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Livorno Sul Tirreno di ieri Buongiorno Livorno, M5s, Pap, Rifondazione e Possibile attaccano duramente Luca Salvetti per la sua partecipazione all’incontro di presentazione della candidatura a sindaco di Giovanni Pezone, medico, imprenditore, leader della lista Rinascita Toscana-Ancora Italia. «Uno scivolone – sostengono –, visto che si tratta di un partito con posizioni di chiaro stampo fascista e per diversi in odore di vicinanza a ciò che rimane di Forza Nuova».

Oggi (come si può leggere in basso in questa pagina) interviene anche Alessandro Guarducci, candidato del centrodestra con la sua lista Livorno torna grande: «Un giornalista e un politico – dice Guarducci riferendosi a Salvetti – dovrebbero sempre informarsi bene: Pezone sui social pubblicizza gli eventi di Roberto Fiore, segretario nazionale di Forza Nuova, e alle amministrative del 2022 a Lucca siglò una intesa con Casapound. Mi sembra non ci sia altro da aggiungere».

Giovani Pezone, che ne pensa di questa situazione?

«Ancora Italia è un partito nato sulle orme di Diego Fusaro. Rinascita Toscana è invece nato sulle ceneri di Italexit a Pisa per opporsi al pensiero unico dominante che impone i vaccini, il limite di 30 chilometri all’ora o di mettere i pannelli solari che non servono a niente. Nessuno di noi viene dall’estrema destra, il più a destra sono io che per 10 anni sono stato consigliere provinciale di Forza Italia e per contrasti interni passai nel finale di quell’esperienza politica ad Alleanza Nazionale non certo al Partito Nazista. Dopo di allora sono stato segretario provinciale di Italexit oltreché uno dei membri della direzione regionale».

Per Barale, Sorgente, Trotta & C. la vostra lista ha posizioni di chiaro stampo fascista.

«Guardi, la maggior parte di noi viene dalla sinistra. Penso a Claudio Tripodi ex Pci, Ivano Regolini, uno dei miei più stretti collaboratori, che era in Rifondazione, Alessandro Pistolesi ex consigliere di circoscrizione a Shangai dell’allora Pds, per non parlare di Laura Garofoli, che non è una qualsiasi, ma la mia vice presidente ed è presidente di una coop sociale, proveniente anche lei da sinistra. Con noi abbiamo rumeni, marocchini e polacchi».

E allora come si spiega questo attacco concentrico?

«Oggi usa dare le etichette: basta che tu non sia d’accordo e sei fascista».

La cronaca racconta che due anni fa a Lucca lei abbia costruito l’intesa tra Italexit e Casapound per sostenere alle amministrativeFabio Barsanti, leader di Casapound.

«È vero. A Lucca Casapound si era trasformata in una lista civica, Difendere Lucca, che a un certo punto volle fare una unione più ampia e cercò abboccamenti con Italexit. Fu Barsanti a cercare Ghirardini, allora segretario politico regionale di Italexit, di cui ero vice. All’incontro andai anch’io, certamente e trovammo l’intesa».

E alla fine Barsanti è diventato addirittura vicesindaco.

«Al signor Pardini, sindaco di Lucca di Forza Italia, il signor Barsanti non ha fatto schifo. Pardini ha vinto per un soffio: senza i voti che Italexit ha preso al primo turno, al ballottaggio ho la sensazione che non sarebbe diventato sindaco. Barsanti è stato prima assessore allo sport e poi vicesindaco».

Anche Guarducci attacca Salvetti per aver presenziato al suo incontro ricordando la sua alleanza con Casapound.

«Guarducci in casa ha gente di Casapound perché il sindaco Pardini è nella stessa casa di centrodestra di Guarducci».

Dunque chi sosterrà in caso di ballottaggio tra Salvetti e Guarducci?

«Se dovessi scegliere la mia scelta è già fatta: Salvetti. Certamente non andrò con Guarducci: non posso andare con un parolaio che ha passato una vita in un giornale di sinistra e ora riesuma lo slogan “niente tasse per tutti” di berlusconiana memoria. Questi motti funzionano la prima volta, alla seconda sono una farsa, come lo è questa candidatura. Guarducci come creerà il lavoro che promette? Ha passato una vita in una redazione a scrivere cose di sinistra. Io creo posti di lavoro: da pisano sono venuto a Livorno 40 anni fa e ho costruito la più grossa azienda privata sanitaria della città».

E Salvetti come lo giudica?

«La compagnia di Salvetti è imbarazzante ma il rapporto con lui è solido».

È vero che siete amici?

