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LIVORNO. L’ha fatto per ragioni affettive. Lui, Alberto Mazzoni, pensionato, ex dipendente del Cantiere Orlando assiduo frequentatore della spiaggia dell’Accademia. Quella Torretta di San Lazzaro, che fa parte del settecentesco Lazzeretto di San Leopoldo (che si trova dove oggi c’è l’Accademia Navale) ha fatto da cornice a tante giornate al mare, con la sua mamma, quando era bambino. E quel legame non si è mai spezzato. A ricordarlo ci sono foto in bianco e in nero, memorie e poi quel restauro portato avanti negli anni del Covid.

Una grande operazione di cuore, collettiva: lui è il benefattore che ha messi i soldi, 15mila euro. Poi altre anime hanno fatto il resto (burocrazia): i Comitato di San Jacopo e il Comitato Il Gioiello dimenticato. E ancora l’autore Jacopo Suggi che a questa storia ha dedicato un libro “La Torretta di San Lazzaro. Il lazzeretto di San Leopoldo nella pittura livornese” che sarà presentato a giorni. «L’idea di promuovere il restauro della torretta mi è venuta proprio incontrando Mazzoni, un assiduo frequentatore dell’Accademia, come me». È Suggi a riavvolgere il nastro. Perché Mazzoni fa le cose, ma non ama sbandierarle.

È un animo concreto. «Mazzoni è un pensionato che aiuta i ragazzi dell’Accademia a tenere la spiaggia in ordine. Chiacchierando, è venuto fuori che aveva il sogno di restaurare la torretta: nel corso del tempo la sua mamma gli ha fatto delle foto davanti proprio alla Torretta, ha quindi voluto il restauro per una ragione affettiva». Da questa bella storia l’idea di farne un libro. Per raccontare questo bell’omaggio alla storia, restauro che portato avanti in epoca Covid, tra il 2021 e il 2022, grazie appunto alla donazione di Mazzoni di 15mila euro e all’operato del Comitato di San Jacopo e del Comitato Il Gioiello Dimenticato. «Per questioni tecniche -spiega Suggi – la torretta non è tornata alla sua forma originale: non è stato possibile ricostruire la parte di sopra. Si è bloccato lo sbriciolamento e il decadimento».

Ma perché all’Accademia c’è questa torretta? La struttura faceva parte del settecentesco Lazzeretto di San Leopoldo, costruito per volontà di Leopoldo d’Asburgo Lorena. Non era soltanto un luogo di degenza per i malati, ma pure centro della politica estera e diplomatica di Livorno, dunque del Granducato di Toscana.

Si scorrono i libri di storia: era una vera e propria cittadella che ospitava anche commercianti che venivano dal mare e ambasciatori di paesi esteri. Erano presenti dei cimiteri, cattolico e acattolico. La Torretta di San Lazzaro fu l’ultima ad essere costruita, ancora una volta per volontà del Granduca Pietro Leopoldo, ed era una delle cinque che difendevano l’intera area. Le altre quattro torrette che sorvegliavano Livorno erano la torretta Madonna di Montenero, anch’essa rivolta a sud, la San Jacopo, che mirava a nord, la San Gorgonio e la San Michele rivolte ad ovest. «Da diversi anni questa ultima torretta rimasta non è stata considerata da nessuno, la città l’ha sempre ignorata. Non si sa che è stata per tanto tempo sotto l’occhio dei pittori della scuola labronica, tra Ottocento e Novecento». Per scrivere il libro si è ispirato anche ai pittori che hanno dipinto in più modi questo elemento architettonico.

«Il primo che si innamora del lazzeretto è Mario Puccini, uno dei più importanti post-macchiaioli. Poi tanti artisti dipingeranno questo scorcio livornese». Gli artisti post-pucciniani costituiscono il “Gruppo labronico” che esiste oggi e che è attivo durante tutta la prima metà del Novecento nella pittura della Torretta oggi dimenticata. «Per avere una buona prospettiva sul lazzeretto si mettevano dove oggi c’è il bar dell’Accademia. Non mancavano i pisani, ma la maggior parte di loro era di Livorno: Benvenuti, Romiti, Natali. Spero il mio libro faccia venire voglia ai livornesi di conoscere quest’angolo di storia», chiude.


QOSHE - Restaura la Torretta dell’Accademia. «A mie spese, per ragioni affettive» - Luca Balestri
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Restaura la Torretta dell’Accademia. «A mie spese, per ragioni affettive»

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15.03.2024

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LIVORNO. L’ha fatto per ragioni affettive. Lui, Alberto Mazzoni, pensionato, ex dipendente del Cantiere Orlando assiduo frequentatore della spiaggia dell’Accademia. Quella Torretta di San Lazzaro, che fa parte del settecentesco Lazzeretto di San Leopoldo (che si trova dove oggi c’è l’Accademia Navale) ha fatto da cornice a tante giornate al mare, con la sua mamma, quando era bambino. E quel legame non si è mai spezzato. A ricordarlo ci sono foto in bianco e in nero, memorie e poi quel restauro portato avanti negli anni del Covid.

Una grande operazione di cuore, collettiva: lui è il benefattore che ha messi i soldi, 15mila euro. Poi altre anime hanno fatto il resto (burocrazia): i Comitato di San Jacopo e il Comitato Il Gioiello dimenticato. E ancora l’autore Jacopo Suggi che a questa storia ha dedicato un libro “La Torretta di San Lazzaro. Il lazzeretto di San Leopoldo nella pittura livornese” che sarà presentato a giorni. «L’idea di........

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