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Livorno «Noi livornesi siamo fortunati perché contro i malanni che ci possono capitare abbiamo un’arma in più degli altri per affrontarli:l’ironia e soprattutto l’autoironia». A parlare è Gabriele Colombini, insegnante livornese oggi emigrato a San Lazzaro di Savena (Bologna), cittadina nella quale insegna alle scuole medie Rodari. Tutto cominciò nel 1995 quando il nostro concittadino, oggi cinquantaquattrenne, cominciò ad accusare disturbi di salute. «Ricevetti dai medici tante pacche sulle spalle come a dire “stai bene, sarà un po' di stress”, attribuendo lo stress stesso forse al recente lutto per la perdita del padre o al fatto di vivere ancora con la madre. Parto addirittura per il servizio militare sino a quando un giorno non “sento” più nulla dal petto in giù. Di conseguenza l’impietosa la diagnosi: sclerosi multipla. Altro che stress. E oggi mi considero relativamente fortunato perché a 28 anni da allora sono ancora sufficientemente autonomo».

Da quella esperienza è nato “Tutta colpa dello stress” (edizioni Piemme) dove appunto l’insegnante ripercorre le sue vicende sempre con quel tratto ironicamente “salmastroso” tipico delle nostre parti. L’opera di Colombini ha ricevuto il premio Zanibelli per la categoria “La parola che cura”.170 pagine nelle quali la storia della malattia si interseca con la storia di una ragazzo appassionato di materie letterarie e che conseguentemente sceglie di fare il professore. «Professore livornese – specifica Colombini - e con i miei ragazzi uso l’allegria e l’ironia come arma vincente. Si figuri che tempo or sono , essendo nella necessità di fare la faccia severa per uno spiacevole episodio accaduto in classe, uno dei miei studenti ha così commentato: “Se si è arrabbiato il professor Colombini vuol dire che l’abbiamo fatta veramente grossa”».

Particolarmente spassoso nel libro il capitolo dedicato al rapporto con la madre con la quale ha convissuto sino agli anni nei quali in genere i figli spiccano il volo:”Ero terrorizzato dall’idea di essere classificato come “signorino invecchiato d’altra parte per lei ero il bambino da accudire. Trovavo terrificante l’idea di dover vivere per sempre con lei nonostante ovviamente ami molto mia madre”. Tornando alla malattia:si è riappacificato con la classe medica ? “Sì. Ho trovato neurologi che mi hanno aiutato a convivere con il mio “problema”, tanta umanità e tanta professionalità. Esiste un medicina che funziona. E a dimostrazione della mia totale riappacificazione con la classe medica le dirò un’altra cosa:nel mio percorso tra gli ospedali ho avuto modo, tra i tanti medici che ho incontrato, di conoscerne una speciale (Simona) che mi è particolarmente piaciuta. E l’ho sposata”.l

QOSHE - Livorno e il prof scrittore Gabriele Colombini: «La malattia non mi ha fermato» - Franco Marianelli
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Livorno e il prof scrittore Gabriele Colombini: «La malattia non mi ha fermato»

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01.12.2023

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Livorno «Noi livornesi siamo fortunati perché contro i malanni che ci possono capitare abbiamo un’arma in più degli altri per affrontarli:l’ironia e soprattutto l’autoironia». A parlare è Gabriele Colombini, insegnante livornese oggi emigrato a San Lazzaro di Savena (Bologna), cittadina nella quale insegna alle scuole medie Rodari. Tutto cominciò nel 1995 quando il nostro concittadino, oggi cinquantaquattrenne, cominciò ad accusare disturbi di salute. «Ricevetti dai medici tante pacche sulle spalle come a dire “stai bene, sarà un po' di stress”, attribuendo lo stress stesso forse al recente lutto per la perdita del padre o al fatto di vivere........

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