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Livorno Questa non è Ibiza, ma in via Allende si balla lo stesso e si beve champagne: due ore e mezzo di grande musica, emozioni, cori, lacrime e un basket spettacolo.

Che brividi trasmette questa Libertas. Che bella pallacanestro ci ha regalato Marco Andreazza. Per i 2.300 del PalaMacchia una domenica di quelle che resteranno impresse a lungo. E non solo per il batticuore finale, il tributo a capitan Forti, gli abbracci della sua curva nella sua curva, ma anche per questa vittoria netta, schiacciante, mai in discussione, contro una squadra forte, quadrata, costruita per vincere come Omegna, una dimostrazione di compattezza, di maturità, di potenza che non era per niente scontata per come gli amaranto arrivavano a questa sfida dal punto di vista tecnico, sanitario, mentale.

Diciamo che poteva essere il giorno più difficile, con Lucarelli a bordo campo per una caviglia ko, con Ricci che in settimana si era allenato col contagocce, con Fratto ai box fino a venerdì, col groviglio di emozioni dell’ultima volta di Forti, col fardello dell’ultimo ko a Cassino. E invece la Libertas ha giocato una delle partite più belle, più convincenti, più divertenti di questa stagione, confermando la crescita degli ultimi mesi e la solidità emersa nel derby.

C’è stata anche la miglior partenza vista finora: in 150 secondi la Akern ha annichilito Omegna e i suoi sogni di bissare l’impresa già firmata in via Allende contro la PL il 19 novembre. 8-0 dopo 2’33”, grazie ad una penetrazione di Speedy Gonzales Williams e due triple di Allinei e Fratto. E poi 16-2 dopo 6 minuti. E 23-4 dopo 9 minuti e mezzo, con una gragnuola di bombe sulla testa dei piemontesi. È stato l’aperitivo di una domenica da sbronza, dove Leon più che un olandese è sembrato un americano (8 punti nei primi 8’, 13 all’intervallo, 18 alla fine, con numeri monstre, 6/8 al tiro e 8 assist veri), ma soprattutto dove la Libertas ha confermato la sua forza basata su quattro colonne portanti: la difesa, la profondità delle rotazioni gestite con lucidità da Andreazza, la gestione e l’alternanza dei ritmi finalmente correndo tanto anche in contropiede, infine la capacità di innescare sempre the man on fire. Basti pensare agli otto punti di fila di Ricci quando Omegna a metà secondo quarto ha provato a riavvicinarsi (27-18) e poi ai due siluri sparati sempre da Amos dopo l’intervallo (il primo ha portato al massimo vantaggio, 43-23), ma anche ai quattro di fila di Buca in un altro momento topico, nel terzo quarto quando la Paffoni ci ha riprovato (47-38).

Amos merita una citazione particolare e non solo per i 21 punti in 28’ e il 5/7 da tre, ma per l’altissima concentrazione con cui ha giocato questa partita che per lui aveva mille significati, lui fratello di campo e di vita del capitano a cui ha dedicato i suoi canestri. Lui che come ha detto alla fine il presidente Consigli, da Forti ha ereditato il fuoco della libertassinità.

Tutto però è nato dal lavoro imponente in difesa della Libertas, sugli esterni e in area, dalla partita perfetta di Tommaso Fantoni contro Balanzoni, il re dei pivot della serie B, 16 punti e mezzo di media a partita, che è finito per essere azzerato in area, inchiodato a 9 punticini (non sbucciava la doppia cifra dal primo novembre), costretto a segnare soltanto da fuori, perché in area con Tommy c’è il divieto di transito.

Omegna ha provato più volte a rientrare, ma il minimo vantaggio amaranto è stato di 9 punti e ogni volta la Libertas è riuscita a riallungare. Alla fine sono andati a referto in nove e tutti hanno portato un mattone prezioso, compreso Andrea Saccaggi, apparso scuro in volto e poco preciso al tiro (1/8 dall’arco), ma pedina fondamentale di questo gruppo a cui non a caso Andreazza ha dimostrato fiducia concedendogli 24 minuti, in attesa di ritrovare il giocatore che è.

QOSHE - Libertas, basket champagne per salutare capitan Forti - Giulio Corsi
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Libertas, basket champagne per salutare capitan Forti

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22.01.2024

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Livorno Questa non è Ibiza, ma in via Allende si balla lo stesso e si beve champagne: due ore e mezzo di grande musica, emozioni, cori, lacrime e un basket spettacolo.

Che brividi trasmette questa Libertas. Che bella pallacanestro ci ha regalato Marco Andreazza. Per i 2.300 del PalaMacchia una domenica di quelle che resteranno impresse a lungo. E non solo per il batticuore finale, il tributo a capitan Forti, gli abbracci della sua curva nella sua curva, ma anche per questa vittoria netta, schiacciante, mai in discussione, contro una squadra forte, quadrata, costruita per vincere come Omegna, una dimostrazione di compattezza, di maturità, di potenza che non era per niente scontata per come gli amaranto arrivavano a questa sfida dal punto di vista tecnico, sanitario, mentale.

Diciamo che poteva essere il giorno più difficile, con Lucarelli a bordo campo per una caviglia ko, con Ricci che in settimana si era allenato col........

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