«Una coppia di genitori arrivò al ristorante con una bimba di tre anni e babbo e mamma chiesero anche per lei il menù degustazione. Io li sconsigliai dicendo loro che la piccola avrebbe potuto ordinare anche un solo piatto». A parlare è Andrea Zazzeri del ristorante La Pineta. Siamo in un locale stellato sulla spiaggia di Marina di Bibbona. Quella bambina mangiò tutto il menù, come un adulto. E Zazzeri le offrì il pranzo.«La guardammo tutto il tempo, non credevamo ai nostri occhi». Bambini che stanno educatamente seduti al tavolo del ristorante, anche in luoghi più formali, ce ne sono ma a chi non è capitato di avere un pranzo o una cena rovinata da ragazzini chiassosi? Uscire con i figli oppure lasciarli a casa è l’eterno dilemma dei genitori che spesso rinunciano a una serata fuori per non rovinarsela o per evitare di farsi il fegato amaro.

E c’è anche chi, a volte, quel tavolo l’ha abbandonato, non sopportando rumore e bizze degli ospiti seduti a fianco. Zazzeri, come gli altri ristoratori, ne ha viste di ogni («come quella volta che un cliente se ne andò: mi disse “Scusi ma non ce la faccio più”, aveva accanto un tavolo con due bambini che gridavano e usavano i videogiochi a tutto volume») tanto che il ristoratore rivela di avere una lista nera che tiene memorizzata sul pc e con scritto al fianco: “Non prendere la prenotazione”. Del resto anche per i locali più blasonati non è facile escludere l’accesso ai più piccoli. E poi: è giusto farlo?

Consentire alle famiglie di godersi tutti insieme un pranzo e una cena non è forse un obiettivo a cui dovremmo tendere? Non stiamo parlando di locali di lusso, ovviamente, ma ne sono convinti a Confcommercio: l’associazione nei giorni scorsi ha lanciato la campagna “Menù bambini” a 10 euro per consentire alle famiglie di tornare al ristorante senza il timore di spendere eccessivamente. In Toscana stanno aderendo all’iniziativa centinaia di locali, da Livorno a Grosseto. Il progetto portato avanti dalla categoria Fipe con il ministero delle Imprese e del Made in Italy sta allargandosi a macchia d’olio e sono sempre più numerosi i ristoranti che pubblicizzano menù “kids”.

«Riteniamo sia diventato necessario – dice Aldo Cursano vicario di Fipe Confcommercio – consentire alle famiglie di tornare al ristorante e rendere i nostri locali luoghi di ritrovo dove poter passare dei momenti sereni. Con i menù a prezzo fisso per i più piccoli si fornisce una garanzia di spesa escludendo il rischio di sorprese oltre a garantire un’accoglienza adeguata anche ai più piccoli».L’obiettivo è far tornare il ristorante il centro degli incontri tra famiglie per trascorrere insieme momenti di divertimento e di relax senza dover pensare sistematicamente al portafoglio. Momenti di condivisione tipici dei pranzi della domenica dei ragazzi del boom economico. Del resto oggi un pranzo per quattro persone difficilmente ha un costo inferiore ai 150 euro, cifra proibitiva anche per la classe media toscana. «Ho apprezzato molto – commenta Federico Pieragnoli direttore di Confcommercio per le province di Livorno e Pisa – l’iniziativa dell’associazione nazionale perché si è pensato ai nostri figli e quindi al futuro. Le famiglie hanno oggi difficoltà oggettive a far tornare i conti: tra inflazione, pandemia, crisi energetica e redditi bassi, le rinunce sono sempre di più. Con questa iniziativa riusciamo a dare la possibilità per fare qualche pranzo e cena fuori in più».

Un’iniziativa di cui almeno i locali sentivano il bisogno: a Pisa e a Livorno ci sono state già 100 adesioni in pochi giorni e l’obiettivo è quello di raggiungerne 300. «Potrei raccontare mille episodi di bambini che non si sono comportati bene nei nostri ristoranti», commenta Moreno Ianda dei ristoranti La Bussola e Cuore, a Quarrata, provincia di Pistoia. «Ma preferisco raccontare di quegli adulti che venivano a pranzo da noi bambini e che oggi vengono con i loro nipotini. Chi è stato portato qui da piccolo, oggi è tra i nostri migliori clienti. Del resto sono i genitori che insegnano ai figli fin da piccoli a mangiare in modo vario educandoli a più sapori e a stare a tavola. Prepariamo loro cosa vogliono in modo espresso e ai nostri brunch ci sono famiglie intere che trascorrono le domeniche insieme».


QOSHE - In Toscana centinaia i ristoranti in formato famiglia: menù per i bambini a dieci euro - Ilenia Reali
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In Toscana centinaia i ristoranti in formato famiglia: menù per i bambini a dieci euro

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26.01.2024

«Una coppia di genitori arrivò al ristorante con una bimba di tre anni e babbo e mamma chiesero anche per lei il menù degustazione. Io li sconsigliai dicendo loro che la piccola avrebbe potuto ordinare anche un solo piatto». A parlare è Andrea Zazzeri del ristorante La Pineta. Siamo in un locale stellato sulla spiaggia di Marina di Bibbona. Quella bambina mangiò tutto il menù, come un adulto. E Zazzeri le offrì il pranzo.«La guardammo tutto il tempo, non credevamo ai nostri occhi». Bambini che stanno educatamente seduti al tavolo del ristorante, anche in luoghi più formali, ce ne sono ma a chi non è capitato di avere un pranzo o una cena rovinata da ragazzini chiassosi? Uscire con i figli oppure lasciarli a casa è l’eterno dilemma dei genitori che spesso rinunciano a una serata fuori per non rovinarsela o per evitare di farsi il fegato amaro.

E c’è anche chi, a volte, quel tavolo l’ha abbandonato, non sopportando rumore e bizze degli ospiti seduti a fianco. Zazzeri, come gli altri ristoratori, ne ha viste di ogni («come quella volta che un........

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