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LIVORNO. L’inizio dei lavori è previsto per il prossimo autunno, sempre che non ci siano intoppi. Mentre ancora non si è chiusa la storia infinita dell’inceneritore, nell’area del Picchianti si prepara il terreno per la costruzione del nuovo impianto Asa-Aamps per trattare fanghi e rifiuti organici. In pratica convertire in energia gli scarti in arrivo dal Rivellino e dai bidoni del porta a porta, dai nostri bagni e dalle tavole.

Ieri mattina in Comune la sesta e la seconda commissione si sono riunite per votare l’accordo istituzionale e di collaborazione tra tutti gli enti interessati, mentre Asa e Aamps vanno verso la firma di un artenariato industriale per la gestione dell’impianto.

In sala, insieme ai consiglieri comunali di maggioranza e opposizione, e all’assessore Gianfranco Simonini, c’erano i vertici di Asa (il presidente Stefano Taddia, il direttore della progettazione Michele Del Corso, l’amministratore delegato Valter Cammelli), dell’Autorità idrica toscana (Lorenzo Maresca), di Aamps (il direttore Raffaele Alessandri), di Ato e Ait (collegato Alessandro Mazzei).

Partiamo cercando di capire cos’è quest’impianto che sarà di proprietà di Ait (che ha ottenuto il finanziamento da 10 milioni dal Pnrr) e che sarà gestito da Asa e Aamps.

Già oggi in via dell’Artigianato, accanto gli uffici di Aamps e all’inceneritore, ci sono dei grandi cilindri bianchi di cemento armato dove ogni anno vengono raccolte le 4.100 tonnellate di fanghi in arrivo dal Rivellino (che tra l’altro è previsto traslochi nei prossimi anni dalla Venezia a via Enriques). È qui che entrerà in funzione l’impianto di digestione anaerobica che servirà per trasformare in biogas non solo le 4.100 tonnellate di fanghi, ma anche le 17mila-20mila tonnellate di rifiuti organici che Retiambiente si impegna a garantire (oggi in città ne vengono prodotte circa 14mila, che vengono poi smaltite soprattutto nel nord Italia a 70 euro a tonnellata).

I due digestori lavoreranno come una sorta di fermentatori accelerati, con i batteri che in assenza di ossigeno porteranno alla produzione del biogas (nelle schede si parla di 2,5 milioni di metri cubi all’anno). Il biogas ottenuto sarà poi lavorato in parte per arrivare al biometano (930.000 metri cubi all’anno, sulla carta quanto serve per alimentare 500 pandine aziendali o 50 camion di Aamps).

Attenzione: questo sarà fatto utilizzando anche tutto il grande spazio dell’attuale centro di raccolta del Picchianti, che si trova tra via dei Soffiatori del vetro e via degli Arrotini e che quindi dovrà essere spostato da qualche altra parte. Dove? Ieri il direttore Alessandri ha parlato di via della Corallaie: il nuovo centro di raccolta di area nord, dove i livornesi potranno continuare a portare ingombranti o altri rifiuti, sarà spostato in un’area di parcheggio comunale.

Tornando al nuovo impianto: dai trattamenti uscirà anche il “digestato” che nella fase due di questo piano si vuole destinare a un altro impianto – per il trattamento di sfalci e potature, 50mila tonnellate da tutta l’area vasta, circa 5mila da Livorno) – da fare a Vallin dell’Aquila per produrre compost (8.500 tonnellate all’anno) da reimpiegare in agricoltura.

Il nuovo impianto del Picchianti costerà 17.347.352 euro: 10milioni dal Pnrr, il resto «sarà finanziato attraverso il sistema tariffario, nel piano investimenti di Asa», dicono in commissione. In pratica con le bollette dell’acqua, anche se i dirigenti si affrettano a dire che non ci sarà l’effetto maxi aumenti perché l’operazione andrà a bilanciarsi (per esempio con i ricavi da incentivi sul biogas).

«Entro giugno del 2026 – fa sapere Del Corso – il Pnrr impone che sia tutto collaudato, la progettazione è stata appaltata nel 2023, l’aggiudicazione del bando per fare i lavori è attesa a fine mese, per avviare l’intervento dal terzo trimestre del 2024, quindi in autunno».

L’accordo istituzionale di collaborazione per ora è passato in commissione con i voti della maggioranza, ne discuterà il consiglio comunale.

L’assessore Simoncini parla di un «tassello strategico»: «Con questo impianto Livorno si garantirà l’autosufficienza per il trattamento dei rifiuti organici oggi veicolati a centinaia di chilometri di distanza e l’abbattimento dei costi di trattamento dei fanghi del depuratore. Ciò permetterà anche di produrre digestato utile come fertilizzante o combustibile. Sarà prodotto anche biometano che potrà essere utilizzato come combustile al servizio delle flotte di Asa e Aaamps. Un progetto che dimostra la qualità tecnica e progettuale delle nostre imprese che sarà realizzato da Asa, su incarico di Ait, su aree di Aamps che saranno cedute per la realizzazione dell’opera».

Il Comune «partecipa all’accordo come soggetto interessato alla programmazione delle opere e primo beneficiario degli interventi e anche in relazione allo spostamento dell’attuale centro comunale di raccolta».

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QOSHE - Nuovo impianto Asa-Aamps. A fine anno i lavori al Picchianti - Juna Goti
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Nuovo impianto Asa-Aamps. A fine anno i lavori al Picchianti

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24.01.2024

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LIVORNO. L’inizio dei lavori è previsto per il prossimo autunno, sempre che non ci siano intoppi. Mentre ancora non si è chiusa la storia infinita dell’inceneritore, nell’area del Picchianti si prepara il terreno per la costruzione del nuovo impianto Asa-Aamps per trattare fanghi e rifiuti organici. In pratica convertire in energia gli scarti in arrivo dal Rivellino e dai bidoni del porta a porta, dai nostri bagni e dalle tavole.

Ieri mattina in Comune la sesta e la seconda commissione si sono riunite per votare l’accordo istituzionale e di collaborazione tra tutti gli enti interessati, mentre Asa e Aamps vanno verso la firma di un artenariato industriale per la gestione dell’impianto.

In sala, insieme ai consiglieri comunali di maggioranza e opposizione, e all’assessore Gianfranco Simonini, c’erano i vertici di Asa (il presidente Stefano Taddia, il direttore della progettazione Michele Del Corso, l’amministratore delegato Valter Cammelli), dell’Autorità idrica toscana (Lorenzo Maresca), di Aamps (il direttore Raffaele Alessandri), di Ato e Ait (collegato Alessandro Mazzei).

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