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LIVORNO. Ieri mattina il maxi cantiere allestito quasi un anno fa ai Tre Ponti era deserto: nessun operaio, nessun mezzo di lavoro. Normale, si dirà, visto che era sabato. Ma anche venerdì, e nei giorni precedenti, in questo pezzo di città tra la Rotonda e il viale di Antignano non si è visto nessuno, o quasi. Nessuna gru a scavare, nessun rumore di trapani nell’aria. Al massimo alla foce del rio Ardenza si è visto qualche addetto a spostare un po’ di terra: nessun lavoro di sostanza almeno da un mese, ovvero da quando sono stati spostati i sottoservizi nel tratto più a nord del ponte. Basta chiedere a chi vive o lavora in zona per averne conferma.

Che sta succedendo? Che per spostare la grande fognatura nera che corre sotto l’asfalto a sud dei Tre Ponti sono saltate fuori più complicazioni del previsto. Le ditte incaricate di fare l’intervento in questo caso non c’entrano. I problemi, non pochi, sembrano tutti di natura tecnica.

La sintesi è questa. Per poter demolire le storiche cinque arcate bisogna prima spostare sotto al ponte militare (ovvero quello provvisorio, già sistemato lato terra) tutti i sottoservizi che si trovano lungo la strada: tubature di acqua e gas, fogne, linee elettriche, fibra ottica per Internet e così via. Una volta fatto questo, il traffico potrà essere dirottato sulla struttura provvisoria e i Tre Ponti potranno essere demoliti, per poi ricostruirne uno ad arcata unica, che non faccia da tappo in caso di piena del fiume. Il bypass nella parte più a nord, di fronte alla Rotonda, è stato fatto (manca solo Telecom, che come abbiamo già raccontato andrà a lavorare con una sonda sotto al letto del rio). Ma quando ci si è spostati dall’altro lato, più sud, si è visto che la fognatura nera si trova in profondità, a quasi quattro metri. Ed è stato posto il problema del fare o meno la bonifica bellica (già fatta intorno alle arcate esistenti). Risultato: alla fine si è optato per una seconda via, le indagini col georadar, ma ci è voluto comunque del tempo in più non previsto. Gli addetti, contattati dal Tirreno, si limitano ad evidenziare che «sono momentaneamente fermi i lavori, ma non l’attività in senso generale», che il ritardo è dettato da «problemi tecnici legati alla gestione dei sottoservizi» e che «la direzione tecnica sta lavorando per risolverli». Dalla prossima settimana, forse già da domani, i lavori sotto l’asfalto potrebbero così ripartire.

Ma ci sarà da correre se si vuole arrivare davvero alla demolizione dei Tre Ponti entro fine primavera-inizio estate, quando parte la stagione balneare: il 16 febbraio il Tirreno aveva scritto che l’obiettivo era completare lo spostamento dei sottoservizi entro il 15 marzo (e ormai mancano solo pochi giorni), per demolire le arcate storiche dopo Pasqua, in aprile (e anche questo oggi appare se non impossibile, difficile). La demolizione verrà completata entro l’estate, quando quel tratto di città è un viavai di persone e mezzi?

In ballo c’è uno dei cantieri più grandi e delicati tra i tanti messi in piedi dalla Regione dopo l’alluvione del 2017. Alla foce di Ardenza, tra il 9 e il 10 settembre di sette anni fa, il rio diventato un torrente impazzito trascinò con sé detriti, pezzi di case, purtroppo anche vittime. Con il rio Maggiore è stato il fiume che ha mostrato più fragilità e provocato più danni, per questo sono entrambi interessati da numerosi interventi di messa in sicurezza.

Torna ad accendere un campanello sui Tre Ponti il vicepresidente del comitato alluvionati, Francesco Archibugi: «Stando al cronoprogramma agli atti della Regione, la messa in servizio della viabilità alternativa era prevista a quattro mesi dall’inizio del cantiere, quindi nel settembre scorso, e la demolizione dei Tre Ponti in autunno. Non voglio stare a fare un’antipatica conta dei mesi, ma è evidente che siamo in pesante ritardo. Così cresceranno anche i costi, già lievitati di quasi tre milioni: i soldi ci saranno sicuramente tutti?». «Il 12 febbraio, dopo le piogge di novembre – conclude – grazie all’insistenza del circolino di Salviano, abbiamo incontrato il sindaco. Abbiamo chiesto e chiediamo che Comune, Regione e Consorzio di bonifica si siedano a un tavolo e facciano il punto sulle opere per la città».

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QOSHE - Tre Ponti Lavori fermi Ora slitta la demolizione - Juna Goti
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Tre Ponti Lavori fermi Ora slitta la demolizione

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10.03.2024

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LIVORNO. Ieri mattina il maxi cantiere allestito quasi un anno fa ai Tre Ponti era deserto: nessun operaio, nessun mezzo di lavoro. Normale, si dirà, visto che era sabato. Ma anche venerdì, e nei giorni precedenti, in questo pezzo di città tra la Rotonda e il viale di Antignano non si è visto nessuno, o quasi. Nessuna gru a scavare, nessun rumore di trapani nell’aria. Al massimo alla foce del rio Ardenza si è visto qualche addetto a spostare un po’ di terra: nessun lavoro di sostanza almeno da un mese, ovvero da quando sono stati spostati i sottoservizi nel tratto più a nord del ponte. Basta chiedere a chi vive o lavora in zona per averne conferma.

Che sta succedendo? Che per spostare la grande fognatura nera che corre sotto l’asfalto a sud dei Tre Ponti sono saltate fuori più complicazioni del previsto. Le ditte incaricate di fare l’intervento in questo caso non c’entrano. I problemi, non pochi, sembrano tutti di natura tecnica.

La sintesi è questa. Per poter demolire le storiche cinque arcate bisogna prima spostare sotto al ponte........

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