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MONTECATINI. La nona sinfonia resta incompiuta. Herons vince il derby che vale il primo posto solitario, la Libertas esce dal PalaTerme con una sconfitta netta che la riporta sulla terra dopo 40 giorni sul discovolante iniziati proprio su questo parquet con la vittoria del primo novembre contro Gema che segnò la resurrezione.

La fotografia di questa brutta domenica è la faccia di Luca Tozzi, seduto in panchina con la felpa grigia come il suo sguardo e un sacco del ghiaccio alla caviglia (nelle prossime ore sarà valutata l’entità della distorsione), ma anche l’applauso che gli oltre 400 tifosi livornesi arrivati fin qua alla fine tributano alla squadra.

Si è perso una battaglia ma il campionato è ancora lungo. Il perché si è caduti sta in tre numeri: 15 palle perse, 13 rimbalzi offensivi concessi e il 9/9 di Natali (diventato 9/11 a partita chiusa), autore di una prova mostruosa, immarcabile per chiunque si trovasse di fronte, Lucarelli, Fratto, Allinei.

Ma i motivi della sconfitta risiedono anche nell’atteggiamento, nell’intensità, nell’approccio alla partita. E anche qui c’è un numero che lo racconta bene: gli 82 punti realizzati da Herons. La Libertas finora ha perso 4 volte, in tre di queste , con Desio, Crema e ieri con Montecatini, ha incassato oltre 80 punti, la quarta è a Piombino dove ne ha presi 78 . Un’equazione che sembra infallibile, ma che vista dall’altro lato dice che quando la squadra difende come sa, non c’è pane secco per nessuno.

Peccato, perché c’erano i presupposti per portarla a casa, in primis per l’assenza sul fronte termale di Chiera, miglior marcatore della Fabo, e in fin dei conti, nonostante la brutta prestazione, gli amaranto sono rimasti incollati al volo degli aironi fin quasi all’ultimo, pur senza mai prendere l’inerzia in mano e senza mai dare l’impressione di poterla svoltare, se non nei cinque minuti del Tozzi show, quando però ci si è messa di mezzo la sfortuna a dire che non era la serata giusta. L’infortunio dell’ala di San Miniato al 17’, sul 35-32 con due tiri liberi segnati dopo esser caduto sul piede di Benites scavigliandosi, è stata la classica pioggia sul bagnato. Luca ne aveva messi 11 di fila, prendendo per mano la squadra dal 26-21 e regalandole anche l’unico vantaggio della partita, 26-27. Ma soprattutto risultando, ancora una volta, il jolly buono capace di spaccare il trend del match, con le sue incursioni in area di fronte all’impotente Sgobba, ma anche col tiro fronte a canestro.

La sua uscita è stata un colpo sul morale e anche sul ventaglio tattico a disposizione di Andreazza. Che non ha trovato in altri, se non per un tratto in Fratto (11 punti nel terzo quarto) e in Lucarelli, l’aggressività, la freschezza, la dirompenza e soprattutto la concretezza che aveva dato Tozzi.

La squadra ha subito la difesa sporca di Barsotti, gli esterni hanno perso il confronto con Benites, Giancarli e Crapanzano, con Saccaggi che sembrava la fotocopia sbiadita del leader visto quattro sere fa contro Piacenza e Ricci in difficoltà, uscito con 5 falli dopo un tecnico scandaloso sul 56-49 durante uno degli ultimi tentativi di rimonta.

Ma è stato in area che la Libertas non ha fatto valere il suo maggior tonnellaggio, non solo per la sfida persa a rimbalzo (41-36) ma anche perché Montecatini ha segnato 40 dei suoi 82 punti da dentro l’area, che doveva essere la no fly zone.

Che sarebbe stato un Everest lo si sapeva e lo si è visto subito, nonostante nelle file termali Chiera fosse in panchina solo per onor di firma. Pronti via e Herons conduce 7-0. Devono passare otto attacchi e cinque minuti perché la Libertas segni il primo canestro su azione, con Lucarelli da tre, che firma il 9-7. Ma soprattutto la sensazione è che gli amaranto non riescono a imporre il proprio gioco, a sfruttare la carta dei centimetri e del peso che aveva portato Andreazza a riproporre il quintetto classico, con Lucarelli, Fratto e Fantoni insieme a Williams e Ricci. Complici due falli dell’olandese in appena 270 secondi, il coach butta dentro Bargnesi e qualcosina migliora. Montecatini continua a guidare, 14-9 all’8’, giocando in velocità, aprendo l’area con le folate di Benites e Giancarli, correndo in contropiede, ma la Libertas tiene botta alla meglio e con Tozzi nel secondo quarto sembra in grado di cambiare il vento fino a che la caviglia non fa crac. L’infortunio è una iattura, ma il ritorno dagli spogliatoi è un incubo: la Libertas perde due palloni in 120 secondi, Herons nello stesso tempo mette 10 punti, 8 dei quali firmati da Natali e il tabellone al 22’ dice 48-36. È l’inizio di un tunnel dal quale non si esce fino alla sirena.l

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Il sogno della fuga fallisce: la Libertas ritorna sulla terra

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11.12.2023

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MONTECATINI. La nona sinfonia resta incompiuta. Herons vince il derby che vale il primo posto solitario, la Libertas esce dal PalaTerme con una sconfitta netta che la riporta sulla terra dopo 40 giorni sul discovolante iniziati proprio su questo parquet con la vittoria del primo novembre contro Gema che segnò la resurrezione.

La fotografia di questa brutta domenica è la faccia di Luca Tozzi, seduto in panchina con la felpa grigia come il suo sguardo e un sacco del ghiaccio alla caviglia (nelle prossime ore sarà valutata l’entità della distorsione), ma anche l’applauso che gli oltre 400 tifosi livornesi arrivati fin qua alla fine tributano alla squadra.

Si è perso una battaglia ma il campionato è ancora lungo. Il perché si è caduti sta in tre numeri: 15 palle perse, 13 rimbalzi offensivi concessi e il 9/9 di Natali (diventato 9/11 a partita chiusa), autore di una prova mostruosa, immarcabile per chiunque si trovasse di fronte, Lucarelli, Fratto, Allinei.

Ma i motivi della sconfitta risiedono anche nell’atteggiamento, nell’intensità, nell’approccio alla partita. E anche qui c’è un numero che lo racconta bene: gli 82........

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