Oltre 64mila ricoveri nel 2022. Per la precisione 64.072. È il numero delle ospedalizzazioni per tumori nelle strutture sanitarie toscane. L’aumento dei ricoveri è stato reso noto dall’Ars, che ha pubblicato il primo volume del report “Welfare e salute in Toscana”. Il raffronto con gli anni precedenti fa emergere un vero e proprio boom di ricoveri: nel 2021 erano 60.636, 57.124 l’anno precedente e 50.571 nel 2019. Insomma, +27% in quattro anni. Una chiave di lettura la dà il censimento “I numeri del cancro in Italia 2023” presentato dall'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), dall'Associazione italiana registri tumori (Airtum), dalla Fondazione Aiom e dall’Osservatorio nazionale screening (Ons). Negli anni successivi alla pandemia i casi di tumore sono aumentati del 5% passando da 376.600 nuove diagnosi del 2020 a 395.000 di quest’anno. Un peggioramento che in parte si spiega analizzando l’adesione agli screening: nel 2022 a livello nazionale c’è stato un calo del 3% della copertura degli screening mammografico e colorettale, che nel 2021 erano tornati ai livelli pre-pandemici.

Diminuiscono i controlli

Superata l’emergenza Covid ci saremo dovuti occuparci della prevenzione e non lo abbiamo fatto? La risposta a questa domanda non è univoca. A livello nazionale uno dei dati più preoccupanti dell’ultimo Rapporto Aiom riguarda il calo delle adesioni agli screening. «I dati del 2022 mostrano una considerevole e generalizzata difficoltà a mantenere le performance osservate nel 2021 per quanto riguarda gli screening», spiega Paola Mantellini, direttrice dell’Osservatorio nazionale screening. Tuttavia la Toscana è in controtendenza: le indagini diagnostiche sono in aumento.

In controtendenza

«I dati pongono la Toscana al vertice delle regioni più strutturate sull’attività di screening», rivela Katia Belvedere, direttrice generale dell’Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica (Ispro). Nell’ultimo anno, la media dello screening mammografico si è attestato al 58% contro il 43% in Italia; quello colorettale, invece, ha raggiunto quota 39%, mentre nel resto del Paese è fermo al 27%; quello alla cervice ha toccato il 59%, 18 punti in più della percentuale italiana che raggiunge il 41%.

Obiettivo 90%

«Questi dati confermano la maturità del sistema toscano – precisa la direttrice generale –. Anche noi abbiamo notato nel post-Covid una certa stanchezza e abbiamo osservato la difficoltà ad aderire soprattutto ad alcuni screening. In questo senso di recente è stata approvata una delibera da parte della giunta regionale che proprio attraverso un lavoro di raccordo delle aziende sanitarie del territorio predispone un piano di innovazione e implementazione dell’attività. Una pluralità di azioni e, in particolare, una macroarea che lavora sulla comunicazione e sensibilizzazione e una macroarea che guarda allo sviluppo di modelli organizzativi innovativi e di aumento e all’uso delle tecnologie: stiamo pensando a un’applicazione o comunque a una piattaforma che consenta di prenotare e spostare gli appuntamenti. L’obiettivo che abbiamo di fronte è raggiungere il 90% di screening effettuati in Toscana entro il 2025».

Prevenzione a 360 gradi

«Prevenire i tumori significa abbattere la mortalità», prosegue Belvedere. Tuttavia, come dimostrano proprio i dati della Toscana, i controlli medici non sono sufficienti a invertire il trend. Anzi, un maggior numero di controlli può portare a una crescita delle nuove diagnosi e dei nuovi ricoveri. Questo perché gli screening sono solo una parte della strategia contro i tumori. Non a caso sono indicati anche dai medici come prevenzione secondaria. Quella primaria è costituita dalle sane abitudini di vita. Un esempio arriva dalla Toscana dove, tra il 2004 e il 2013, è stato realizzato lo studio Italung (finanziato dalla Regione), in cui si osserva una riduzione del 30% della mortalità per tumore del polmone nei forti fumatori o ex fumatori da meno di 10 anni. I pazienti che hanno partecipato allo studio sono stati sottoposti tanto a uno screening con una tac a basso dosaggio, quanto a un trattamento contro il fumo.

