FIRENZE Eugenio Giani ieri s’è lasciato scappare, probabilmente non senza un calcolato guizzo naif, una frase sibillina, quasi rivelatrice di ciò che adesso sognano il governatore e lo stesso Dario Nardella. «Se la Fiorentina non viene spostata dallo stadio, può darsi che entri in un mood più ragionevole». Ecco, il mood che dovrebbe folgorare Commisso sulla via del restyling è lo stesso che da mesi fa sperare Palazzo Vecchio che Rocco si faccia un po’ Rockefeller e mecenate di Firenze, e prima o poi il patron viola smetta di dare ascolto ai vari grilli parlanti del "rabbercio" e si convinca a investirci un benedetto penny sullo stadio. E dunque a rendere possibile il completamento dell’opera al momento scoperta, non solo dei famosi 55 milioni rimossi dall’Europa (i nardelliani lo chiamano lo scippo del governo Meloni) ma pure della tettoia che dovrebbe riparare da pioggia e gelo i tifosi.

Per ora però dal Viola Park trapela solo una avara «soddisfazione» per la soluzione scovata dal sindaco. Avara e perfino irritata. «Finalmente! Certo che siamo contenti di restare a giocare al Franchi per la prossima stagione, ma quelle trovate da Nardella sono le soluzioni che noi prospettiamo da mesi. A cosa è servito perdere tutto questo tempo? E comunque restano gli interrogativi sui soldi: chi finanzia il resto del restyling? Chi finanzia il Padovani?», è il senso del messaggio consegnato dai vertici della Fiorentina all’entourage. È in sostanza questo il mood.

E se è vero che Joe Barone s’è compiaciuto con il sindaco per la "svolta", resta inalterata la volontà di Commisso. Che continua a non prevedere investimenti sul Franchi né sul Padovani. Insomma, la Fiorentina non erogherà i 5 milioni che servono a trasformare il campo da rugby in uno stadio agibile per la serie A da 15mila o addirittura 18mila posti pronto per la stagione 2025-26; e continua ad essere determinata a non voler mettere i soldi per realizzare la copertura totale (e non soltanto della Fiesole) e ultimare il progetto di riqualificazione così come era stato disegnato all’inizio dallo studio Arup. Semmai potrebbe pensare di fare le finiture, ma è una partita che valuterà se arriveranno davvero i 100 milioni che servono a finire il lavoro. Perché nel frattempo, complice l’aumento de i costi delle materie prime, la spesa prevista è salita.

Per questo Dario Nardella ieri ha ribadito di essere già al lavoro per scovare i finanziamenti mancanti, annunciando di voler parlare al più presto con Gabriele Gravina. Al presidente della Figc andrà a presentare il nuovo cronoprogramma dei lavori al Franchi come un biglietto da visita per agganciare i finanziamenti previsti per ammodernare gli stadi italiani che saranno selezionati per gli Europei 2032. «Ci ho parlato - dice il sindaco in serata - E mi ha detto che la soluzione trovata è un grande passo in avanti in vista degli Europei, nei prossimi giorni gli porterò il progetto».

In parte il sindaco si aspetta di trovare i fondi in quel pacchetto di risorse, in parte conta di acciuffare sponsor e, appunto, in una conversione di Rocco. Nardella vorrebbe chiudere entro giugno, cioè prima delle elezioni comunali e delle Europee, dove si giocherà un seggio a Strasburgo. Certo, seppure con qualche riserva, il club ha apprezzato la mossa del sindaco. Intanto perché consentirà alla Fiorentina di ridurre le perdite legate a un eventuale trasloco in uno stadio fuori regione o fuori città. Le stime di un trasferimento per due stagioni e mezzo parlavano di un perdita netta sugli incassi dei biglietti di circa 30 milioni, 10 a stagione. Adesso la società crede che almeno per il 2024-25 si ridurranno a circa 5 milioni. E se il Franchi fosse pronto da gennaio 2027 potrebbe scendere di altri 5.

Non solo. La concessione viene ulteriormente scontata, ha detto Nardella. E da 1 milione cala a 600mila euro. Piccoli passi che potrebbero migliorare i rapporti, stemperarli. Di sicuro il sindaco s’è riconquistato una bella fetta di fiducia dei tifosi, che appena pochi giorni fa lo avevano contestato con striscioni pesanti dalla curva Fiesole.

Resta l’incognita dello stadio nuovo. È ancora nei pensieri di Commisso? All’amo lanciato da Matteo Salvini è rimasto agganciato qualcosa? Il vicepremier ha fatto sapere che l’area dell’ex caserma Perotti non è una sua idea, semmai della Lega locale, e che lui lavora a una soluzione priva di sprechi di denaro pubblico. Ma il guaio è che l’uscita del ministro non sarebbe piaciuta agli alleati di FdI. Che per ora adottano una strategia guardinga, sorniona, ma a Roma con Giovanni Donzelli starebbero escogitando un colpo di teatro. Del resto, la campagna elettorale è cominciata per tutti.

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Stadio di Firenze, la Viola: “Ok sui lavori, ma ora chi paga?”. Le mosse per convincere Commisso a investire sul restyling

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31.01.2024

FIRENZE Eugenio Giani ieri s’è lasciato scappare, probabilmente non senza un calcolato guizzo naif, una frase sibillina, quasi rivelatrice di ciò che adesso sognano il governatore e lo stesso Dario Nardella. «Se la Fiorentina non viene spostata dallo stadio, può darsi che entri in un mood più ragionevole». Ecco, il mood che dovrebbe folgorare Commisso sulla via del restyling è lo stesso che da mesi fa sperare Palazzo Vecchio che Rocco si faccia un po’ Rockefeller e mecenate di Firenze, e prima o poi il patron viola smetta di dare ascolto ai vari grilli parlanti del "rabbercio" e si convinca a investirci un benedetto penny sullo stadio. E dunque a rendere possibile il completamento dell’opera al momento scoperta, non solo dei famosi 55 milioni rimossi dall’Europa (i nardelliani lo chiamano lo scippo del governo Meloni) ma pure della tettoia che dovrebbe riparare da pioggia e gelo i tifosi.

Per ora però dal Viola Park trapela solo una avara «soddisfazione» per la soluzione scovata dal sindaco. Avara e perfino irritata. «Finalmente! Certo che siamo contenti di restare a giocare al Franchi per la prossima stagione, ma quelle trovate da Nardella sono le........

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