«L’incidente di Suviana si poteva evitare. Un anno fa, la nostra organizzazione sindacale denunciò il fatto che non si intervenisse sulla sicurezza, ci sono documenti presentati sui quali si diceva che la sicurezza non era al massimo. Dopo un anno è purtroppo arrivata la tragedia. Molti di questi incidenti si possono evitare. E non sono incidenti, quando non ci sono interventi si tratta di omicidi».

Il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, a proposito dell’incidente nella centrale idroelettrica di Suviana, utilizza parole dure come pietre. Non fa sconti perché «siamo difronte a una strage continua, a una guerra civile».

Fa eco al segretario della Uil, il leader della Cgil Maurizio Landini: «Siamo di fronte all’ennesima strage. In un Paese che ha più di 1.000 morti all’anno, c’è proprio un modello di fare impresa che non va bene», ha detto. «Ormai è una volta al mese, continuano tutti i giorni. I dati sono inarrestabili. Ogni giorno muoiono in media tre persone e poi sono un po’ di mesi che ogni poche settimane c`è una tragedia in posti diversi, una ferrovia, un cantiere, oggi una centrale elettrica».

«Noi – ha precisato – adesso non conosciamo cosa è successo e aspettiamo la magistratura ma generalmente in molti casi siamo di fronte a tante ditte in appalto, situazioni che indicano che tutto quello che è stato fatto in questi anni di liberalizzazione del mercato del lavoro, nel senso di precarietà e subappalti non funziona». «Così non si va avanti, bisogna cambiare le norme e la modalità di fare impresa – ha concluso – salute e sicurezza non possono essere considerate un costo, un orpello, devono diventare un vincolo senza il quale non si lavora».

Cgil e Uil, che per oggi hanno convocato uno sciopero di 8 ore, avevano già una vertenza in corso contro le esternalizzazioni e sul tema della sicurezza.

«Avevamo uno sciopero già fissato a Roma per il 30», interviene Ilvo Sorrentino, segretario nazionale della Filctem Cgil e delegato ai settori elettrico e gas acqua. «A noi risulta che gli appalti siano qualificati semmai la questione da affrontare è che il settore idroelettrico, strategico per il Paese , va avanti senza investimenti specifici né in formazione né in sicurezza».

Prosegue Bombardieri: «Si investe poco sulle centrali idroelettriche e queste centrali stanno per passare dalla competenza dello Stato centrale alla competenza delle regioni. Vuoi vedere che nessuno investe sulle manutenzioni? Perché non si capisce chi deve fare gli investimenti, se la competenza è dello Stato o delle Regioni, e quindi lo Stato scarica sulle Regioni. Un caso eclatante di rimpallo delle competenze fra Stato centrale e Regioni che poi provoca mancanza di interventi. In queste centrali la manutenzione va fatta regolarmente, perché la qualità e la tipologia del lavoro dovrebbe costringere l’azienda alla sicurezza dei macchinari e dei processi. Noi abbiamo fatto delle denunce precise, in quell’azienda, e su quella procedura. Dicendo che l’azienda che aveva l’appalto avrebbe dovuto fare delle procedure che non sono state fatte».

«Avevamo contestato le modalità di alcuni lavori, in particolare sulle catene di controllo. Ci erano arrivate segnalazioni e per questo abbiamo dato la disponibilità di essere sentiti dalla magistratura», entra nel dettaglio Vittorio Caleffi segretario della Uiltec Emilia Romagna. Sorrentino è più cauto e spiega come all’origine ci sia un problema di investimenti e uno di professionalità.

«Le centrali idroelettriche sono tutte un mondo a parte, hanno una propria unicità. Mantenere all’interno le professionalità garantisce una manutenzione ordinaria continua mentre con le ditte esterne l’attenzione si sposta sugli interventi straordinari. Cosa significa? Che c’è una minore continuità e trattandosi di impianti vecchi, un’attenzione costante è preferibile. Soprattutto in assenza di investimenti importanti in tema di sicurezza. In un mondo in cui parliamo di intelligenza artificiale non possiamo avere infortuni sul lavoro a 40 metri di profondità».

Sulla rete di subappalti risponde ai giornalisti l’amministratore straordinario dei Enel Green Power Salvatore Bernabei. «Ho letto tante cose ma i lavori in corso erano lavori di aggiornamento tecnologico della centrale, stava facendo le prove di collaudo sul secondo gruppo. Per fare questi lavori avevamo scelto le migliori società nel campo elettrico e idroelettrico. Questa è la realtà dei fatti».

«L’attività – aggiunge Bernabei – era programmata e cominciata a settembre 2022, con contractors fra i più prestigiosi nel mondo», ha detto Bernabei. Alla domanda dei giornalisti se questi contractors abbiamo subappaltato i lavori, Bernabei ha risposto che la domanda deve essere fatta direttamente ai contractors che a loro volta possono essersi rivolti ad altri specialisti perché questi sono lavori che possono fare solo specialisti».

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Esplosione alla centrale di Suviana, la Uil va in procura: «L'incidente si poteva evitare, abbiamo i documenti»

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11.04.2024

«L’incidente di Suviana si poteva evitare. Un anno fa, la nostra organizzazione sindacale denunciò il fatto che non si intervenisse sulla sicurezza, ci sono documenti presentati sui quali si diceva che la sicurezza non era al massimo. Dopo un anno è purtroppo arrivata la tragedia. Molti di questi incidenti si possono evitare. E non sono incidenti, quando non ci sono interventi si tratta di omicidi».

Il segretario generale della Uil, Pierpaolo Bombardieri, a proposito dell’incidente nella centrale idroelettrica di Suviana, utilizza parole dure come pietre. Non fa sconti perché «siamo difronte a una strage continua, a una guerra civile».

Fa eco al segretario della Uil, il leader della Cgil Maurizio Landini: «Siamo di fronte all’ennesima strage. In un Paese che ha più di 1.000 morti all’anno, c’è proprio un modello di fare impresa che non va bene», ha detto. «Ormai è una volta al mese, continuano tutti i giorni. I dati sono inarrestabili. Ogni giorno muoiono in media tre persone e poi sono un po’ di mesi che ogni poche settimane c`è una tragedia in posti diversi, una ferrovia, un cantiere, oggi una centrale elettrica».

«Noi – ha precisato – adesso non conosciamo cosa è........

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