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LIVORNO. A maggio partiranno i lavori per togliere i grandi tubi di Eni che corrono lungo le due sponde del canale di accesso al porto. Ai non addetti ai lavori potrà anche sembrare una notizia tra le tante, in realtà è un passaggio fondamentale – e atteso da anni – per poter partire con l’allargamento della strettoia che oggi impedisce alle navi più grandi di raggiungere la parte commerciale e industriale dello scalo (o che comunque le costringe a importanti manovre).

La rimozione dei tubi dell’Eni, insomma, è necessaria. E sul fatto che il canale vada allargato non ci sono dubbi. Ma è indubbio anche che per sei mesi, da inizio maggio fino a fine ottobre, si dovrà trovare il modo di gestire una situazione non semplice, perché il cuore del porto verrà chiuso al traffico tutte le notti per otto ore (dalle 23 alle 7 del mattino). Così dopo l’ultima riunione con l’Autorità portuale, che ha annunciato il via all’intervento, sono venute fuori anche le preoccupazioni, o le raccomandazioni, di qualche terminalista.

Addio ai vecchi tubi

Il programma dei lavori è stato illustrato due giorni fa ai terminalisti in una riunione in cui erano presenti, oltre all’Autorità di sistema portuale, la raffineria Eni, la capitaneria di porto e il corpo dei piloti. «L’opera – ha poi evidenziato l’Authority – è propedeutica al definitivo allargamento della strettoia adiacente la Torre del Marzocco e ha come obiettivo migliorare l’accessibilità del porto, consentendo così di far accedere in tutta sicurezza portacontainer di dimensione maggiore rispetto a quelle che attualmente approdano in Darsena Toscana, sponda ovest e sponda est». I lavori dureranno sette mesi e saranno appunto fatti in orario notturno, «per limitare al minimo possibile i disagi al traffico portuale».

A renderli possibili è il fatto che Eni, nel 2023, ha finito di inserire i suoi nuovi tubi all’interno del famoso microtunnel. Così una volta che la società avrà tolto queste tubazioni originarie, Palazzo Rosciano potrà dare «piena esecuzione all’appalto integrato per l’allargamento del canale di ingresso». Con l’obiettivo di completare tutto «entro la fine del 2025», quando diventerà così possibile «il transito delle navi full container di lunghezza superiore ai 330 metri».

Allargamento del canale

La gara dell’Authority per allargare l’accesso al porto, valore quasi 20 milioni, era stata pubblicata a luglio e risulta in via di aggiudicazione. Una volta che saranno stati rimossi i vecchi tubi dell’Eni che corrono sott’acqua, si andrà in sostanza a realizzare il banchinamento di una delle sponde della via navigabile al porto commerciale, oggi larga 60 metri nel tratto più stretto e 90 in quello più largo, con profondità massima di 14 metri al centro: completato l’intervento, il canale avrà una larghezza massima di 125 metri si potrà dragare per arrivare a 13 metri di profondità sotto le sponde e a 16 al centro.

Soddisfatto il presidente dell’Authority Luciano Guerrieri: «Dopo aver realizzato il microtunnel, uno dei progetti ingegneristici più complessi degli ultimi tempi, e dopo essere riusciti, grazie a Eni, a inserire le nuove tubature, possiamo dare avvio alla seconda parte dei lavori. Si tratta di un’importante opera di ammodernamento di cui si sosteneva l’emergenza da tempo».

«Ringrazio – ha aggiunto il segretario generale Matteo Paroli – lo staff dell’Autorità di sistema portuale, i terminalisti, la capitaneria, i piloti e Eni per la proficua collaborazione. Con questa opera saremo in grado di far fare al nostro scalo un evidente salto di qualità, migliorandone in modo sensibile la capacità ricettiva».

