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LIVORNO. Ha scelto l’arancione Luca Salvetti. Ancora non ha svelato quale sarà lo slogan della campagna elettorale. Ma si sa che il simbolo sarà arancione. Lo stesso che ieri campeggiava sullo sfondo del teatro 4 Mori, sotto alla scritta “Luca Salvetti sindaco”. Il perché è senza tanti giri di politichese: è il suo colore preferito.

Niente cravatta, completo blu, camicia bianca, visibilmente emozionato. Al lancio ufficiale della ricandidatura fa il one man show, unico protagonista sul palco. E ormai ci scherzano su anche i suoi: «Lo conoscete, è gasatissimo...».

Parla solo lui per 35 minuti, dopo un video che riassume i cinque anni da sindaco. Sotto applaudono: 26 volte, quasi uno scroscio di mani al minuto. Ci sono i rappresentanti di tutte le forze che lo sostengono (Pd, Sinistra italiana, Europa Verde, Livorno civica, Riformisti per il futuro), i Giovani Dem, un nutrito gruppo di dipendenti comunali, facce dello sport (abbraccio di rito con Igor Protti), del porto (vedi Enzo Raugei della Compagnia), di commercio e cultura. Consiglieri e assessori al completo o quasi. In trasferta da Firenze arrivano Eugenio Giani (che dice di esserci a metà tra il ruolo istituzionale di presidente della Regione e “affettivo, per Luca”) e Antonio Mazzeo, in odor di candidatura Pd della costa alle Europee. Seduta in prima fila la famiglia. I 450 posti del teatro tutti occupati.

E Salvetti? Partiamo dal finale: dice che gli avversari a questo giro «dovranno rincorrere». «Noi nel 2019 eravamo a rincorrere, a convincere le persone, ora devono rincorrere loro di fronte al lavoro fatto in cinque anni». Qualcuno, aggiunge, ha iniziato a farlo «in maniera aggressiva, sguaiata», ma «fino a questo momento non hanno tirato fuori uno straccio di idea»: «Noi andiamo dritti verso una strada che abbiamo ben chiara, saremo imprendibili». E giù con l’applauso finale e tutti in piedi.

«Questo luogo, questo teatro – sostiene 30 secondi prima – vale più di mille sondaggi, anche se il sondaggio ci dice che siamo vicini a qualcosa di estremamente significativo». Così se il Primo Polo di Valentina Barale (alleanza 5S-Bl) ripete di puntare al ballottaggio e il centrodestra è sicuro non solo di centrarlo ma di stare «già amministrando» (parole dette due giorni fa da Alessandro Guarducci), nel centrosinistra riunito ai 4 Mori c’è chi sottovoce spera di spuntarla addirittura al primo turno.

Salvetti ripercorre il mandato con i suoi occhi, partendo da quando «eravamo una quarantina in quella splendida cantina», per il lancio della prima candidatura, «e ritrovarci così è un grandissimo orgoglio». «Mille cose fatte – dice lui – e mille che siamo pronti a sognare, Livorno era arrabbiata con se stessa e con il resto del mondo, abbiamo lavorato perché non fosse più così».