Il caso Pisa

Tra i soggetti che hanno partecipato a Italung e sono stati invitati a smettere di fumare, un caso particolare è quello dei soggetti reclutati a Pisa (il 25% del totale). Per loro l’accesso al centro anti-fumo (Caf) è stato facilitato dal fatto che era ubicato nello stesso dipartimento ospedaliero dove veniva effettuato il reclutamento. «È stata osservata una probabilità di smettere di fumare tre volte superiore tra chi, reclutato per lo screening del polmone, aveva anche partecipato ai programmi per smettere offerti dal Caf di 113 Pisa – si legge nel report “I numeri del cancro in Italia 2023” –. La partecipazione allo screening del polmone rappresenta quindi un teachable moment (un momento educativo, ndr) per smettere di fumare, in particolare quando l’attività di promozione della cessazione del fumo viene strutturata come parte integrante del percorso di screening».

Troppe cattive abitudini

Il fumo, purtroppo, non è l’unica delle cattive abitudini che nuocciono alla salute. «La sedentarietà – sottolinea Maria Masocco, responsabile scientifico dei sistemi di sorveglianza “Passi” e “Passi d’Argento” dell'Istituto superiore di sanità – è più frequente fra le donne e aumenta con l’età. Questa cattiva abitudine è aumentata significativamente, passando dal 23% del 2008 al 29% nel 2022. L’eccesso di peso, invece, interessa più di 4 adulti su 10. Un italiano su sei consuma alcol a livelli rischiosi per la salute, per quantità o modalità di assunzione».

Un aiuto dalla ricerca

In questo quadro preoccupante c’è però una buona notizia: negli ultimi 20 anni si sono registrati importanti progressi nella cura dei pazienti oncologici. «Le terapie mirate hanno consentito di ottenere risposte obiettive molto importanti, associate spesso a un controllo di malattia prolungato nel tempo – sottolinea Massimo Di Maio, presidente Aiom –. Un’altra rivoluzione è arrivata con i farmaci immunoterapici di nuova generazione. Quando il cancro ai polmoni si curava solo con la chemioterapia, la sopravvivenza a 5 anni era intorno al 5%. Oggi, gli studi condotti con l’immunoterapia dimostrano che la possibilità di essere vivi a 5 anni è salita fino al 20-30%».

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In Toscana è emergenza tumori: aumentano i ricoveri – I dati

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13.12.2023

Oltre 64mila ricoveri nel 2022. Per la precisione 64.072. È il numero delle ospedalizzazioni per tumori nelle strutture sanitarie toscane. L’aumento dei ricoveri è stato reso noto dall’Ars, che ha pubblicato il primo volume del report “Welfare e salute in Toscana”. Il raffronto con gli anni precedenti fa emergere un vero e proprio boom di ricoveri: nel 2021 erano 60.636, 57.124 l’anno precedente e 50.571 nel 2019. Insomma, 27% in quattro anni. Una chiave di lettura la dà il censimento “I numeri del cancro in Italia 2023” presentato dall'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom), dall'Associazione italiana registri tumori (Airtum), dalla Fondazione Aiom e dall’Osservatorio nazionale screening (Ons). Negli anni successivi alla pandemia i casi di tumore sono aumentati del 5% passando da 376.600 nuove diagnosi del 2020 a 395.000 di quest’anno. Un peggioramento che in parte si spiega analizzando l’adesione agli screening: nel 2022 a livello nazionale c’è stato un calo del 3% della copertura degli screening mammografico e colorettale, che nel 2021 erano tornati ai livelli pre-pandemici.

Diminuiscono i controlli

Superata l’emergenza Covid ci saremo dovuti occuparci della prevenzione e non lo abbiamo fatto? La risposta a questa domanda non è univoca. A livello nazionale uno dei dati più preoccupanti dell’ultimo Rapporto Aiom riguarda il calo delle adesioni agli screening. «I dati del 2022 mostrano una considerevole e generalizzata difficoltà a mantenere le performance osservate nel 2021 per quanto riguarda gli screening», spiega Paola Mantellini,........

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