Ma la notte arriva lo stop

Il punto però ora è proprio come saranno gestiti i sei mesi necessari per togliere le tubazioni, con quali ripercussioni operative e commerciali. Che ci sia un dibattito aperto lo ha fatto capire ieri il general manager di Tdt, Marco Mignogna, che su Linkedin ha pubblicamente commentato così: «La notizia positiva è che, dopo quasi un quarto di secolo, questo progetto stia arrivando finalmente a conclusione. Quello che è inaccettabile è il blocco del canale per sette mesi dalle 23 alle 7 del giorno successivo. Si può e si deve fare qualcosa di meglio in termini di programmazione e scelte tecniche per la rimozione dei tubi, al fine di ridurre l’impatto sui traffici portuali che insistono sulla Darsena Toscana e sul Canale industriale».

In quel tratto di porto si affacciano Tdt e Lorenzini (contenitori), Sintermar e Sdt (ro-ro e passeggeri, d’estate le ultime navi di Grimaldi partono per la Sardegna intorno alle 22.30) fino ai costieri Neri e D’Alesio. I dati dell’Avvisatoredicono che nello stesso periodo dello scorso anno in quel tratto sono transitate in entrata e in uscita tra due e quattro navi a notte, tra portacontainer (soprattutto), auto, passeggeri, rifornimenti petroliferi.

Dalla riunione di due giorni fa è emerso che proprio per cercare di ridurre i disagi, le 12 ore di lavori richieste inizialmente per togliere i tubi di Eni sono state ridotte a otto in notturna (tra l’altro con un aggravio di costi importante per la società), e il cantiere entrerà nel vivo nei mesi estivi quando i traffici sono ridotti e il meteo meno ostile. Appare difficile scendere sotto le otto ore, considerando che gli addetti dovranno lavorare sott’acqua e avranno bisogno ogni volta di un’ora per allestire il cantiere a tarda sera e di un’altra ora per smontarlo alle prime luci del mattino. «Questa è la soluzione con minore impatto, più di così non si poteva fare», è la sottolineatura di Paroli. L’ordinanza sarà predisposta da capitaneria e Authority. Ci sarà una cabina di regia quotidiana, operativa, per monitorare i lavori e garantire ingressi o uscite di navi in caso di necessità. E ci sarà da stabilire un criterio per l’ingresso al mattino delle navi rimaste in rada. Agli enti l’obbligo di non sgarrare con i tempi. Ai terminalisti di parlare con armatori e clienti per riprogrammare.

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QOSHE - Porto Via i tubi dell’Eni dal canale. L’ingresso allo scalo sarà allargato - Juna Goti
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Porto Via i tubi dell’Eni dal canale. L’ingresso allo scalo sarà allargato

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02.02.2024

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LIVORNO. A maggio partiranno i lavori per togliere i grandi tubi di Eni che corrono lungo le due sponde del canale di accesso al porto. Ai non addetti ai lavori potrà anche sembrare una notizia tra le tante, in realtà è un passaggio fondamentale – e atteso da anni – per poter partire con l’allargamento della strettoia che oggi impedisce alle navi più grandi di raggiungere la parte commerciale e industriale dello scalo (o che comunque le costringe a importanti manovre).

La rimozione dei tubi dell’Eni, insomma, è necessaria. E sul fatto che il canale vada allargato non ci sono dubbi. Ma è indubbio anche che per sei mesi, da inizio maggio fino a fine ottobre, si dovrà trovare il modo di gestire una situazione non semplice, perché il cuore del porto verrà chiuso al traffico tutte le notti per otto ore (dalle 23 alle 7 del mattino). Così dopo l’ultima riunione con l’Autorità portuale, che ha annunciato il via all’intervento, sono venute fuori anche le preoccupazioni, o le raccomandazioni, di qualche terminalista.

Addio ai vecchi tubi

Il programma dei lavori è stato illustrato due giorni fa ai terminalisti in una riunione in cui erano presenti, oltre all’Autorità di sistema portuale, la raffineria Eni, la capitaneria di porto e il corpo dei piloti. «L’opera – ha poi evidenziato l’Authority – è propedeutica al definitivo allargamento della strettoia adiacente la Torre del Marzocco e ha come obiettivo migliorare l’accessibilità del porto, consentendo........

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