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LIVORNO. Da ieri Alessandro Guarducci non è più né “il candidato in pectore”“il giornalista in procinto di”: è ufficialmente il candidato sindaco della lista civica che alle elezioni comunali di giugno avrà l’appoggio del centrodestra. Si chiamerà “Livorno torna grande”. E a chi gli fa subito notare che sa tanto di Donald Trump (ricordate il “Make america great again”?) controbatte così: «Trump? Io mi sono ispirato a un suo grande predecessore, Ronald Reagan, fu lui nel 1980 a coniare lo slogan Make america great again. Io dico: facciamo Livorno di nuovo grande. Perché la nostra città è nata per essere grande e non può essere condannata alla mediocrità, come sta accadendo». E con queste parole la campagna elettorale è ufficialmente aperta. La candidatura sarà presentata sabato all’hotel Palazzo con i partiti della coalizione. Intanto volano le prime scintille.

Quel caffè coi riformisti

Ha fatto discutere negli ambienti politici la presenza di Guarducci all’iniziativa organizzata tre giorni fa dal polo riformista alla Bottega del Caffè, con i parlamentari di Italia Viva e +Europa. Come raccontato dal Tirreno, il giornalista è arrivato casualmente nello stesso momento del sindaco Luca Salvetti, che punta al bis con la coalizione di centrosinistra. A domanda ha risposto di essere stato invitato «dal professore», ovvero dal segretario di +Europa Alessandro Giovannini. Che però siede al tavolo di centrosinistra e che il giorno dopo si è affrettato a ribattere che quell’invito era stato inviato un po’ così, di default, a Guarducci come a tanti altri, una lista broadcast.

Quello che però non è stato detto è che proprio all’indomani dell’iniziativa in Venezia, venerdì pomeriggio, Guarducci e tutti e quattro i segretari della lista Riformisti per il futuro (Italia viva, Psi, +Europa e Lde) si sono seduti a uno dei tavoli del Tramezzino, incontro tra l’altro convocato già da qualche giorno. C’erano Alfio Baldi (Iv), lo stesso Giovannini, Sonia Baronti (socialisti) e Attilio Palmerini (Liberal democratici europei). C’è la foto scattata nel bar a raccontarlo.

E Baldi, che è uno schietto, contattato dal Tirreno non ci gira tanto intorno: «Se un candidato, oltretutto un amico, un civico, vuole parlare con noi, perché no. Guarducci aveva chiesto di incontrare il segretario di +Europa, che correttamente gli ha detto: “siamo in quattro nella lista e veniamo tutti e quattro”. Una chiacchierata non si nega a nessuno. Così siamo andati a prendere un caffè».

Baldi: «Ma non lo votiamo»

Quindi? Il polo riformista potrebbe appoggiare Guarducci? O magari dividersi tra chi starà con Guarducci e chi con Salvetti? La risposta oggi è no. «Siamo andati a parlare con Guarducci per stima nei suoi confronti e per correttezza – riprende Baldi, assessore al sociale negli anni di Alessandro Cosimi – ma abbiamo premesso che noi non siamo nell’area di centrodestra, non potremo né sostenerlo né votarlo». Questo «non toglie che si possa parlare, c’è un’elezione e un dopo elezione, se vince diventa il sindaco di tutti», ma «il nostro cuore batte da un’altra parte, per la nostra storia noi non possiamo schierarci in un polo di destra».

«Con Salvetti o da soli»

Attenzione: «Ora noi siamo al tavolo del centrosinistra – mette in chiaro Baldi – ma non c’è ancora una coalizione perché ancora non c’è un programma condiviso». Perché? «Perché abbiamo deciso di fare il percorso “la parola alle idee”, di ascolto della città, e finché non è finito è poco serio scrivere il programma, tireremo le fila alla fine, col sindaco abbiamo già parlato di sanità...». Con il suo stile un messaggio alla coalizione (a Sinistra italiana?) Baldi sembra mandarlo: «Comunque l’alleanza deve essere di centrosinistra, non può essere di sinistra e basta, ognuno di noi deve essere disposto a rinunciare a qualcosa nel programma». In ogni caso la traduzione politica è questa: il polo riformista correrà a sostegno di Salvetti o da solo. Lo dice chiaramente Baldi («sì, ci presenteremo o da soli o con il centrosinistra, io naturalmente spero che si possa trovare la quadra con il centrosinistra, sennò si sta a discutere da mesi per cosa?»). E lo ripete Giovannini.

