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LIVORNO «Siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che non hanno voce!». E ancora: «lo stupratore non è malato, è figlio sano del patriarcato». Questi alcuni degli slogan gridati martedì 21 novembre dai circa ottocento manifestanti – soprattutto donne, ma anche diversi uomini- che hanno partecipato alla marcia rumorosa contro la violenza di genere in centro città. «Il caso di Giulia Cecchettin ha toccato molto l’opinione pubblica. Ma è solo una delle tante vittime di femminicidio, e purtroppo nemmeno l’ultima. Ieri è stata uccisa Rita Talamelli, da suo marito». Così Nadia Nardi, portavoce del movimento femminista Non una di meno Livorno (Nudm). «Non dobbiamo stare in silenzio davanti a questo sistema – dice Gaia Puccini, di Numd –. Elena, la sorella di Giulia, ci ha chiesto di farci sentire, e noi lo facciamo». «Il patriarcato è un sistema di potere in cui si vuole che ognuna stia al suo posto – prosegue Nardi–. Chi si ribella, come le donne, i migranti, e gli operai, subisce la violenza, che è strutturale». «Speriamo di riuscire a decostruire questo sistema che vede le donne vittime degli uomini tutto l’anno» conclude la consigliera comunale di Potere al Popolo Aurora Trotta.

QOSHE - Livorno, in ottocento in piazza contro la violenza sulle donne: «Mai in silenzio davanti a questo sistema» - Luca Balestri
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Livorno, in ottocento in piazza contro la violenza sulle donne: «Mai in silenzio davanti a questo sistema»

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21.11.2023

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LIVORNO «Siamo il grido altissimo e feroce di tutte quelle donne che non hanno voce!». E ancora: «lo stupratore non è malato, è figlio sano del patriarcato». Questi alcuni degli slogan gridati martedì 21 novembre dai circa ottocento manifestanti – soprattutto donne, ma anche........

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