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Livorno Ci sarà l’avvocato Andrea Dinelli al primo posto della lista civica che porta il nome di Alessandro Guarducci, il candidato sindaco della coalizione di centrodestra. E sarà della squadra anche Leo Picchi, il figlio di Armando, bandiera del Livorno calcio che fu e dell’Inter. Ma attenzione: la lista, che ora ha una serie di arcate nel simbolo, non si chiamerà più “Livorno torna grande”, quella frase che disse avergli ispirato Reagan. In modo inaspettato, il giornalista ha cambiato in corsa il nome e sulla scheda elettorale i livornesi troveranno la scritta “Lista Guarducci sindaco”.

Dallo staff del candidato dicono che si tratta solo di un cambio di strategia comunicativa, giudicata ora più efficace. In sala c’è invece chi mormora che forse quel “torna grande” rischiava di creare un po’di confusione politica: torna grande rispetto a cosa, visto che ad amministrare la città è sempre stato il centrosinistra?

Guarducci al microfono l’annuncia così: «Livorno torna grande, ma progettando il futuro. Da oggi ci saranno la coalizione del rinnovamento e la lista Guarducci sindaco». Spiegando poi che sono stati 30 livornesi di zone diverse a scegliere il nuovo simbolo.

Altro flash inaspettato: proprio quando scopre la nuova immagine, dal fondo si sente gridare «che redioli», «vedo improvvisazione». È Andrea Meini, consulente di marketing e pittore, che aveva curato il primo simbolo. La collaborazione, evidentemente, non è andata avanti. In sala Guarducci lo ignora e continua a parlare, i più fanno lo stesso.

Per il resto a Palazzo Pancaldi la sfida di Guarducci entra nel vivo. Torna a toccare molti dei temi affrontati nelle ultime settimane: lavoro, turismo, sicurezza. Ma, senza nominarlo mai, inizia a riferirsi al sindaco Luca Salvetti come al «candidato del centrosinistra». E in un passaggio del suo lungo intervento, prima dice che «sfiora il reato di abuso della credibilità popolare quando dice che in città va tutto benissimo», poi aggiunge: «Ha dato le chiavi a quattro amici al bar per fare le festicciole», il riferimento è al Lem. «Basta con la città degli amici, con i favori agli amici degli amici».

«Vincere, rinnovare, cambiare», sono poi le parole di apertura, accentuando quel vincere, prima di presentare i primi 13 nomi presenti in lista (gli altri 20 a breve) . Undici erano in sala, due assenti giustificate (la più giovane, Angelica Macelloni, e Ariela Cassuto, volto del mondo ebraico) .

Confermati il campione paralimpico di golf, Tommaso Perrino, l’ex segretario della Uil Trasporti e presidente del consiglio di Quercianella, Claudio Sodano (sul lavoro, dice, «siamo fermi con le quattro frecce da troppi anni») ed Esteljano Zanaj, altro presidente di un consiglio di zona, il 2 del centro. È un ex Pd, vicino a Pasquale Lamberti (anche lui in sala a sentire) . «Ho vissuto nel Pd – dice Zanaj – il vestito mi stava stretto, non venivo ascoltato». A proposito di Pd: si candida con Guarducci Alessandro Latorraca, medico, ex consigliere comunale dei Dem («entro per una politica di servizio che non ho trovato di poter fare nelle esperienze passate») . In lista anche Lucrezia Nardi Dei, tante esperienze lavorative all’estero, volontaria della Misericordia di Antignano e della Caritas, con la parrocchia di Santa Lucia. Ad ascoltarla c’è il marito Daniele Bettinetti, ex Pd di area cattolica. Poi la campionessa di windsurf Giusy Miglioranza, il dentista Roberto Duranti, l’insegnante di scuola primaria Mirella Conti («stufa di mettere nastri nelle nostre scuole, che non sono sicure») .

Prima presentarsi Ursula Ida Pareti, la presidente delle guide storiche che pubblicò il famoso post sul degrado in città che non piacque al sindaco.

Leo Picchi è emozionatissimo, timido, scherza un po’sul suo «accento nordista» e i suoi «modi più formali», «ma il salmastro è nelle vene». Un anno fa si era lanciato in campo come papabile candidato sindaco, oggi c’è «per la stima che nutro per Guarducci, incline al dialogo». Capolista sarà, come dicevamo, l’avvocato Andrea Dinelli, che era il papabile sindaco desiderato dalla Lega (così ben accontentata) . «È un gruppo vario, ci credo».

Curiosità: in sala ci sono l’imprenditore dei locali Simone Gonnelli e la coppia dell’arte Francesca Cagianelli-Dario Matteoni. Dei partiti della coalizione un po’tutti: Elisa Amato (Fi) , Massimo Vitrani (Azione) , Marcella Amadio di Fdi (che entra proprio quando arriva l’ex 5 Stelle Francesco Berti) , Paola Nucci sempre di Fdi. Ma non si vede Giacomo Lensi, a quanto pare bloccato da impegni familiari. Non c’è Costanza Vaccaro (farà una sua lista o entrerà in Noi Moderati? ) . E sentite cosa dice Guarducci di Alternativa Popolare di Stefano Bandecchi: «Mi ha chiesto di mettere il suo simbolo al posto del mio e ci pensavano loro alla campagna elettorale, ma la mia risposta è no, la mia libertà non si paga». l

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QOSHE - Livorno, l’avvocato Dinelli guida la lista Guarducci sindaco: ecco tutti i candidati - Juna Goti
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Livorno, l’avvocato Dinelli guida la lista Guarducci sindaco: ecco tutti i candidati

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10.03.2024

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Livorno Ci sarà l’avvocato Andrea Dinelli al primo posto della lista civica che porta il nome di Alessandro Guarducci, il candidato sindaco della coalizione di centrodestra. E sarà della squadra anche Leo Picchi, il figlio di Armando, bandiera del Livorno calcio che fu e dell’Inter. Ma attenzione: la lista, che ora ha una serie di arcate nel simbolo, non si chiamerà più “Livorno torna grande”, quella frase che disse avergli ispirato Reagan. In modo inaspettato, il giornalista ha cambiato in corsa il nome e sulla scheda elettorale i livornesi troveranno la scritta “Lista Guarducci sindaco”.

Dallo staff del candidato dicono che si tratta solo di un cambio di strategia comunicativa, giudicata ora più efficace. In sala c’è invece chi mormora che forse quel “torna grande” rischiava di creare un po’di confusione politica: torna grande rispetto a cosa, visto che ad amministrare la città è sempre stato il centrosinistra?

Guarducci al microfono l’annuncia così: «Livorno torna grande, ma progettando il futuro. Da oggi ci saranno la coalizione del rinnovamento e la lista Guarducci sindaco». Spiegando poi che sono stati 30 livornesi di zone diverse a scegliere il nuovo simbolo.

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