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Livorno L’invito chiama a raccolta con pale, picconi e carriole. Ovviamente nessuno si sogna di demolire davvero a picconate il ponte di Monterotondo, come recita il volantino. Insomma, l’azione sarà simbolica. Ma non per questo meno significativa. L’ha organizzata un gruppo di residenti della zona dello Stillo perché, viene spiegato in un documento accompagnato da 60 firme, «non si è più disposti a passare notti insonni nella paura e a controllare il rio temendo che ci entri in casa». I residenti di questo angolo di Livorno stretto tra il mare e le colline si sono dati appuntamento domani alle 15 sul ponte che attraversa il botro del Molino. Si trova in via di Monterotondo, a pochi metri dall’incrocio con via di Popogna. In pratica all’altezza della forbice che vede confluire il botro nel rio Ardenza, che poi da lì, quando è in piena, continua la sua corsa verso la foce dei Tre Ponti, attraversando Collinaia e Ardenza.

La ferita del 2017

Questa fu una delle zone più colpite dalla tragica alluvione del 2017, da via di Sant’Alò l’acqua trascinò via anche vite. In questi ultimi sei anni e mezzo molti lavori sono stati fatti o ancora sono in corso per opera del Genio civile regionale lungo Collinaia o più vicino al mare. Ma evidentemente nella parte alta c’è bisogno di fare ancora molto.

Lo dice il documento di una quindicina di pagine, comprese foto e firme, che i residenti della zona dello Stillo hanno inviato via Pec al Comune dopo le forti piogge di inizio novembre, con richiesta di incontro a tutti gli enti preposti.

La pioggia di novembre

Le immagini allegate raccontano «lo stato del fondo e delle sponde del botro del Molino subito dopo la notte del 2 novembre», quando una forte pioggia sulle colline, si legge, «ha causato una piena nel rio che, ancora una volta ed incredibilmente, è esondato in più punti invadendo scantinati e taverne, creando danni alle abitazioni e imponendo l’evacuazione di alcune famiglie da parte della protezione civile».

«Non è andato tutto bene»

«Nonostante le affermazioni del sindaco sul fatto che quella notte tutto sia andato bene – continua il documento – la netta sensazione della gente del nostro quartiere è che le cose proprio non stiano così e che ci sia molto da fare e da rifare per dare sicurezza all’area. Non è accettabile che una forte pioggia (110 millimetri nelle 24 ore, certo non definibile “eccezionale”) abbia causato l’ennesima esondazione del rio e persino il sormonto del ponte di Monterotondo, come già accaduto un paio di anni fa in un’occasione simile. Dobbiamo forse accettare di andare sott’acqua ogni due anni?».

Chi firma la lettera punta così il dito anche contro i lavori fatti in questo tratto più alto dopo il settembre del 2017 («hanno purtroppo risolto ben poco e hanno persino creato ulteriori criticità, visti i risultati scoraggianti con frana in più punti nel letto del fiume delle sponde e delle scogliere»).

Il monitoraggio

«Le buone intenzioni del Genio civile della Regione Toscana – è la chiosa – per l’installazione di un sistema di allarme precoce composto da videocamere e idrometri a ultrasuoni o radar, non hanno avuto alcun seguito». E ancora: «Ci è stato riferito della presenza sulle colline di una stazione meteo in grado di dare informazioni precoci. È privata o della Regione? Non la si può utilizzare per darci un’allerta specifica?».

«Allargare i ponti»

In un passaggio del documento si arriva così a parlare di «sfiducia nelle istituzioni», citando Regione, Comune, Consorzio di bonifica e così via. Si chiede che la situazione venga «pubblicamente dibattuta al circolo di Collinaia», che «all’incontro partecipino non i politici, bensì i tecnici responsabili dei necessari lavori di ripristino e della soluzione ai problemi di transito delle piene nel rio e sotto (non sopra!) i suoi ponti», che vengano «urgentemente ampliati i ponti di Monterotondo e di via Collinet». E che «la Regione si impegni pubblicamente all’installazione lungo il Botro del Molino di sistemi di monitoraggio e allarme».

Iniziativa e lavori da fare

Così, in attesa di risposte, ecco l’iniziativa simbolica di domani, con l’invito pubblico a presentarsi «con pale e carriole» per «demolire a picconate il ponte di Monterotondo».

«Abbiamo fatto una serie di incontri per mettere a conoscenza i soggetti preposti della gravità della situazione – recita il volantino di presentazione dell’iniziativa – l’assessora Giovanna Cepparello (deleghe all’ambiente, alla mobilità, ai rifiuti, alle energie rinnovabili e alla resilienza urbana) si è fatta carico di organizzare un evento pubblico sull’argomento con tutti gli enti preposti». Ma intanto gli abitanti della zona vogliono farsi sentire.

È proprio dai residenti che è partita la spinta, sono stati loro a scrivere il documento e a lanciare la petizione, prima di chiedere l’aiuto anche del Comitato alluvionati di Livorno, che tra l’altro è presieduto da un abitante di Collinaia, Stefano Filippi.

«Nella notte tra il 2 e il 3 novembre – ripete – i firmatari della lettera hanno avuto ore di grande paura con il Botro del Molino che è passato sopra al ponte. Le famiglie hanno subìto di nuovo danni importanti. Dopo un mesetto le ruspe sono tornate per ritirare su i massi che sono caduti lungo gli argini quella notte e che erano stati messi dopo l’alluvione del 2017: allora furono fatti lavori temporanei, di somma urgenza, ma è evidente che ne servono con urgenza di permanenti per garantire la sicurezza in futuro. Così come è evidente che quel ponte, così, è un rischio». l

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Livorno, allo Stillo picconate simboliche per demolire il ponte: «Basta notti insonni per paura del fiume»

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26.01.2024

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Livorno L’invito chiama a raccolta con pale, picconi e carriole. Ovviamente nessuno si sogna di demolire davvero a picconate il ponte di Monterotondo, come recita il volantino. Insomma, l’azione sarà simbolica. Ma non per questo meno significativa. L’ha organizzata un gruppo di residenti della zona dello Stillo perché, viene spiegato in un documento accompagnato da 60 firme, «non si è più disposti a passare notti insonni nella paura e a controllare il rio temendo che ci entri in casa». I residenti di questo angolo di Livorno stretto tra il mare e le colline si sono dati appuntamento domani alle 15 sul ponte che attraversa il botro del Molino. Si trova in via di Monterotondo, a pochi metri dall’incrocio con via di Popogna. In pratica all’altezza della forbice che vede confluire il botro nel rio Ardenza, che poi da lì, quando è in piena, continua la sua corsa verso la foce dei Tre Ponti, attraversando Collinaia e Ardenza.

La ferita del 2017

Questa fu una delle zone più colpite dalla tragica alluvione del 2017, da via di Sant’Alò l’acqua trascinò via anche vite. In questi ultimi sei anni e mezzo molti lavori sono stati fatti o ancora sono in corso per opera del Genio civile regionale lungo Collinaia o più vicino al mare. Ma evidentemente nella parte alta c’è bisogno di fare ancora molto.

Lo dice il documento di una quindicina di pagine, comprese foto e firme, che i........

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