Pare che tra le righe della sua ultima opera – summa di tutte le sue apodittiche grullerie con cui ci farà sapere come risponde alla valanga di critiche e accuse di omofobia e razzismo che l’hanno travolto dopo il suo best seller – il generale Roberto Vannacci annunci la sua candidatura alle Europee.

Un altro mezzo epic fail di comunicazione, dato che ormai la “discesa in campo” del parà sotto le insegne della Lega è un mistero alla stregua del segreto di Pulcinella. Eppure, per insondabili misteri della psiche umana la candidatura di Vannacci sta mettendo in allarme le classi dirigenti dei partiti di destra anche in Toscana. Sì, perché Matteo Salvini butterà il generale nella mischia delle Europee nella circoscrizione del centro Italia. E da quando la notizia circola, fra i suoi sovranos e quelli di Giorgia Meloni l’ansia da prestazione e preferenze è cresciuta in modo esponenziale. Il comandante del «mondo al contrario», quello secondo cui gay e lesbiche «normali non siete, fatevene una ragione», che concepisce la famiglia formata solo da padre e madre, per cui Paola Egonu è italiana sì ma «i suoi tratti e la sua pelle non rappresentano l’italianità», sarebbe stato schierato come una sorta di alter ego del Salvini di un tempo, un sequel del Truce identitario che peschi nell’humus ideologico della destra destra, quella riunita dal vicepremier leghista pochi mesi fa a Firenze alla Fortezza dei sovranisti. Ora, certo i suoi messaggi potrebbero insidiare il volto più duro e intransigente di Susanna Ceccardi, certe posizioni dell’eurodeputata su migranti e stranieri potrebbero apparire roba da mielosi centristi al cospetto delle sparate del parà e dunque allettare i fascio-sovranos.

Ma il generale è costruito soprattutto come un totem acchiappavoti di Giorgia Meloni. Salvini, sempre più alle strette in una Lega precipitata all’8%, vuole erodere terreno alla premier. «Se scendo in campo, ci dovete essere tutti», urlava settimane fa ai militanti schierati nell’assemblea di Fratelli d’Italia Francesco Torselli, che scendendo dal pulpito bubbolava: «No perché sennò questi si lasciano incantare dalle sirene di Vannacci e votano lui».

Ora il clima fra i meloniani di Toscana è cambiato. «Suvvia, Vannacci è un fuoco di paglia. L’infatuazione dei primi tempi s’è già esaurita, saremo tutti al fianco di Francesco», mostra nonchalance Diego Petrucci, consigliere regionale FdI. Anche perché a suon di gaffe, il generale qualche colpo l’ha pure perso. Pochi giorni, per dire, fa s’è vantato di sentirsi una reincarnazione di Cesare, di avere il sangue del grande console romano. Ecco, Aldo Cazzullo, precisino com’è, gli ha ricordato che «Cesare era bisessuale». Ahi ahi Vannacci, cade anche lei come la signora Longari?

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Roberto Vannacci e il terrore che soffi voti agli alleati: meloniani in allarme, ma lui colleziona gaffe

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20.02.2024

Pare che tra le righe della sua ultima opera – summa di tutte le sue apodittiche grullerie con cui ci farà sapere come risponde alla valanga di critiche e accuse di omofobia e razzismo che l’hanno travolto dopo il suo best seller – il generale Roberto Vannacci annunci la sua candidatura alle Europee.

Un altro mezzo epic fail di comunicazione, dato che ormai la “discesa in campo” del parà sotto le insegne della Lega è un mistero alla stregua del segreto di Pulcinella. Eppure, per insondabili misteri della psiche umana la candidatura di Vannacci sta mettendo in allarme le classi dirigenti dei partiti di destra anche in Toscana. Sì, perché Matteo Salvini butterà il generale........

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