La versione di Giovannini

Il prof di + Europa torna all’iniziativa di qualche giorno fa in Venezia e al saluto di Guarducci: «Ho mandato decine e decine di messaggi con la mailing list...». Ok, ma i due non si erano visti o sentiti nelle settimane precedenti? «Ci siamo incontrati una volta molto prima di Natale quando la sua era veramente una candidatura in fieri e gli ho detto già in quel momento che noi siamo al tavolo con il sindaco attuale per verificare se ci sono i presupposti programmatici per arrivare a una coalizione che a oggi non c’è. O stiamo con Salvetti o corriamo con una nostra candidatura, con la destra no».

Scintille con Guarducci

Ma ecco che Guarducci ribatte. Prima sull’incontro in Venezia: «Ho ricevuto un invito Whatsapp dal prof Giovannini, ho apprezzato e gli ho risposto che avrei partecipato con piacere almeno con un saluto, visti gli impegni di questo periodo». Poi sul caffè: «Sì, qualche giorno fa ho chiesto ai rappresentanti del polo moderato se erano interessati a incontrarmi tutti insieme, ho ricevuto una risposta positiva e li ringrazio. Era un passaggio necessario perché per quasi due mesi ho avuto più incontri con tutti ad eccezione dei socialisti, in particolare con +Europa. E in questi incontri ho raccolto l’insofferenza e l’insoddisfazione nello stare al tavolo di un centrosinistra troppo di sinistra guidato da Guercio...». E la chiude così: «Registro che hanno una visione ideologica della politica, mentre la mia è pragmatica. Sostengono di non essere ancora nella coalizione di Salvetti, ma ho percepito una totale mancanza di coraggio ad alzarsi dal tavolo del centrosinistra».

Storia finita per tutti, quindi, al di là del caffè. «Finita? In politica non c’è niente di finito, ma da parte mia non c’è disponibilità ad allearsi con forze conservatrici che si alleano con un partito conservatore come il Pd a Livorno. I veri riformisti, quelli che vogliono cambiare la città, saranno nella mia alleanza».

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QOSHE - Elezioni, Guarducci esce allo scoperto con “Livorno torna grande” - Juna Goti
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Elezioni, Guarducci esce allo scoperto con “Livorno torna grande”

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21.01.2024

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LIVORNO. Da ieri Alessandro Guarducci non è più né “il candidato in pectore”“il giornalista in procinto di”: è ufficialmente il candidato sindaco della lista civica che alle elezioni comunali di giugno avrà l’appoggio del centrodestra. Si chiamerà “Livorno torna grande”. E a chi gli fa subito notare che sa tanto di Donald Trump (ricordate il “Make america great again”?) controbatte così: «Trump? Io mi sono ispirato a un suo grande predecessore, Ronald Reagan, fu lui nel 1980 a coniare lo slogan Make america great again. Io dico: facciamo Livorno di nuovo grande. Perché la nostra città è nata per essere grande e non può essere condannata alla mediocrità, come sta accadendo». E con queste parole la campagna elettorale è ufficialmente aperta. La candidatura sarà presentata sabato all’hotel Palazzo con i partiti della coalizione. Intanto volano le prime scintille.

Quel caffè coi riformisti

Ha fatto discutere negli ambienti politici la presenza di Guarducci all’iniziativa organizzata tre giorni fa dal polo riformista alla Bottega del Caffè, con i parlamentari di Italia Viva e Europa. Come raccontato dal Tirreno, il giornalista è arrivato casualmente nello stesso momento del sindaco Luca Salvetti, che punta al bis con la coalizione di centrosinistra. A domanda ha risposto di essere stato invitato «dal professore», ovvero dal segretario di Europa Alessandro Giovannini. Che però siede al tavolo di centrosinistra e che il giorno dopo si è affrettato a ribattere che quell’invito........

© Il Tirreno


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