Il primo punto da cui parte? «È dal 2009 che non c’è possibilità per un’amministrazione di continuare il lavoro fatto, questa opportunità non va persa». Quella del secondo mandato. Quando arrivano gli applausi più lunghi? Quando pronuncia la parola antifascismo («non ci vogliamo rinunciare, anche alla luce di quello che vediamo intorno a noi in questi giorni»). Quando dice che il programma è stato sconvolto da pandemia, guerra e crisi energetica, necessità di far atterrare i fondi Pnrr sul territorio e Livorno diventata porto di sbarchi: «Le abbiamo affrontate tutte da città civile, coraggiosa, con cuore, con 10 navi e oltre mille migranti abbiamo dimostrato a Salvini chi siamo». Applauso dei presenti quando per via Grande dice «sì, noi li facciamo i portici», mentre all’opposizione infuria la polemica sui “piastrelloni da cucina” al posto della palladiana. O quando ricorda che «c’è stato un bel convegno sul porto pochi giorni fa, ho visto un sacco di facce scure, arrivavano i rappresentanti del governo... Noi sappiamo benissimo quello che serve al porto, il guaio è che qualcuno vuol frenare» o «vorrebbe intestarsi la battaglia» sui soldi per il raccordo ferroviario, «un po’ impegnativo eh...». Altro applauso quando sostiene che sul fronte dei rischi ambientali «abbiamo fatto un lavoro straordinario», «quando una persona esce di casa in lacrime ci deve trovare la protezione civile e possibilmente anche il sindaco». Battito di mani dei suoi quando rivendica di non essere un cementificatore, cavallo di battaglia del fronte anti-Salvetti, dai no Cubone in giù: «Se è per costruire una scuola, un impianto sportivo o un ospedale su un parco rigenerato, allora sì, sono un cementificatore». «Mi dite – aggiunge – quale cementificazione è stata fatta nei cinque anni? L’ultima è stata Esselunga». Ma sulla parola Esselunga l’applauso non arriva più.

Nei 35 minuti di lancio della campagna tocca tanti altri temi. Sul lavoro presenta come «un segnale» i «5mila posti pubblici in più dal 2019» e «il tasso di disoccupazione calato dal 6 al 5 per cento»: «A questo segnale dobbiamo dare forza, per esempio con il recupero dell’ex Trw, che ha visto l’impegno di privati che vogliono bene alla città» e creando «un buon lavoro, sicuro, non come è accaduto a Firenze in quel disgraziato momento».

La corsa è partita. E se il centrodestra ha annunciato di voler aprire la sede del comitato elettorale in via Grande, il centrosinistra ha già scelto un fondo in via Marradi. Ultimo flash: una volta spenti i riflettori e abbassata la musica, nelle file del centrosinistra si chiacchiera della nuova lista civica che si sta mettendo in piedi nella coalizione. A chi la chiama “lista del sindaco” Salvetti ribatte subito che «sono tutte liste del sindaco». Alla fine potrebbe chiamarsi “Protagonisti per la città”. In questi giorni è tutto un fare telefonate ai papabili candidati: si cercherà di metterci dentro rappresentanti delle associazioni, delle professioni, dello sport.

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QOSHE - «Rincorrano, saremo imprendibili». Salvetti rilancia la sfida dai 4 Mori - Juna Goti
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«Rincorrano, saremo imprendibili». Salvetti rilancia la sfida dai 4 Mori

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26.02.2024

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LIVORNO. Ha scelto l’arancione Luca Salvetti. Ancora non ha svelato quale sarà lo slogan della campagna elettorale. Ma si sa che il simbolo sarà arancione. Lo stesso che ieri campeggiava sullo sfondo del teatro 4 Mori, sotto alla scritta “Luca Salvetti sindaco”. Il perché è senza tanti giri di politichese: è il suo colore preferito.

Niente cravatta, completo blu, camicia bianca, visibilmente emozionato. Al lancio ufficiale della ricandidatura fa il one man show, unico protagonista sul palco. E ormai ci scherzano su anche i suoi: «Lo conoscete, è gasatissimo...».

Parla solo lui per 35 minuti, dopo un video che riassume i cinque anni da sindaco. Sotto applaudono: 26 volte, quasi uno scroscio di mani al minuto. Ci sono i rappresentanti di tutte le forze che lo sostengono (Pd, Sinistra italiana, Europa Verde, Livorno civica, Riformisti per il futuro), i Giovani Dem, un nutrito gruppo di dipendenti comunali, facce dello sport (abbraccio di rito con Igor Protti), del porto (vedi Enzo Raugei della Compagnia), di commercio e cultura. Consiglieri e assessori al completo o quasi. In trasferta da Firenze arrivano Eugenio Giani (che dice di esserci a metà tra il ruolo istituzionale di presidente della Regione e “affettivo, per Luca”) e Antonio Mazzeo, in odor di candidatura Pd della costa alle Europee. Seduta in prima fila la famiglia. I 450 posti del teatro tutti occupati.

E Salvetti? Partiamo dal finale: dice che gli........

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