguaggio comprensibile o anche provocatorio che possa colpire il cittadino facendo così che il messaggio rimanga nella testa».

Manzella dopo la prima laurea in Comunicazione Internazionale a Perugia si è perfezionata a Pisa con la seconda in “Sistemi e progetti di comunicazione” per poi completare il ciclo con un tirocinio in Comunicazione nella Pubblica Amministrazione. «Poi ho capito che il mio interesse era nel privato e cominciai, dopo un’esperienza ad Altopascio in un’azienda che produceva prodotti alimentari senza glutine, a lavorare come free lance. Sia per singoli clienti, sia con il lavoro affidatomi da agenzie pubblicitarie. Poi ho collaborato con l’associazione italiana Celiachia, con Nutifree, Rues de Mille, Up2you, Namedsport ,The Cage Theatre.Il mio sito è https://copybraid.it/». Un lavoro che le ha dato particolare soddisfazione «quello con La bottega del fiore” di via Ferrigni - racconta - Io e la titolare Debora Paci abbiamo deciso di collegare ad ogni composizione uno slogan di impegno e di lotta per le donne. Ad esempio “La mimosa era il fiore della staffetta (Ondina Valla ndr) ma il traguardo è ancora lontano” oppure “E’ la tua festa (8 marzo ndr) ma cucini tu”. Sono i “fiori recisi” bouquet per chi ama i fiori appunto recisi ma che i diritti li preferisce integri». Una pubblicità buona? «La pubblicità del Mulino Bianco ispirata a alla famiglia e ai buoni sentimenti: fu buona, ma ancor migliore quella della azienda concorrente dei Buondì Motta che, ironizzando in maniera simpaticamente cinica sul “buonismo” della concorrente mostrava una bambina che chiedeva un dolcetto alla mamma elencando le qualità che il dolcetto avrebbe dovuto contenere. La mamma rispondeva che un merendino così non esiste e la giustizia divina, mediante un meteorite, incenerisce la mamma rea di aver detto una cosa inesatta in quanto il dolce esiste e o non poteva che essere il Buondì Motta». E una sbagliata? «Lo avete scritto voi l’Estathe che parla ai livornesi con il “deh” al posto del “de’ ”; poi col panino con il lampredotto. Nel caso un 5&5».l

F.M.

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QOSHE - Jessica Manzella, la copywriter d Livorno tra aneddoti e segreti di chi crea spot pubblicitari - Franco Marianelli
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Jessica Manzella, la copywriter d Livorno tra aneddoti e segreti di chi crea spot pubblicitari

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09.04.2024

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Livorno «Mia madre non riusciva a capire come la mia potesse essere considerata una professione finché non trasecolò vedendo il grosso nome di un marca di abbigliamento che mi aveva commissionato un lavoro»: a parlare è Jessica Manzella la nostra concittadina che da poco è entrata a far parte del consiglio direttivo dell’ associazione Italiana Copywriter (Icopy) la cui presidente è la napoletana Daniela Montieri. Cos’è un copywriter? «Ha presente l’ultima pubblicità che ha visto in tv ? Oppure in ospedale un manifesto a favore della prevenzione, o uno spot di un partito in campagna elettorale? Ebbene non nascono da soli dietro c’è un’intelligenza “non artificiale” ma umana che li crea. Anzi due: quella dell’art director che crea le immagini e quella del copywriter che cura i testi». E spiegano come si fa questo mestiere. «Non esiste........

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