LIVORNO. Era il maggio del 1994 quando uscì un album a suo modo rivoluzionario: “Catartica” dei Marlene Kuntz, un disco fondamentale per il rock italiano, un album che guardava ben oltre i confini nazionali, ispirandosi a modelli musicali americani ma usando la lingua italiana per esprimere concetti, forti e non banali.

30 anni dopo è ancora il caso di festeggiare quell’uscita dietro la quale c’era la sapiente produzione di Marco Lega e del toscano Gianni Maroccolo (già con i Litfiba i CCCP e poi con i CSI) anima del Consorzio Suonatori Indipendenti, label che quel disco lo pubblicò. Si parlò di grunge e “noise rock” in chiave nostrana riferendosi in particolar modo ai Sonic Youth.

«Il nostro – dice oggi Cristiano Godano, frontman e autore dei testi della band di Cuneo – non fu un approccio malizioso. Ero io che durante le interviste sostenevo che quello fosse in nostro gruppo di riferimento».

«Io ero un metallaro e nemmeno li conoscevo», dice Riccardo Tesio chitarrista solista dei Marlene Kuntz. «Dai Sonic Youth – aggiunge Cristiano – abbiamo mutato la forma della canzone, la classica struttura che però aveva spazi di fuga e dilatazioni».

«Ci piaceva il paragone – conclude Riccardo – ma chi ascoltava si rendeva conto della differenza». Al di là delle classificazioni, delle influenze, “Catartica” è diventato una pietra miliare nella storia del rock italiano arrivato negli anni ’90, stagione in cui il rock era primario, il concetto di band esisteva ed era forte e la discografia puntava molto su questo stile.

«Oggi – dicono i Marlene – non è più così e un disco come questo non avrebbe lo stesso impatto, se mai si potesse realizzare» Eppure nel gruppo piemontese non c’era nessuna idea di fare un album destinato a durare. «Per noi – spiega Godano – era l’ultima spiaggia. Erano un po’ di anni che facevamo la nostra musica, in un percorso underground. Quando abbiamo vinto il concorso “Rock Targato Italia” Maroccolo si è innamorato del nostro progetto e, grazie all’aiuto delle edizioni, siamo riusciti a realizzare questo disco, da cui non ci aspettavamo un tale riscontro.

Lo abbiamo però registrato con il massimo impegno, mettendoci energia e creatività. Poi ha fatto la sua strada e – conclude Cristiano – solo con il tempo ci siamo accorti della sua forza». Con il tempo, dopo aver visto gli “splendori” degli stessi Marlene, degli Afterhours («abbiamo dato loro dimostrazione che si poteva cantare in italiano») e più tardi dei Verdena (per citare i più conosciuti), la forza del rock italiano (e non solo) si è affievolita e oggi sembra nascosta tra le pieghe della musica, difficile da trovare sulle piattaforme anche se a dire di Godano ancora viva, sebbene lui stesso non sappia indicare dei nomi di giovani rock band.

«È difficile promuovere questa musica, anche io che sono curioso faccio fatica a trovare delle novità». A parte il consueto fenomeno Maneskin che Godano apprezza.

«Ci hanno citati insieme agli Afterhours come fonte ispirativa. Non so spiegare perché abbiano successo, ma dal vivo spaccano». Ma anche gli stessi Marlene sul palco non sono certo una tranquilla band. E lo dimostreranno con questo tour celebrativo dei 30 anni di “Catartica”. Tour che partirà il 12 marzo da The Cage di Livorno («speriamo che Gianni Maroccolo venga a trovarci! Ci farebbe un grande regalo») e saranno il 5 aprile a Firenze. Undici date e sei sold out.

«È una piacevole sorpresa questo risultato – dicono Cristiano e Riccardo – verranno a vederci gli over 50 ma speriamo anche ci siano i loro figli». L’intero tour è dedicato a Luca Bergia, il batterista fondatore della band scomparso improvvisamente il 23 marzo 2023. “In concerto faremo 11 canzoni su 12 del disco. Poi aggiungeremo altri brani dei due dischi anni ’90. Oltre non andremo perché poi il nostro suono si è evoluto». L’edizione di “Catartica” trent’anni dopo esce l'8 marzo nel formato CD e doppio LP e un box deluxe in edizione limitata e numerata. Disponibile anche l’audio cassetta “Demosonici” una raccolta di provini e l’inedito "Fine della danza" proveniente dalle sessioni di “Catartica”.

QOSHE - Marlene Kuntz: parte da Livorno Catartica, nuova vita per il disco-simbolo della band - Luca Trambusti
menu_open
Columnists Actual . Favourites . Archive
We use cookies to provide some features and experiences in QOSHE

More information  .  Close
Aa Aa Aa
- A +

Marlene Kuntz: parte da Livorno Catartica, nuova vita per il disco-simbolo della band

11 1
06.03.2024

LIVORNO. Era il maggio del 1994 quando uscì un album a suo modo rivoluzionario: “Catartica” dei Marlene Kuntz, un disco fondamentale per il rock italiano, un album che guardava ben oltre i confini nazionali, ispirandosi a modelli musicali americani ma usando la lingua italiana per esprimere concetti, forti e non banali.

30 anni dopo è ancora il caso di festeggiare quell’uscita dietro la quale c’era la sapiente produzione di Marco Lega e del toscano Gianni Maroccolo (già con i Litfiba i CCCP e poi con i CSI) anima del Consorzio Suonatori Indipendenti, label che quel disco lo pubblicò. Si parlò di grunge e “noise rock” in chiave nostrana riferendosi in particolar modo ai Sonic Youth.

«Il nostro – dice oggi Cristiano Godano, frontman e autore dei testi della band di Cuneo – non fu un approccio malizioso. Ero io che durante le interviste sostenevo che quello fosse in nostro gruppo di riferimento».

«Io ero un metallaro e nemmeno li conoscevo», dice Riccardo Tesio chitarrista solista dei Marlene Kuntz. «Dai........

© Il Tirreno


Get it on Google Play