Oltre 100mila interventi chirurgici e più di mezzo milione di visite ed esami da recuperare. Operazioni o prestazioni sanitarie prenotate in ritardo rispetto ai tempi standard previsti dalla legge, per cui in alcuni casi i cittadini toscani aspettano addirittura dal 2021. Con un file di ventiquattro slide spedito in questi giorni ai vertici di Asl e policlinici ospedalieri e universitari, la Toscana ha appena varato un piano di abbattimento delle liste d’attesa da 32 milioni di euro. La stessa cifra stanziata all’inizio dell’anno scorso, ma questa volta con obiettivi più stringenti. E non è un caso, perché la bussola del presidente Eugenio Giani è riportare la sanità in equilibrio e alleggerire il prima possibile i contribuenti del rincaro varato con l’ultima manovra di bilancio all’addizionale Irpef proprio per coprire il deficit ormai strutturale nei conti del sistema. Un pacchetto di risorse costituito in parte dal fondo destinato dallo Stato alle regioni proprio con lo scopo di abbattere le liste di attesa (17 milioni e 724mila euro) e in parte da una quota (non superiore allo 0,4%) del fondo sanitario che la Toscana riceve ogni anno per il suo «fabbisogno» di sanità. E non solo l’assessorato guidato da Simone Bezzini specifica nel documento che il piano del 2024 si ripeterà fino al 2026 puntando ad azzerare gli arretrati accumulati negli ospedali durante e per effetto del Covid, ma anche la strada per raggiungere l’obiettivo. Che ancora una volta è quella di affidare lo smaltimento delle liste di attesa a medici e tecnici pagandogli gli straordinari per «l’attività aggiuntiva».

Così chirurghi e dottori riceveranno 100 euro lordi per ogni ora extra lavorata per recuperare operazioni, visite ed esami arretrati e 60 euro lordi all’ora andranno a tecnici e infer mieri. Una strada obbligata visto il blocco del turnover in vigore dal 2014 e che, dopo la parentesi della pandemia, impedisce l’assunzione di nuovo personale. Ma come verranno ripartite le risorse? Dodici milioni sono destinati alle operazioni, 19 milioni alle prestazioni ambulatoriali, 1 milione verrà impiegato per gli screening (mammella, cervice uterina, colon retto). Parte del pacchetto di finanziamenti servirà appunto a pagare gli specialisti per recuperare interventi chirurgici e prestazioni arretrate e mai eseguite, parte dei soldi invece sarà destinato a pagare i professionisti per ricoveri o visite già eseguite fra ottobre 2022 e settembre 2023 (vedi tabelle sopra). In tutta la Toscana sono 101.329 gli interventi chirurgici in ritardo rispetto agli standard. La mole più grande di operazioni da smaltire riguarda l’area centrale della regione (52.560) e Careggi (26.324). Dopo il policlinico fiorentino, sono proprio le aziende ospedaliere e universitarie ad avere il maggior numero di interventi da smaltire: fra Cisanello e Santa Chiara a Pisa ne mancano all’appello 13.427, alle Scotte 12.894. Perfino un’eccellenza internazionale come il Meyer ha un arretrato di 5.683 operazioni.

Non va meglio per visite ed esami. Le prestazioni totali in ritardo in tutta la regione sono 559.879, ma in questo caso è l’Asl Nord ovest a segnare il risultato peggiore. Qui sono in attesa di una prestazione sanitaria fuori tempo 237.026 toscani contro i 175.107 che attendono un controllo nell’Asl centro. Questo nonostante il divario in termini di popolazione non sia poco, dato che nell’area centrale della Toscana vivono 1,6 milioni di persone mentre nell’area nord ovest 1,2 milioni. E mentre Careggi è in ritardo su oltre 18mila visite ed esami, l’Azienda ospedaliera e universitaria pisana ne deve smaltire soltanto 4.405.

Sugli interventi chirurgici gli obiettivi sono quattro: 1) recuperare prima possibile le operazioni scadute il 31 dicembre 2021, e sono ben 11mila le persone che attendono da oltre due anni; 2) rispettare i tempi massimi per le operazioni di classe A, cioè quelle da eseguire entro 30 giorni; 3) eseguire gli oncologici di classe B, che prevedono un’attesa massima di 60 giorni; 4) fare entro 30 giorni al massimo gli oncologici di classe A per chi ha un tumore al cavo orale e a colecisti, esofago, fegato, laringe, ovaie, pancreas, stomaco e vescica. Quanto costerà ai toscani? La spesa stimata per gli oltre 3,6 milioni di abitanti è di 8,7 euro pro-capite. Per la precisione 8,8 nell’area centro, 9,1 nella nord ovest, 8 nella sud est.

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Centomila toscani in attesa di un intervento chirurgico

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07.03.2024

Oltre 100mila interventi chirurgici e più di mezzo milione di visite ed esami da recuperare. Operazioni o prestazioni sanitarie prenotate in ritardo rispetto ai tempi standard previsti dalla legge, per cui in alcuni casi i cittadini toscani aspettano addirittura dal 2021. Con un file di ventiquattro slide spedito in questi giorni ai vertici di Asl e policlinici ospedalieri e universitari, la Toscana ha appena varato un piano di abbattimento delle liste d’attesa da 32 milioni di euro. La stessa cifra stanziata all’inizio dell’anno scorso, ma questa volta con obiettivi più stringenti. E non è un caso, perché la bussola del presidente Eugenio Giani è riportare la sanità in equilibrio e alleggerire il prima possibile i contribuenti del rincaro varato con l’ultima manovra di bilancio all’addizionale Irpef proprio per coprire il deficit ormai strutturale nei conti del sistema. Un pacchetto di risorse costituito in parte dal fondo destinato dallo Stato alle regioni proprio con lo scopo di abbattere le liste di attesa (17 milioni e 724mila euro) e in parte da una quota (non superiore allo........

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