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LIVORNO. Era l’aprile del 2015 quando decine di famiglie rimaste senza casa varcarono le porte del faraonico, e da anni vuoto, palazzo Maurogordato, l’ex sede dell’Enel sugli scali d’Azeglio. Erano i mesi in cui a Livorno si registrava un’escalation di occupazioni, che sarebbe poi culminata nella “presa” della Torre della Cigna, il gigante di uffici riadattati in alloggi di emergenza alle porte della città.

Nove anni dopo, il palazzo che si affaccia sul fosso reale (e che nel frattempo è passato alla Castello Sgr, società milanese di gestione del risparmio) si prepara ad essere completamente svuotato.

Attenzione: non sgomberato con la forza pubblica, ma svuotato, come sottolinea l’assessore alla casa Andrea Raspanti. Dopo una lunga storia fatta di carte bollate e ricorsi in tribunale, la proprietà deve infatti rientrare in possesso di palazzo Maurogordato. E prefettura e Comune hanno cercato di gestire l’uscita delle famiglie un po’ come fatto nel 2021 con la Torre della Cigna, che nel 2019 era arrivata a contenere ben 110 persone.

Quando sono iniziati i confronti, nel palazzo vicino a piazza Cavour i numeri degli occupanti erano ben diversi, ma comunque importanti: in tutto 47 persone. Oggi ne sono rimaste 27, «le altre hanno via via avuto accesso alle sistemazioni dell’emergenza abitativa». «Abbiamo ricevuto tutti gli occupanti lunedì in Comune», ha spiegato ieri Raspanti: «In accordo con la Castello sgr e con la prefettura, entro il 18 aprile la struttura dovrà essere libera, ma confidiamo che lo sarà già dai primi giorni di aprile: abbiamo predisposto un piano simile a quello che mettemmo in piedi per svuotare la Torre della Cigna, le persone andranno in strutture messe a disposizione dal terzo settore, per lo più coabitazioni. La società proprietaria ha dimostrato un minimo di collaborazione mettendo 25mila euro proprio per aiutare lo spostamento nelle case transitorie». E poi? «Mano a mano – risponde l’assessore – le famiglie saranno “assorbite” con il normale scorrimento delle graduatorie per l’emergenza abitativa».

Vale per tutti ad eccezione di «sette persone che, non avendo i requisiti per l’emergenza abitativa e non avendo mai fatto domanda, stanno trovando soluzioni diverse in autonomia».

Quella del palazzo Maurogordato è una storia incredibile, se si pensa che per anni – almeno cinque, prima di essere occupato – è rimasto completamente vuoto, chiuso, in parte lasciato nel degrado, nonostante fosse di fatto un vero e proprio gioiello: decine di stanze, saloni di rappresentanza, affreschi, scalinate, colonne di marmo, pavimenti in parquet.

Tre anni dopo l’occupazione, nel gennaio del 2018, Potere al Popolo lo scelse perfino, non a caso, per lanciare la sfida elettorale in vista delle politiche dello stesso anno. In quel momento l’edificio rappresentava un simbolo. «Vedo che qui il palazzo già l’abbiamo preso...», esordì nell’evento di avvio della campagna elettorale un vulcanico Salvatore Prinzi, dell’ex Opg occupato “Je so’ pazzo” di Napoli, mentre guardava verso gli striscioni, il soffitto affrescato e il parquet di un lucido surreale.

Nel mezzo ci sono stati vari contenziosi e passaggi giudiziari, fino a quando lo scorso anno l’attuale proprietà ha ottenuto il necessario titolo dal tribunale e ha richiesto che l’immobile fosse svuotato.

L’occupazione oggi non risulta “gestita” da un sindacato casa in particolare. E non è chiaro al momento cosa vorrà fare la proprietà di questo gigante che si affaccia sugli scali. Nella relazione semestrale di gestione del fondo di risparmio immobiliare Uno Energia, pubblicata in rete il 30 giugno 2022, si leggeva che il valore del prestigioso fabbricato livornese di quattro piani a uso ufficio è sceso a 6 milioni di euro.

Sta di fatto che quella del palazzo Maurogordato è una delle ultime grandi occupazioni della città, dopo lo svuotamento della Torre della Cigna e la demolizione del blocco popolare della Chiccaia a Shangai (che però aspetta ancora di essere ricostruito). Tra quelle che restano ci sono l’ex sede dell’Atl dietro al viale Italia e l’ex circoscrizione 3, a due passi dai Pancaldi.

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QOSHE - Dopo nove anni si svuota il palazzo Maurogordato - Juna Goti
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Dopo nove anni si svuota il palazzo Maurogordato

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28.02.2024

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LIVORNO. Era l’aprile del 2015 quando decine di famiglie rimaste senza casa varcarono le porte del faraonico, e da anni vuoto, palazzo Maurogordato, l’ex sede dell’Enel sugli scali d’Azeglio. Erano i mesi in cui a Livorno si registrava un’escalation di occupazioni, che sarebbe poi culminata nella “presa” della Torre della Cigna, il gigante di uffici riadattati in alloggi di emergenza alle porte della città.

Nove anni dopo, il palazzo che si affaccia sul fosso reale (e che nel frattempo è passato alla Castello Sgr, società milanese di gestione del risparmio) si prepara ad essere completamente svuotato.

Attenzione: non sgomberato con la forza pubblica, ma svuotato, come sottolinea l’assessore alla casa Andrea Raspanti. Dopo una lunga storia fatta di carte bollate e ricorsi in tribunale, la proprietà deve infatti rientrare in possesso di palazzo Maurogordato. E prefettura e Comune hanno cercato di gestire l’uscita delle famiglie un po’ come fatto nel 2021 con la Torre della Cigna, che nel 2019 era arrivata a........

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