Lo sguardo al femminile del cinema ha a Firenze un tassello fondamentale. Un posto privilegiato. Perché qui, all’ombra del Brunelleschi, 44 anni fa, primo in Italia e fra i primi in Europa, nasceva il Festival di Cinema e Donne, panoramica aperta sulle intercettazioni che della realtà, del privato, della contemporaneità, avevano le registe, di fiction e non solo, conquiste di genere ma anche occupazione degli spazi governati e occupati “militarmente” dal colleghi maschi. Cambiando casacca, dal Laboratorio Immagine Donna che fino a ieri lo aveva confezionato al team della Compagnia capitanato da Camilla Toschi che da quest’anno se ne fa carico programmatico, ferma restando la filosofia immaginativa, la funzione didattico educativa e l’impianto operativo della rassegna, il festival smista una tre giorni, da venerdì a domenica, di forte impatto visivo e sostanza autorevole, irrobustita da presenze illustri, fra cui spicca il nome di Oleksandra Matvijcuk, Premio Nobel per la Pace 2022, che sabato incontra il pubblico in sala in occasione della proiezione di “Wartime Notes”, il documentario di Barbara Cupisti che attraversa il fronte della guerra in Ucraina, il confine della fuga e della resistenza, narrazione crudele di un presente che non concede illusioni al domani. Il festival incrocia un nucleo di giovani autrici, under 35 o “millenials”, alla loro prima esperienza dietro la macchina da presa, a conferma di una vivacità espressiva, di un livello di osservazione inedito, di una capacità di indagine temeraria, testimone indocile dei tempi presenti.

Il via venerdì vede protagoniste sullo schermo della Compagnia la veterana Agnieszka Holland, l’esordiente Kasia Smutniak, che si confrontano sullo stesso tema, quello delle migrazioni, con due film molto diversi nel linguaggio ma profondamente connessi nei contenuti. Della prima sarà proiettato “The Green Border”, Premio speciale della giuria a Venezia 2023, mentre della seconda sarà proposto “Mur”. La seconda giornata di festival si apre con “Malqueridas” di Tana Gilbert, un film che punta lo sguardo sulle storie di resistenza e emancipazione di un gruppo di detenute-madri in una prigione cilena, tra dissidi interiori, violenza, senso di abbandono e lontananza dalle famiglie (pure premiato a Venezia dalla Sic), si prosegue con “We Might As Well Be Dead” di Natalia Sinelnikova, il racconto di un microcosmo apparentemente tranquillo ma che cela conflittualità e diffidenze come quello dell’universo condominiale, si chiude con il documentario “About Las Year” di Dunja Lavecchia, Beatrice Surano e Morena Terranova, obiettivo acceso su giovani donne cisgender, calate nel mondo del ballroom, fenomeno nato a New York negli anni ’80 all’interno della comunità Lgbt, in cui possono essere se stesse, padrone del proprio corpo e al riparo da giudizi.

Domenica infine dopo Jasmine Trinca che accompagna il suo “Marcel”, protagonista Alba Rohrwacher Beatrice Perego affronta il tema della morte nel corto “Fino alla fine”, passa poi della britannica Luna Carmoon il suo “Hoard”, e in chiusura “How to Have Sex” di Molly Manning Walker, altra opera prima premiata a Cannes nella sezione “Un certain regard”. Tre ragazze inglesi scelgono l’isola di Creta per le loro vacanze spensierate, con poche chiare regole: dormire, bere, divertirsi e conoscere ragazzi. Una di loro in particolare ha un obiettivo preciso: fare sesso e sbloccare così la sua timidezza. La sfida sarà compiuta ma non vinta. : la realtà può rivelarsi diversa da come la si era immaginata e sognata. Il pubblico potrà votare il film preferito. Nella serata di chiusura verranno estratti tre vincitori tra gli spettatori che avranno partecipato con la propria cartolina-voto: premio un abbonamento per accedere agli spettacoli del Cinema La Compagnia. Info 055 268451. Programma completo www.cinemalacompagnia.it.

In centro

QOSHE - Al cinema delle donne c’è Matvijcuk - Gabriele Rizza
menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

Al cinema delle donne c’è Matvijcuk

18 0
22.11.2023

Lo sguardo al femminile del cinema ha a Firenze un tassello fondamentale. Un posto privilegiato. Perché qui, all’ombra del Brunelleschi, 44 anni fa, primo in Italia e fra i primi in Europa, nasceva il Festival di Cinema e Donne, panoramica aperta sulle intercettazioni che della realtà, del privato, della contemporaneità, avevano le registe, di fiction e non solo, conquiste di genere ma anche occupazione degli spazi governati e occupati “militarmente” dal colleghi maschi. Cambiando casacca, dal Laboratorio Immagine Donna che fino a ieri lo aveva confezionato al team della Compagnia capitanato da Camilla Toschi che da quest’anno se ne fa carico programmatico, ferma restando la filosofia immaginativa, la funzione didattico educativa e l’impianto operativo della rassegna, il festival smista una tre giorni, da venerdì a domenica, di forte impatto visivo e sostanza autorevole, irrobustita da presenze illustri, fra cui spicca il nome di Oleksandra Matvijcuk, Premio Nobel per........

© Il Tirreno


Get it on Google Play