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LIVORNO. Non c’è più molto tempo. Per l’ultima settimana di marzo tutta l’area intorno al Calafati, la grande scuola chiusa dal 2019, dovrà essere sgombra. Compresa la casa dove l’ex custode vive da 52 anni con la moglie. Per fare i lavori all’edificio pubblico la Provincia si è aggiudicata un finanziamento da 3,5 milioni, e come tutti i cantieri legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), anche questo dovrà essere pronto, chiavi in mano, entro il 2026.

Gli spazi sono stati consegnati alla ditta già due mesi fa. Dell’istituto resterà quasi solo lo scheletro portante: sarà completamente rifatto, dai solai in giù. Quindi, per ragioni di sicurezza, il responsabile del cantiere non darà il via fino a quando tutta l’area non sarà libera, compresi i 65 metri quadri dove da sempre Mario Vallari (93 anni) vive con la moglie Anna Maria (88), una casa comunale che si affaccia sul cortile, nel retro della scuola.

Il problema è che nessuno, fino al 25 gennaio, li ha avvisati di dover traslocare. Così, come raccontato giovedì dal Tirreno, si è aperto un botta e risposta delicato con gli enti, in particolare col Comune, che è proprietario della palazzina.

Vallari e la moglie, lo ricordiamo, ebbero in uso gratuito la casa, come alloggio di servizio, quando Mario faceva il bidello-custode: poi sono rimasti a viverci anche dopo la pensione, trent’anni fa, non con un contratto di affitto ma pagando sempre al Comune un canone di occupazione mensile (oggi è di 180 euro).

Quindi che succederà? La Provincia venerdì ha scritto al municipio chiedendo ufficialmente che tutta l’area venga «tempestivamente» liberata. La dirigente del settore tecnico, Silvia Borgo, premette che proprio per dare più tempo all’ex custode si è deciso di partire intanto con i lavori propedeutici che non creano problemi di sicurezza, per esempio lo smontaggio dell’impianto elettrico della scuola: nei prossimi giorni si inizierà a portare il cassone e sarà sistemata una rete intorno all’istituto, in modo da lasciare comunque un corridoio per entrare e uscire con la macchina. «In questo modo si riesce a far partire l’impresa e a limitare il ritardo che si sta accumulando». «Questo tipo di attività – chiarisce – potrà andare avanti al massimo per un mese, poi dovremo partire con il cantiere vero e proprio». Perché «siamo in ritardo di tre mesi e su due anni di lavori non è poco. Comprendiamo le difficoltà di tutti, ma siamo in difficoltà anche noi». La palla ora passa al Comune. I Vallari hanno detto no al trasloco in un alloggio della Provincia in Venezia perché la carrozzina di Anna Maria non entra in ascensore. I familiari ripetono di aspettare che il Comune, dopo due incontri, metta per scritto come può aiutare a risolvere la situazione.

Intanto è il quartiere a mobilitarsi per Mario scrivendo al Tirreno. Più che il quartiere la strada, via Calafati, che è quasi un’isola tra il porto e la città.

Abita lì a due passi Laura Lezza, fotoreporter molto conosciuta a Livorno: «Vedevo Mario tutti i pomeriggi salire a guardare il tramonto del porto in cima alla scala anti incendio della scuola. Con i suoi 90 anni passati, arrampicarsi per quelle alte scale per guardare fisso il mare e usare la salita per controllare la sua scuola, piano dopo piano. Mario non è l’ex custode della scuola di via Calafati, ma ne è ancora il suo custode: con responsabilità ha custodito e custodisce questo luogo speciale dentro le mura medicee». «Lì dove c’è la più antica porta di Livorno crollata da anni – sottolinea – lui ha saputo custodire, controllare, abitare rispettando la storia del luogo e la sua magia. Mario e Anna Maria sono le due persone che da più anni abitano la via Calafati e per tutti noi residenti sono come la presenza più rassicurante».

«Quando ci siamo trasferiti qui con mio marito – racconta una curiosità – la mattina all’alba sentivamo un gallo. Un gallo nel silenzio del porto? Poi abbiamo conosciuto Mario. Venite! Ci ha fatto entrare nel retro della scuola, vasi da fiori e un pezzetto di terra coltivato con ortaggi e galline, ed ecco il gallo del porto. La signora Anna Maria seduta a sgranare o tagliare ortaggi, leggono il giornale e guardano la loro scuola. Ne conoscono ogni dettaglio. Come quando Mario lo scorso autunno si è accorto da un vetro rotto che c’erano degli intrusi. Mario di questa scuola e strada è il custode. E voglio ancora sperare che venga trovata una soluzione per consentire loro di rimanere».

Come lei Silvia Lenzi: «Abito in via Calafati dai primi anni 2000 e la presenza costante in questa strada chiusa con pochi residenti e una scuola è stata quella dei coniugi Mario e Anna Maria. Loro rappresentano un po’ la memoria storica della strada. Mario anche dopo la pensione ha continuato a monitorare sullo stato della struttura e a mantenerla viva, anche dopo la chiusura, coltivando un piccolo orto nel giardino e condividendone spesso i prodotti con gli altri residenti della strada». «Non ci scordiamo – aggiunge Luca, un altro residente dell’area – che dobbiamo solo a lui la scoperta che la scuola, qualche mese fa, era diventata di notte un luogo occupato, di spaccio. E poi è grazie a Mario se lì, all’interno delle mura medicee, non c’è la vegetazione selvaggia». Interviene anche Doriano Signorini della paninoteca Quo vadis, che ha il magazzino confinante con la scuola: «Se non ci fosse stato Mario, lì dentro sarebbe diventata terra di nessuno, come tutto il resto qui intorno. A 93 anni c’è sempre per tutti. E se lo mandano via qui dispiace a tutti».

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QOSHE - Caso Calafati: la casa dell’ex custode va liberata in un mese - Juna Goti
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Caso Calafati: la casa dell’ex custode va liberata in un mese

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25.02.2024

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LIVORNO. Non c’è più molto tempo. Per l’ultima settimana di marzo tutta l’area intorno al Calafati, la grande scuola chiusa dal 2019, dovrà essere sgombra. Compresa la casa dove l’ex custode vive da 52 anni con la moglie. Per fare i lavori all’edificio pubblico la Provincia si è aggiudicata un finanziamento da 3,5 milioni, e come tutti i cantieri legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), anche questo dovrà essere pronto, chiavi in mano, entro il 2026.

Gli spazi sono stati consegnati alla ditta già due mesi fa. Dell’istituto resterà quasi solo lo scheletro portante: sarà completamente rifatto, dai solai in giù. Quindi, per ragioni di sicurezza, il responsabile del cantiere non darà il via fino a quando tutta l’area non sarà libera, compresi i 65 metri quadri dove da sempre Mario Vallari (93 anni) vive con la moglie Anna Maria (88), una casa comunale che si affaccia sul cortile, nel retro della scuola.

Il problema è che nessuno, fino al 25 gennaio, li ha avvisati di dover traslocare. Così, come raccontato giovedì dal Tirreno, si è aperto un botta e risposta delicato con gli enti, in particolare col Comune, che è proprietario della palazzina.

Vallari e la moglie, lo ricordiamo, ebbero in uso gratuito la casa, come alloggio di servizio, quando Mario faceva il bidello-custode: poi sono rimasti a viverci anche dopo la pensione,........

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