«C’è un rapporto storico di 30 anni, di carattere esclusivamente giornalistico: quando ero consigliere provinciale feci a Livorno una stagione clamorosa, cominciavano i tagli alla sanità, l’allora direttore generale dell’Asl Di Bisceglie chiuse l’ospedale di Rosignano, le sale operatorie a Livorno da nove diventarono cinque, io ne feci chiudere una per carenze igieniche, organizzai un convegno in cui venne la Casellati, allora sottosegretaria alla sanità, un’amica che ancora mi gratifica della sua considerazione. Salvetti mi intervistava in continuazione, tanto che Zingoni, Mirenda e lo stesso Matteoli mi dicevano: “ma sempre te?”».

L’ha sentito dopo gli attacchi della sinistra?

«Stamani (ieri, ndr). Ci siamo scritti».

Ma il sindaco sul suo antifascismo può contare?

«È un tema che non voglio affrontare: io sono candidato a sindaco, non me ne frega niente. Se volete un dibattito storico parliamo di Nicolino Bombacci appeso a Piazzale Loreto, uno dei fondatori del Partito Comunista a Livorno, che guidò la delegazione italiana alle esequie di Lenin a Mosca e finì col duce a Dongo. Ma non sono qui per parlare di storia, anche se ho fatto il liceo classico e mi diletto di storia e filosofia, molto più che di medicina. Sono candidato e devo parlare di attualità non mi pare che il fascismo sia di attualità».

E il post in cui rilancia un intervento di Roberto Fiore e Forza Nuova?

«Non conosco Fiore, non ho rapporti con loro. Ma non sono di quelli che si scandalizzano per Acca Larenzia: ognuno commemora i morti come vuole, il reato è ammazzare la gente. L’ha detto anche la Cassazione: il saluto fascista è reato solo se implica l’apologia del fascismo, non inserito in commemorazioni. E le commemorazioni di Acca Larenzia ci sono da 46 anni».

Con Guarducci ha avuto contatti in questi mesi?

«No, mai incontrato o sentito, non ci sono stati avvicinamenti con quello schieramento anche se ho buoni rapporti personali con alcuni di loro».

Dice che non chiederà i suoi voti al ballottaggio.

«Fa bene, perché sosterrò Salvetti. Ma deve sapere che a casa mia, nella zona di via Bonanno a Pisa, hanno fatto il viottolo Andrea Bottone (avvocato, amministratore di Pisamo nominato dalla giunta Conti, ndr) e Raffaele Latrofa (Fdi, vicesindaco di Pisa, ndr) a chiedermi i voti per il ballottaggio per Conti che aveva preso il 49,96% al primo turno. I sodali di Guarducci hanno imbarcato i voti di Libertà Toscana di Pezone senza farsi nessuna remora». l

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Livorno, il candidato Pezone: «Macchè fascisti, al ballottaggio con Salvetti»

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05.02.2024

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Livorno Sul Tirreno di ieri Buongiorno Livorno, M5s, Pap, Rifondazione e Possibile attaccano duramente Luca Salvetti per la sua partecipazione all’incontro di presentazione della candidatura a sindaco di Giovanni Pezone, medico, imprenditore, leader della lista Rinascita Toscana-Ancora Italia. «Uno scivolone – sostengono –, visto che si tratta di un partito con posizioni di chiaro stampo fascista e per diversi in odore di vicinanza a ciò che rimane di Forza Nuova».

Oggi (come si può leggere in basso in questa pagina) interviene anche Alessandro Guarducci, candidato del centrodestra con la sua lista Livorno torna grande: «Un giornalista e un politico – dice Guarducci riferendosi a Salvetti – dovrebbero sempre informarsi bene: Pezone sui social pubblicizza gli eventi di Roberto Fiore, segretario nazionale di Forza Nuova, e alle amministrative del 2022 a Lucca siglò una intesa con Casapound. Mi sembra non ci sia altro da aggiungere».

Giovani Pezone, che ne pensa di questa situazione?

«Ancora Italia è un partito nato sulle orme di Diego Fusaro. Rinascita Toscana è invece nato sulle ceneri di Italexit a Pisa per opporsi al pensiero unico dominante che impone i vaccini, il limite di 30 chilometri all’ora o di mettere i pannelli solari che non servono a niente. Nessuno di noi viene dall’estrema destra, il più a destra sono io che per 10 anni sono stato consigliere provinciale di Forza Italia e per contrasti interni passai nel finale di quell’esperienza politica ad Alleanza Nazionale non certo al Partito Nazista. Dopo di allora sono stato segretario provinciale di Italexit oltreché uno dei membri della direzione regionale».

Per Barale, Sorgente, Trotta & C. la........

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