Da una parte gli scienziati, per tastare il polso allo stato di salute del Pianeta. Dall’altra i politici, per analizzare le strategie in campo contro il cambiamento climatico. Quindi imprenditori e imprese, per capire come l’economia affronti la sfida della sostenibilità, tra costi da sostenere e opportunità da cogliere. E ancora i temi sociali ed etici che emergono dal nuovo mondo generato dalle alterazioni climatiche. Sono questi i quattro macro-temi intorno a cui si è sviluppato il dibattito del festival “Salviamo la Terra. Il futuro è presente”, una due giorni di incontri sul tema ambientale organizzata dal Gruppo Sae. Un evento – coordinato dal direttore del Tirreno Luciano Tancredi – che ha portato la sostenibilità nel Salone dei Cinquecento, a palazzo Vecchio a Firenze. Una delle meraviglie toscane da cui si è levato un appello: «Cosa stiamo facendo per i giovani oltre a caricarli di debito pubblico? Cerchiamo almeno di lasciarli città migliori, un Paese più sostenibile, un mondo in cui la lotta al cambiamento climatico è stata affrontata in modo serio».

Il caso Toscana

A pronunciare queste parole – di fatto una sintesi dei propositi emersi durante il festival – è stato ieri il sindaco di Firenze Dario Nardella. Il primo cittadino ha sottolineato come l’iniziativa del Gruppo Sae cada proprio nei giorni successivi all’alluvione che ha colpito la Toscana. Una coincidenza che deve far riflettere perché «dopo quello che è successo prima in Emilia Romagna, poi da noi è difficile negare il cambiamento climatico». Parole che fanno riecheggiare nel salone quanto detto dal presidente della Regione Eugenio Giani: «Siamo stati colpiti da precipitazioni eccezionali, che dimostrano gli effetti dell’effetto serra e dell’aumento delle temperature». Proprio dalla Toscana ferita dal maltempo emerge, tuttavia, un dato positivo. «Perché, nonostante abbia piovuto più del 1966, questa volta l’Arno non è esondato e Firenze non si è allagata?», è la domanda che ha posto ai presenti Nardella, prima di dare la risposta: «Perché abbiamo costruito la diga del Bilancino, la grande vasca di espansione a Figline e quella di laminazione a Settignano. Ossia infrastrutture necessarie per prevenire i disastri».

Scienziati ed economisti

Infrastrutture indicate come necessarie anche dagli scienziati e dagli economisti intervenuti nella due giorni del festival. Tutti concordi sulla gravità della situazione. Se, nel primo giorno, Ian Miller della National Geographic Society ha sottolineato come «l’uomo stia esercitando una pressione sconvolgente sugli equilibri del Pianeta», ieri Enrico Giovannini (direttore Scietifico di Asvis) ha ricordato come sia «necessario correre verso le energie rinnovabili» anche per la loro «convenienza». Mentre il giorno prima Marco Frey (presidente della fondazione Global compact) aveva posto «il problema di quanto la nostra società sia in grado di cambiare rotta».

La politica divisa

Un cambiamento e una direzione che dovrebbe indicare la politica. Ma, come emerso nel primo giorno del festival, le posizioni sono distanti. Tutti i politici intervenuti hanno sottolineato come «il cambiamento climatico sia innegabile». Ma le ricette sono differenti. Se l’eurodeputata Pd Daniela Rondinelli ha sostenuto «la svolta green dell’Europa», il consigliere regionale di Fdi, Fracesco Torselli, e soprattutto il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini, intervistato dal direttore Tancredi, hanno invocato un «approccio più pragmatico per far sì che la tutela dell’ambiente non porti all’autodistruzione della produttività del Paese».

L’impresa agisce

Realtà produttive che, mentre la politica discute, hanno già sposato la sostenibilità. Una strada imboccata da imprenditori giovani – come Vittoria Ferragamo con l’azienda agricola Il Borro e Federico Garcea con Treedom – o aziende consolidate come Iren – che punta al recupero dei metalli rari con un nuovo impianto ad Arezzo – e favorita dal sistema creditizio come fanno Monte Paschi di Siena e Sace con sostegni alle imprese e alle comunità locali. Anche e soprattutto in realtà uniche come quelle toscane: «Fare imprese a Firenze è straordinario», ha dichiarato l’imprenditore della moda Stefano Ricci.

Tecnologia e innovazione

Un ruolo chiave nello sviluppo sostenibile hanno poi le nuove tecnologie. Ne è ad esempio protagonista l’intelligenza artificiale. Una nuova frontiera che, ha assicurato Diego Giorgini di Al Technologies, «non toglierà lavoro ma lo trasformerà e accelererà». Anche perché, come ha sottolineato la giornalista Barbara Carfagna, può «darci capacità di calcolo ed efficienza che altrimenti non potremmo mai avere». E se il presidente dell’impresa di costruzioni WeBuild, Donato Iacovone, ha sottolineato come «le infrastrutture debbano diventare digitali», c’è chi come Open Fiber è impegnata «a portare la fibra e rete ultraveloce in scuole, ospedali e piccoli borghi». Infrastrutture decisive per il futuro dell’Italia e della Toscana: «Oggi si comunica con un altro linguaggio e con altri strumenti. La velocità delle connessioni è fondamentale», ha dichiarato l’assessore regionale Stefano Ciuoffo ammonendo che «in Toscana l’innovazione digitale va a rilento: così rischia la nostra economia».

Società e informazione

Dall’innovazione passa anche «lo sviluppo sociale e l’empowerment femminile», ha ricordato il capo di gabinetto della Regione Toscana Cristina Manetti. E non ultimo l’informazione, come quella del gruppo Sae che «vuole essere stimolo alla classe dirigente, con una vocazione fieramente radicata nel locale», come ha ricordato il presidente Alberto Leonardis.

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Salviamo la Terra, appello per il futuro: «Lasciamo ai giovani un pianeta sano» – Video

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17.11.2023

Da una parte gli scienziati, per tastare il polso allo stato di salute del Pianeta. Dall’altra i politici, per analizzare le strategie in campo contro il cambiamento climatico. Quindi imprenditori e imprese, per capire come l’economia affronti la sfida della sostenibilità, tra costi da sostenere e opportunità da cogliere. E ancora i temi sociali ed etici che emergono dal nuovo mondo generato dalle alterazioni climatiche. Sono questi i quattro macro-temi intorno a cui si è sviluppato il dibattito del festival “Salviamo la Terra. Il futuro è presente”, una due giorni di incontri sul tema ambientale organizzata dal Gruppo Sae. Un evento – coordinato dal direttore del Tirreno Luciano Tancredi – che ha portato la sostenibilità nel Salone dei Cinquecento, a palazzo Vecchio a Firenze. Una delle meraviglie toscane da cui si è levato un appello: «Cosa stiamo facendo per i giovani oltre a caricarli di debito pubblico? Cerchiamo almeno di lasciarli città migliori, un Paese più sostenibile, un mondo in cui la lotta al cambiamento climatico è stata affrontata in modo serio».

Il caso Toscana

A pronunciare queste parole – di fatto una sintesi dei propositi emersi durante il festival – è stato ieri il sindaco di Firenze Dario Nardella. Il primo cittadino ha sottolineato come l’iniziativa del Gruppo Sae cada proprio nei giorni successivi all’alluvione che ha colpito la Toscana. Una coincidenza che deve far riflettere perché «dopo........

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